Tre domande sulla scuola.
In praticamente tutte le regioni italiane, le
nomine per il sostegno sono ormai di competenza dei direttori
regionali. Ma i consigli scolastici regionali hanno tenuto conto delle
tante sentenze sul numero delle ore di sostegno? L'impressione è che
ministero e Csa abbiano sempre ignorato le pronunce dei tribunali ma
anche della Costituzione sul diritto allo studio dei ragazzi con
disabilità.
di Rolando Alberto Borzetti, da
Superabile del 27/6/2005
Abbiamo visto, sia in Sicilia che nel Biellese,
nel Lazio, ma credo ormai in tutte le regioni italiane, che le nomine
per il sostegno, a seguito dell’art 35 comma 7 della legge finanziaria
n. 289/02, non sono più di competenza dei Dirigenti scolastici, ma dei
Direttori regionali. I Dirigenti trasmettono a questi le richieste
formulate nei progetti didattici i quali a loro volta dovrebbero
essere formulati, caso per caso, dai consigli di classe (art 41 D M n.
331/98), sulla base dei piani educativi individualizzati.
Questi piani dovrebbero essere predisposti dai GLH operativi,
composti, oltre che dagli insegnanti, anche dagli operatori
sociosanitari e dalle famiglie (art 12 comma 5 L.n. 104/92). Almeno
questo è quanto dice la legge. Purtroppo invece, sappiamo che nella
maggioranza dei casi, se non nella totalità dei casi, i piani
educativi individualizzati vengono formulati senza la presenza degli
operatori di territorio e quindi, in quella sede, non si può svolgere
la normale dialettica con la scuola, dalla quale dovrebbe risultare
l’effettiva necessità delle risorse che non debbono consistere solo in
ore di sostegno.
Sappiamo inoltre che i progetti didattici personalizzati quasi mai
vengono preparati da tutto il consiglio di classe, stante l’endemica
impreparazione sull’integrazione solastica di quasi tutti i docenti
curriculari (e la perpetrata delega al docente specializzato),
soprattutto perché il ministero non ha ancora provveduto a obbligarli
a quella preparazione necessaria per una buona intergrazione
scolastica.
Da quello che abbiamo letto negli articoli di stampa, almeno nel
Biellese, ma credo in tutte le regioni, i Direttori scolastici
decidono secondo criteri rigidi e astratti di riduzione della spesa e
questo credo sia un fatto ormai acclarato. Ma lasciamo da parte un
attimo queste considerazioni per riprenderle poi successivamente. Il
problema che voglio affrontare è un altro. Le numerose ordinanze dei
tribunali degli ultimi due anni hanno dimostrato che l'attribuzione a
un alunno con disabilità di un numero di ore di sostegno non adeguato
alle sue condizioni è una palese violazione del suo diritto
all'educazione e all'istruzione e il vincolo della dotazione organica
della scuola può costituire impedimento all'assegnazione al disabile
delle ore di sostegno necessarie alla realizzazione del proprio
diritto.
La mia prima domanda è questa: quanto hanno tenuto conto di questi
pronunciamenti (se ne hanno tenuto conto) i Consigli scolastici
regionali?
Andiamo alla seconda domanda. Il progetto didattico personalizzato per
chiedere le deroghe deve essere formulato da tutto il consiglio di
classe, ma tale norma, presente nell’art 5 del DPR del 24/2/94 non è
stata quasi mai applicata; né alcuno si è preoccupato di pretenderne
il rispetto, pur essendo previsto dall’art. 7 dello stesso DPR
l’obbligo delle regioni di vigilare sulla sua attuazione e la
permanenza in capo al MIUR del potere di vigilanza ispettiva sulle
scuole. Allora chiedo, è regolare che chi è preposto si pronunci su un
progetto in realtà non conforme a quanto stabilito per legge?
Terza domanda. Dopo l'assegnazione delle ore (irregolare, visto quanto
detto prima) questo monte ore assegnato ritorna alle scuole. Qui le
scuole dovrebbero applicare alla lettera quanto assegnato dal CSA,
invece non avviene mai così. Queste ore vengono redistribuite
nuovamente dai gruppi di lavoro, che, visto il taglio apportato,
rifanno la distribuzione dei piani, togliendo ovviamente a chi per
legge aveva quel diritto sacrosanto alla deroga. In pratica, insomma,
vengono penalizzati gli alunni che hanno bisogno di più ore rispetto a
quelli che di fatto ora come ora beneficiano della ricaduta di ore
concesse in deroga ed utilizzate a pioggia su tutti invece che 'ad
personam'.
E' regolare tutto ciò? Io direi "cornuti e mazziati", due volte: una
volta dal ministero (e CSA) e l'altra dalle scuole, che ignorano le
pronunce dei tribunali e della nostra Costituzione cioè che
"l'attribuzione al minore handicappato di un numero non adeguato di
ore di sostegno didattico si risolve nella ingiustificata
compromissione di un fondamentale diritto dell'individuo portatore di
handicap alla educazione ed all'inserimento scolastico, diritto non
suscettibile di affievolimento!”.