La riforma Moratti esclude
gli studenti con disabilità dalle superiori?
Nello schema di decreto delegato approvato in
prima battuta dal governo sulla riforma della scuola secondaria, non
vi è alcun cenno all'integrazione scolastica. Sicuramente si è
trattato di una svista e di una omissione. Possibilità di recuperare
ce ne sono, sempre che lo si voglia fare . . .
di Salvatore Nocera da
Superabile del 20 giugno 2005
Il 27 Maggio scorso il Governo ha approvato
preliminarmente (in attesa dell’approvazione definitiva dopo il lungo
iter di pareri ufficiali) lo schema di decreto delegato sulla riforma
del secondo ciclo di istruzione, concernente il sistema dei licei e
della formazione professionale.
Il testo, ulteriormente rielaborato anche dopo l’approvazione
governativa (oltre 13 versioni) è stato fatto conoscere solo pochi
giorni fa ed ha ulteriormente rinfocolato le proteste di quanti non
hanno mai visto positivamente la riforma fin dall’inizio. Tra le varie
osservazioni critiche ne emerge una molto dura e cioè che la riforma
non vorrebbe gli alunni con disabilità nel sistema dei licei, dal
momento che non vi è alcun cenno, neppure di sfuggita all’integrazione
scolastica.
Purtroppo quando i politici non si fanno assistere da esperti nella
storia della normativa vigente, non debbono poi lamentarsi se i
soggetti sociali sensibili, quali quelli delle associazioni di persone
con disabilità e loro familiari, poi li colgono in castagna, magari
attribuendo loro intenzioni mai avute. Però, in politica, conta non
solo ciò che si fa, ma anche la sua comunicazione ed il silenzio su di
un tema simile è più assordante di un tuono.
Personalmente non sono fra quelli secondo i quali a pensar male, si fa
peccato, ma si indovina. Non ritengo cioè che dietro a questo silenzio
ci sia una scelta politica ben precisa; io credo invece che trattasi
di una banale, anche se assai grave, omissione, dovuta a scarsa
attenzione al problema dell’integrazione scolastica, ormai
sopravanzato, nell’agenda politica, da problemi ritenuti,
erroneamente, più urgenti, quali l’integrazione interculturale etc. La
riprova credo possa cogliersi nel fatto che anche lo schema di decreto
delegato sulla scuola primaria presentava, nella sua prima stesura,
questa imperdonabile lacuna.
La Fish e le associazioni aderenti scrissero una lettera molto
risentita al ministro, dandone ampia informazione alla stampa, e la
stesura definitiva del decreto che ha assunto il n. 59/04 ha inserito,
sia pur in extremis, un esplicito riferimento ai principi
dell’integrazione scolastica sanciti con la L.n. 104/92.
Ritengo pertanto che basti una semplice segnalazione al Ministero (che
comunque dovrebbe essere più attento a questi aspetti) per risolvere,
come allora, il problema. E’ sufficiente che nelle premesse del
decreto vengano citate sia la Sentenza n. 215/87 della Corte
costituzionale, che ha sancito in modo pieno ed incondizionato il
diritto degli alunni con disabilità, anche grave e gravissima, di
frequentare le scuole superiori, sia la L.n. 104/92 che tale diritto
ha esplicitato in un atto legislativo.
Sarà inoltre sufficiente che si faccia riferimento ai principi della
L.n. 104/92 in qualche articolo del decreto, come è avvenuto nel
precedente, come ad es. nell’art 3, concernente i principi ispiratori
del sistema dei licei e nell’art 21, concernente i principi del
sistema di formazione professionale. E già, perché nulla si dice nello
schema di decreto dell’integrazione scolastica anche nella formazione
professionale.
Ora, se ci fosse stata una volontà politica di esclusione dai licei,
avrebbe dovuto comparire necessariamente il riferimento alla
formazione professionale, dal momento che il doppio binario
alternativo richiede l’adempimento del dovere o di istruzione o di
formazione professionale, anche per gli alunni con disabilità, che non
possono divenire invisibili per il sistema dopo la scuola del primo
ciclo. Questa è un’ulteriore riprova della svista, grave (ma pur
sempre svista), che non si sarebbe verificata se il Ministro avesse
letto le osservazioni che su tale bozza di decreto le associazioni
avevano formulato già dal Luglio del 2004 nella riunione dei gruppi di
lavoro dell’Osservatorio ministeriale sull’integrazione scolastica.
Si spera che nella prossima riunione dell’Osservatorio venga dal
ministero una precisazione chiarificatrice. In mancanza, contro ogni
logica, il ministero darebbe al dubbio serpeggiante fra le
associazioni l’humus favorevole per attecchire; questo le associazioni
non lo vogliono, e anche il ministero... non dovrebbe volerlo.