Attività extra-insegnamento e motivazione.

di Velivolans da ReteScuole dell'1/5/2005

 

Continuando a sfogliare l'indagine di Barbagli e Dei "Le vestali della classe media" è possibile approfondire un tema già trattato, quello relativo alla tendenza degli insegnanti a dedicarsi ad altre attività.

I dati riportati sono quasi sicuramente superati, ma forse alcune considerazioni possono essere ancora utilizzate.

Citazioni dal testo:

"E' evidente che, considerando provvisoria la loro occupazione nella scuola, questi laureati cerchino di costruirsi lentamente un'alternativa professionale, investendo il loro tempo libero in altre attività di lavoro. L'analisi dei dati conferma del resto questa interpretazione, dato che i soggetti "non motivati" che svolgono attività di lavoro oltre l'insegnamento sono tre volte più numerosi dei "motivati"… Tuttavia questa tendenza degli insegnanti (soprattutto degli uomini) a dedicarsi ad altre attività nel tempo libero non si spiega soltanto con il carattere di ripiego della loro scelta e con il conseguente desiderio di costruirsi a poco a poco qualche alternativa professionale…. In realtà vi è un'altra ragione di questa tendenza degli insegnanti a dedicarsi ad altre attività, dovuta in parte al prestigio relativamente basso di cui gode l'insegnamento rispetto ad altre professioni esercitate da laureati…. In altri termini sia l'insegnante" motivato" che quello che entra nella professione per ripiego cercano con le attività extra-scolastiche di integrare l'immagine ufficiale della loro funzione e di realizzare in qualche modo le aspirazioni frustrate, che possono essere nel primo caso la ricerca scientifica e gli studi in genere, e nel secondo caso la libera professione . . .

Considerando le due più importanti variabili fin qui esaminate (i motivi della "scelta" e l'identificazione con la professione) possiamo costruire una tipologia delle diverse situazioni in cui si trovano i nostri intervistati, che ci sembra possa rendere più chiaro quanto vogliamo dire.

Scelta professionale motivata:
se si identifica nella professione = MOTIVATO PERSISTENTE
Se non si identifica nella professione = MOTIVATO DELUSO

Scelta professionale di ripiego:
se si identifica nella professione = NON MOTIVATO ADATTATO
Se non si identifica nella professione = NON MOTIVATO NON ADATTATO

 

La situazione più frequente è quella del tipo che abbiamo chiamato "motivato persistente" (49%), cioè quella degli insegnanti che sono entrati a lavorare nella scuola "per vocazione" e che continuano ad identificarsi con la loro professione….Il costante aumento degli insegnanti di questo tipo (con atteggiamento positivo) è dovuto a due diversi processi che interessano i laureati che entrano nella professione per ripiego. Una parte di questi finiscono per abbandonare la scuola e per dedicarsi a tempo pieno a quelle attività in cui prima investivano soltanto il pomeriggio. Di quelli che restano, una parte si adatta a poco a poco alla nuova situazione e finisce per identificarsi con l'insegnamento (tipo "non motivato adattato").

Tabella I. 16

- Motivato persistente: maschi 19%; femmine 54%; totale 49%

- Motivato deluso: maschi 5%; femmine 5%; totale 5%

- Non motivato adattato: maschi 34%; femmine 23%; totale 24%

- Non motivato non adattato:maschi 42%;femmine 17%;totale 21%"

 

Se i dati venissero confermati nelle loro grandi linee da una indagine in grado di fotografare la situazione attuale, saremmo di fronte ad una realtà molto contraddittoria, ma nel complesso costituita da insegnanti motivati o comunque in grado di trovare un senso al loro impegno scolastico. Ciò contraddirebbe il luogo comune che vede gli insegnanti poco motivati e poco impegnati nella loro attività.