L'integrazione scolastica?

Bocciata dalla riforma.

Volontà politica o svista? La lacuna per qualcuno fa sorgere dei dubbi.

da Disabili.com del 29/6/2005

 

Astuta scelta politica o imperdonabile dimenticanza? Che si tratti dell'una o dell'altra, l'esclusione degli studenti disabili dalle superiori è inaccettabile. Nello schema del decreto delegato sulla riforma del secondo ciclo di istruzione, relativo ai licei e alle scuole di formazione professionale, il ministro Moratti non ha fatto alcun accenno all'integrazione scolastica. Una "svista" che non ha fatto che alimentare le polemiche e le proteste di chi questa riforma non l'ha mai accolta con particolare entusiasmo. Tra le diverse osservazioni critiche ora ne emerge una molto dura: la riforma non vorrebbe gli alunni con disabilità nel sistema dei licei, dal momento che non vi è alcun cenno, neppure di sfuggita, all'integrazione scolastica.

"Purtroppo quando i politici non si fanno assistere da esperti  nella storia della normativa vigente - sostiene Salvatore Nocera, vicepresidente Nazionale della FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap - non debbono poi lamentarsi se i soggetti sociali sensibili, quali quelli delle associazioni di persone con disabilità e loro familiari, poi li colgono in castagna, magari attribuendo loro intenzioni mai avute". In politica però conta non solo ciò che si fa, ma anche il silenzio, spesso più assordante di un tuono. E questa volta il silenzio del Ministro ha fatto molto male. Perchè, anche se non vogliamo pensare che dietro questa omissione ci sia un preciso disegno politico, ci troviamo comunque davanti ad una grave dimenticanza. Perchè indicativo della sempre minore attenzione che i politici - e la società in genere - ha del problema dell'integrazione, scolastica ma non solo.


Forse basterà una segnalazione al Ministero per risolvere il problema. Era già accaduto in passato, quando una lettera scritta dalla Fish contribuì a far inserire, all'interno del decreto sulla scuola primaria, un esplicito riferimento ai principi dell'integrazione scolatica. L'episodio si potrebbe ripetere. Ora
"è sufficiente - prosegue Nocera - che nelle premesse del decreto vengano citate sia la Sentenza n. 215/87 della Corte costituzionale, che ha sancito in modo pieno ed incondizionato il diritto degli alunni con disabilità di frequentare le scuole superiori, sia la L.n. 104/92, che tale diritto ha esplicitato in un atto legislativo".

Nello schema del decreto nulla si dice nemmeno sull'integrazione scolatica nella formazione professionale: basterebbe, in questo caso, fare un riferimento ai proncipi della L.n. 104/92 nell'articolo relativo i principi del sistema di formazione professionale.
"Si spera che nella prossima riunione dell'Osservatorio - conclude Nocera - venga dal Ministero una precisazione chiarificatrice. In mancanza, contro ogni logica, il ministero darebbe al dubbio serpeggiante fra le associazioni l'humus favorevole per attecchire; questo le associazioni non lo vogliono, e anche il ministero non dovrebbe volerlo".