ItaliaOggi anticipa i numeri dell’operazione sulle cattedre
 che si svolgerà nei prossimi tre anni .

Scuola, assunzioni da 114 mln di €.

È il costo degli 87 mila insegnanti a tempo indeterminato.

 di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi del 28/5/2005

 

L’operazione assunzioni nella scuola costerà alle casse dello stato circa 114 milioni di euro. A tanto ammonta la spesa che dovrà affrontare l’erario per pagare gli 87 mila insegnanti che il ministero dell’istruzione ha intenzione di assumere, nei prossimi tre anni, non più come supplenti ma a tempo indeterminato. I numeri dell’operazione assunzioni, che ItaliaOggi è in grado di anticipare in esclusiva, sono stati elaborati dal dicastero di viale Trastevere sui dati economici relativi al flottante degli stipendi trasmessi dal mistero del tesoro. Lo schema del decreto interministeriale (istruzione-funzione pubblica-tesoro), che è al vaglio di Domenico Siniscalco, ministro dell’economia, consta di 4 articoli, nei quali si prevede che, stante l’assenza de blocco delle assunzioni nella scuola, si può procedere all’autorizzazione di 87.718 immissioni in ruolo (si veda ItaliaOggi di ieri) sulle cattedre lasciate libere dai prossimi pensionamenti. La richiesta riguarda dunque solo il profilo docente ed educativo, visto che il piano triennale di assunzioni previsto dalla legge n. 143/2004 non parla anche degli altri profili dei dipendenti scolastici, ossia gli ausiliari, i tecnici e gli amministrativi. Anche se per gli Ata le carenze nell’organico sono più sostanziose, più del doppio rispetto agli insegnanti: a fine 2005 si stimano saranno 33 mila cattedre vuote contro i 79 mila posti scoperti degli Ata.

 

I NUMERI

Al 1° settembre 2006 e al 1° settembre 2007 si libereranno rispettivamente 20 mila e 19.744 cattedre, che si aggiungono ai posti lasciati scoperti negli anni precedenti. Vanno poi sottratte le 7.100 cattedre destinate in un primo momento alla lingua inglese alle elementari poi recuperate all’insegnamento generate. E stato così calcolato in 55.074 il contingente da immettere in ruolo il prossimo settembre, seguito da 12.900 dal 1° settembre 2006 e 19.744 dal 1° settembre 2007. Un’operazione che, precisa il decreto, non comporterà maggiori oneri a carico del bilancio dello stato.

 

I COSTI

Ed è su questo punto che la relazione tecnica di accompagnamento è più ricca di particolari. Nel tentativo di dimostrare come assumere insegnanti a tempo indeterminato sia tutto sommato un’operazione si più costosa del ricorso al precariato, ma comunque fattibile. Perché coperta, abbondantemente, dai risparmi causa cessazioni dal servizio. Il dicastero dell’istruzione ha il difficile compito di far passare un piano di assunzione in un periodo nel quale i conti pubblici sono in difficoltà e l’economia è in crisi. E la tentazione del governo è di puntare a stringere sulle voci di uscita del bilancio pubblico piuttosto che immettere nuovo personale a tempo indeterminato nei ranghi della p.a. stabilizzando la nuova spesa. Il flusso in uscita dalla scuola, argomenta invece il dicastero guidato da Letizia Moratti, è tale da consentire di assumere nuovi insegnanti risparmiando addirittura 129 milioni di euro. I docenti che infatti andranno in pensione consentiranno alle casse dello stato di risparmiare circa 242 milioni di euro. Risparmio corroso dalle nuove assunzioni, che comporterebbero un’uscita di 114 milioni di euro in più rispetto alla soluzione supplenze. Resta dunque un ampio margine di risparmio netto.

 

LA CARRIERA

Le assunzioni, il primo anno, non comportano oneri maggiori rispetto alle supplenze. Perché si parte dallo stesso livello, ossia il primo. Salvo poi conteggiare gli anni pregressi di precariato che danno diritto a una progressione di scaglione e dunque di stipendio. Le assunzioni saranno fatte attingendo per metà dalle graduatorie di concorso per la restante metà da quelle permanenti. Per le prime, l’anzianità pregressa è stata stimata tra i tre e gli otto anni, corrispondenti alla seconda fascia retributiva. Per i prof. iscritti nella seconda, il pre-ruolo in media è di 9/14: anzianità di terza fascia. Il costo della ricostruzione ammonterebbe così a 82 milioni di euro per la prima tranche di assunzioni, a 22 milioni per la seconda e a 30 milioni per la terza.

 

LE REAZIONI

Il provvedimento dovrebbe approdare nei prossimi giorni al consiglio dei ministri. Le reazioni dei sindacati sono però già arrivate. «Ormai sono tre mesi che si rincorrono voci circa provvedimenti sulle immissioni in ruolo come se si trattasse di una benevola concessione mentre è un obbligo previsto da una legge dello stato», dice Enrico Panini, segretario della Cgil scuola. «Un decreto di autorizzazione alle assunzioni sarebbe una determinazione necessaria per l’eliminazione della piaga del precariato», commenta Francesco Scrima, numero uno della Cisl scuola, «ma non può basarsi solo sulla legge 143/2004, bensì deve fare riferimento alla legge finanziaria 2005 che, escludendo il personale scolastico dal blocco delle assunzioni, supporta autorevolmente una soluzione per tutte le tipologie professionali del personale della scuola, incluso il personale Ata». Serve, insomma, una politica programmata di assunzioni in ruolo di tutte le tipologie professionali, ribadisce la Cisl scuola, «per garantire l’efficacia-efficienza complessiva della scuola pubblica. «L’esclusione degli Ata», aggiunge Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola, «è incomprensibile e scatenerebbe un malcontento molto acceso tra i dipendenti».