L'autonomia scolastica e le prove INVALSI.

di Corrado Mauceri, da ReteScuole del 3/5/2005

 

La recente pretesa del Ministro Moratti di sottoporre alle prove INVALSI gli alunni delle scuole italiane, disponendone in modo del tutto arbitrario l'obbligatorietà per alcune classi e la facoltatività per altre, ha riproposto non solo il problema molto complesso e delicato della valutazione del sistema scolastico, ma anche quello dell'autonomia scolastica.

Il problema difatti non è soltanto dell'efficacia e della validità sotto un profilo didattico di tali forme di valutazione, il problema è anche di chi deve valutare, chi deve decidere i criteri della valutazione e così via; si tratta difatti di scelte che implicano modelli didattici ed incidono in modo determinante sull'attività didattica delle scuole.

E' fin troppo evidente se la valutazione, i relativi criteri e le relative verifiche sono decisi dal Ministero dell'Istruzione o da un organismo di emanazione ministeriale come l'INVALSI, la scuola sarà valutata secondo parametri e modelli ministeriali; di conseguenza la scuola si uniformerà rispetto a tali modelli; sarà cioè sempre di più una scuola ministeriale e cioè la negazione della scuola dell'autonomia.

Ciò non significa che l'autonomia scolastica sia preclusiva di ogni forma di valutazione del sistema scolastico; nè, tanto meno, sostenere l'autoreferenzialità di ciascuna scuola; l'autonomia di ciascuna scuola deve difatti collocarsi in un sistema scolastico statale con un proprio progetto culturale nazionale e con proprie regole; ma l'autonomia esige che tale sistema statale sia governato in modo democratico e pluralista, precludendo ogni possibile forma di interferenza del Ministro sull'attività didattica delle scuole.

La scuola dell'autonomia deve significare una scuola di tutti e cioè una scuola governata non dagli esecutivi (Ministri ed assessori), ma da organismi indipendenti e pluralisti.

Non si può quindi magnificare l'autonomia scolastica e nel contempo sostenere un sistema di valutazione che tende a modellare la scuola secondo gli schemi ed i parametri ministeriali; se si vuole essere coerenti, bisogna sapere che l'autonomia scolastica esige che qualsiasi forma di valutazione del sistema scolastico anzitutto deve essere affidata ad un organismo effettivamente indipendente dal Ministero e pluralista; non è questo il caso dell'INVALSI, che invece è un organismo di nomina ministeriale e quindi politicamente e culturalmente subalerno all'esecutivo; ma è pure necessario che la valutazione del sistema scolastico nel suo complesso sia coerente con le scelte didattiche delle singole istituzioni scolastiche e quindi sia un modello flessibile e profondamente condiviso dalle istituzioni scolastiche e dalle realtà che ne fanno parte.

L'art. 7 del D.Lgs. n. 297/94, ancora in vigore (nonostante tutti i tentativi di ridimensionarne il contenuto) attribuisce al Collegio dei docenti "potere deliberante in materia di finanziamento didattico"; quindi qualsiasi attività di natura didattica deve essere sempre condivisa dagli organi collegiali della scuola ed in primo luogo dal collegio dei docenti.

Non si tratta quindi di respingere ogni forma di valutazione e di verifica, l'autonomia implica difatti scelte ed è giusto che tali scelte siano valutate e verificate anche in sede di confronto; ma valutazioni e verifiche non possono diventare forme di condizionamento e/o di controllo culturale verticistico e burocratico che prescinde dal lavoro progettuale e di ricerca svolto nelle scuole.

Giustamente quindi i settori più sensibili della nostra scuola hanno contestato, con l'appoggio anche dei genitori, le prove INVALSI non solo sotto il profilo dell'efficacia e della validità, ma anche sotto il profilo del rispetto dell'autonomia e del pluralismo culturale; non è tollerabile che un Ministro, sia pure con la copertura di un organismo apparentemente autonomo, imponga propri modelli culturali al mondo della scuola; ovviamente questa osservazione vale ora nei confronti del Ministro di questa maggioranza, ma ( è bene tenerlo presente ) varrà anche per l'avvenire quando la maggioranza di Governo sarà diversa.

E' necessario una volta per tutte uscire da questa ambiguità; l'autonomia scolastica esige un governo del sistema scolastico democratico e pluralista.

 

Nota del Comitato per la Scuola della Repubblica di Firenze per Ecole.