Secondo Ciclo

4. Dove vai se la riforma non ce l’hai?

da Tuttoscuola del 14 giugno 2005

 

L’idea di una sperimentazione come l’ha presentata il ministro Moratti non è piaciuta all’opposizione.

E’ possibile avviare in via sperimentale una riforma che non esiste? E’ la domanda che pone la senatrice Maria Chiara Acciarini, capogruppo ds nella commissione Istruzione del Senato, secondo la quale "non basta pubblicare un testo sul sito del ministero per renderlo attuabile dalla scuola che non è stata interpellata... Al 9 giugno, le scuole stanno per chiudere e sono impegnate nelle attività degli scrutini e delle valutazioni che dovrebbero essere svolte senza preoccupazioni ed ecco che il ministro annuncia che dal prossimo anno potrà cominciare la sperimentazione del decreto sul secondo ciclo". Questo modo di procedere, conclude la sen. Acciarini, è paradossale.

Non meno dura è la posizione di Silvia Costa, assessore all’istruzione, formazione e diritto allo studio della regione Lazio, che ha affermato che "la previsione di iniziare da settembre 2005 la sperimentazione dell’applicazione del secondo ciclo dimostra che il Ministro Moratti nega il dialogo istituzionale perché considera del tutto ininfluenti i passaggi parlamentari (commissioni di merito di Camera e Senato) ed istituzionali (Conferenza unificata). Si tratterebbe - sottolinea l’assessore Costa - solo di un artificio per farlo accettare a scatola chiusa come già accaduto per il primo ciclo".

Secondo l’assessore della Margherita "l’iniziativa avrebbe senso solo se tutte le scuole fossero chiamate ad aprire una stagione sperimentale da chiudere dopo un puntuale monitoraggio ed una rigorosa verifica dei risultati". In caso contrario rappresenterebbe "un azzardo, un salto nel buio, aggravando un quadro scolastico che presenta già indici molto elevati di confusione e disorientamento degli studenti, delle famiglie, dei docenti".

Il senatore Manzini, responsabile scuola della Margherita, ha dichiarato che "la scuola è una cosa seria e non sopporta improvvisazioni o strappi. Non si può intervenire sull’istruzione e formazione professionale, che è costituzionalmente di competenza delle Regioni. Sperimentazioni ferragostane sono un film già visto e i risultati non furono certamente esaltanti". Il sen. Manzini ha detto infine che "maggiore rispetto delle commissioni parlamentari e della Conferenza unificata non guasterebbe".