Il governo incarica il responsabile della Funzione pubblica di chiudere la trattativa.

La settimana prossima convocazione dei sindacati.

Contratto statali, Berlusconi frena:

"Oltre 95 euro? Tutto da vedere".

Il premier smentisce l'annuncio dato dopo il Consiglio dei ministri.

Critico Montezemolo: "Niente aumenti in contrasto con i conti pubblici".

da la Repubblica del 6/5/2005

 

ROMA - Il governo ha trovato l'accordo politico in base al quale andare al tavolo della trattativa per chiudere il contratto degli statali. Da una parte si incarica il ministro della Funzione pubblica Mario Baccini di chiudere in fretta la trattativa, dall'altra ci si dispone ad andare oltre quel limite di 95 euro in più al mese sul quale il confronto si era incagliato. Anche se in serata Silvio Berlusconi frena la disponibilità ad aprire i cordoni della borsa. "Come chiuderevedremo", ha detto il premier. Ma i responsabili dei vari dicasteri uscendo da Palazzo Chigi dicono all'unisono: "Il Consiglio dei ministri ha dato mandato al ministro della Funzione Pubblica Mario Baccini e al collega dell'Economia Domenico Siniscalco per portare avanti la trattativa".

Secondo quanto detto da Lucio Stanca, titolare del ministero dell'Innovazione tecnlogica è stato Silvio Berlusconi a riaffermare in consiglio la sua volontà di chiudere la trattativa per il pubblico impiego e quello per la sanità, "presto", come dice il ministro del Welfare Roberto Maroni.

E Baccini spiega quali sono le novità. La prima è la più importante: "Il ministro Siniscalco è disponibile a salire sopra i 95 euro di aumenti". Una versione smorzata in serata da Berlusconi. Il premier ha rivendicato la necessità "di chiudere presto, lo abbiamo promesso al Parlamento e lo faremo". Ma sulle cifre si tiene cauto. "Andare oltre i 95 euro? E' tutto da vedere". L'altra novità lanciata dal ministro Baccini è che "fra lunedì e martedì ci sarà la convocazione per i sindacati" al fine di trovare un accordo e chiudere una questione che ha influito in maniera pesante sulle difficoltà della maggioranza di governo.

Intanto sul tavolo c'è la proposta del sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas. "I sindacati - spiega Vegas - erano partiti con delle richieste fuori da ogni logica, ma ora penso si possa andare a chiudere trovando un accordo ragionevole". Vegas, dai microfoni di RepubblicaRadio, auspica "un incontro governo-sindacati". Ipotizzando che una parte degli aumenti potrebbe essere "rateizzata".
Ma dal fronte sindacale, arrivano segnali di scetticismo. "Quella dei contratti è diventata ormai una vicenda paradossale - dice il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta - Abbiamo dato al governo 10 giorni in modo che abbia il tempo di riflettere. Vorremmo che in questo frattempo ci desse una risposta".

Se una soluzione non arriverà ed entro una settimana non sarà rinnovato il contratto degli statali, i sindacati annunciano la linea dura. Per la Cgil e la Cisl anche lo sciopero generale, da tenersi nel mese di giugno. Uno strumento su cui, invece, frena il sindacato guidato da Luigi Angeletti.

Il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo intanto avverte il governo: niente aumenti in contrasto con i conti pubblici. Per il presidente di confindustria
Il rinnovo del contratto del pubblico impiego non può aggravare i conti pubblici. "Tutti gli interventi - ha detto Montezemolo - devono tenere conto della situazione dei conti pubblici. Non si può pensare di fare qualcosa in contrasto con i conti pubblici". Montezemolo è stato estremamente fermo: "Questo principio deve valere in primis per il pubblico impiego, dove negli ultimi anni c'è stato un aumento esponenziale delle assunzioni". Il numero uno di Confindustria ha quindi fatto chiaramente intendere che il rinnovo contrattuale per i dipendenti pubblici non dovrà prevedere aumenti generalizzati.

"Bisogna - ha spiegato Montezemolo - operare scelte che premino la meritocrazia. Inoltre, bisogna ragionare su numeri di persone impiegate compatibile con il lavoro che effettivamente c'è da fare, senza lasciarsi andare a surplus elettorali".