Secondo ciclo.

Quei circuiti d’eccellenza.

da Tuttoscuola dell'8/6/2005

 

La tendenza comincia a essere ormai visibile nelle università. Si sta costituendo un circuito universitario di serie A, uno di serie B e uno di serie C. Anche nei finanziamenti.

Gli emendamenti di An e dell’Udc al testo del dlgs. sul secondo ciclo, legittimati anche da Confindustria e, purtroppo, da molte parti del mondo sindacale, vanno nella stessa direzione. Essi, infatti, accreditano, nella scuola di Stato, il liceo classico come liceo per eccellenza, per i migliori; i licei coreutico-musicali, linguistici, scientifici e delle scienze umane come licei che svolgono di fatto la stessa funzione del liceo classico, ma con minor livello qualitativo; i licei con indirizzi che assorbono l’attuale istruzione tecnica, i quali non sarebbero all’altezza né dei licei né degli istituti tecnici; i percorsi dell’istruzione e formazione professionale di qualifica (triennali) e di diploma (quadriennali) destinati a chi fallisce nei percorsi liceali; e infine i percorsi dell’apprendistato a partire dai 15 anni, destinati apparentemente a chi fallisce anche i percorsi di istruzione e formazione professionale.

In questa maniera, le speranze di costituire un unico sistema educativo internamente articolato in due sottosistemi di pari dignità sembrano liquidate. A meno che la prospettiva autentica e non adulterata del campus venga reintegrata proprio dalle Regioni, a livello di distribuzione dell’offerta formativa territoriale.

Troppo pessimisti? Vedremo.