"Cancellare " le leggi Moratti significa abrogarle.

di Corrado Mauceri (comitato di Firenze "per la scuola della Repubblica")
da ReteScuole del 13/6/2005

 

Senza dubbio il termine "cancellare" non è un termine giuridico; ma "cancellare " nella lingua italiana significa: "fare segni o freghi su ciò è scritto o disegnato per renderlo illegibile,annullarlo e sim. " Annullare, distruggere, eliminare, rimuovere da un programma e sim" (V. Zingarelli); non c'è però dubbio che in termini giuridici "cancellare" si traduce in "abrogare" e non "correggere".

Ciò detto, vorrei capire per quale ragione politica, quando il maggior partito del centro-sinistra assume una posizione che corrisponde a quella di molte realtà di base (anche per merito di queste realtà), c'è sempre qualcuno che deve darne una lettura riduttiva e spesso distorta ,accreditando in tal modo le posizioni più moderate (senza dubbio presenti nel centro-sinistra).

Sono utili tali letture riduttive e/o distorte? Se veramente vogliamo che le leggi Moratti siano abrogate, con quali forze pensiamo che sia possibile abrogarle? si può prescindere dai parlamentari del centro-sinistra? non è più efficace richiamare le forze politiche agli impegni che si sono assunti sia nei congressi sia in numerosi incontri pubblici ? "meno siamo, meglio è" andava bene per la simpatica trasmissione di Renzo Arbore, ma non per abrogare le leggi Moratti ed avviare una politica scolastica che sia alternativa a quella delle destre e largamente condivisa.

Lavoriamo quindi noi nelle nostre realtà locali e coordiniamoci, ma incalziamo anche le forze politiche affinchè nel programma dell' UNIONE ci siano scelte chiare ed, in primo luogo, l' abrogazione o cancellazione delle leggi Moratti.

Ringrazio Monica Bacis per l'occasione che mi ha dato per questo ulteriore chiarimento e spero che la parola d'ordine "abroghiamo le leggi Moratti " con il contributo di tutti si possa tradurre al più presto in concreta iniziativa politica unitaria.

 

p. Il Comitato di Firenze " Per la scuola della Repubblica"
Corrado Mauceri

 

Congresso Ds:
CANCELLARE non significa ABROGARE

Vorrei sottolineare che al congresso dei Ds non si è affatto parlato di abrogazione, ma di cancellazione della riforma moratti (vedi verbale) e che dal punto di vista giudirico la parola "cancellazione" non ha alcun significato. Direi che con questo escamotage linguistico i Ds di sono espressi a parole contro la riforma moratti, ma nella sostanza non hanno assunto nessun impegno politico in senso abrogativo. Inoltre nel corso di quest'anno abbiamo sentito più di una preoccupante dichiarazione di esponendi Ds che concordano sul fatto che la riforma vada corretta, ma non abrogata. Tutto ciò non fa certo ben sperare e non ci permette oggi di avere alcuna certezza sulla volontà abrogativa del maggior partito di opposizione. I soli partiti politici che finora si sono dichiarati a favore dell'AGROGAZIONE della legge moratti sono rifondazione comunista, comunisti italiani e verdi.

Monica Bacis
CoordinamentoZona3
Milano

 

Ai DS la riforma Moratti non piace:
il congresso nazionale ha deliberato
"la cancellazione della legge 53"

 

Nel sito Retescuole in data 1/6 u.s. è pubblicato una nota a firma di Angelo Verpelli intitolata "Perchè la riforma del sistema scolastico piace anche al centro-sinistra?

Io penso però che non sia giusto nè fare il processo alle intenzioni, nè, tanto meno,generalizzare; difatti è possibile che alcune componenti del centro-sinistra possano avere un'idea della scuola come quella rappresentata da Verpelli; ma è CERTO che questa idea non può essere quella del maggior partito del centro-sinistra e cioè dei DS che nel suo ultimo congresso nazionale ha approvato un o.d.g. ( v. allegato ) in cui in modo netto ed inequivoco si assume l'impegno non solo della abrogazione delle leggi Moratti, ma di una politica scolastica alternativa a quella delle destre; lo stesso impegno è stato assunto dal Rif. Com, PdCI, VERDI oltre che da molte organizzazioni scolastiche e tra queste la CGIL Scuola e Cobas.

Esiste quindi uno schiertamento vasto , impegnato per l'abrogazione delle leggi Moratti e per una proposta alternativa; è necessario sostenere con forza questa linea anche per scoraggiare eventuali ripensamenti; in questo senso il Comitato di Firenze "FERMIAMO LA MORATTI " si è concretamente impegnato, formulando una proposta di legge per l'abrogazione delle leggi Moratti( reperibile nello stesso sito di Retescuole); auspichiamo che possa formarsi un vasto schieramento di associazioni e comitati per dare concretezza a questo primo impegno; è evidente infatti che l'immediata abrogazione delle leggi Moratti è preliminare ad ogni altra proposta.

Corrado Mauceri
Per la Scuola della Repubblica
Comitato di Firenze


 

5 Febbraio 2005
Ordine del giorno sulla Scuola
Approvato dal Congresso.

 

La legge Moratti e l’intera politica del governo di centro-destra negano l’eguaglianza del diritto di tutti a quel bene primario che è l’istruzione, destrutturano e impoveriscono il sistema pubblico e rappresentano un arretramento della cultura della scuola e dell’Italia.

I democratici di sinistra si impegnano a costruire da subito un progetto diverso e alternativo, facendolo vivere in una grande campagna di discussione nel Paese e nel confronto con tutte le forze del centro-sinistra. A partire dalla convinzione che oggi serve “più scuola”, pubblica, laica e di qualità e che garantire il diritto alla cultura e a una formazione qualificata per tutti e per tutta la vita è condizione di democrazia e questione decisiva per la qualità del sistema produttivo. Per questo i democratici di sinistra si impegnano ad inserire nell’agenda del nuovo governo la cancellazione della legge n. 53 e l’immediato avvio di tutti quei provvedimenti necessari a rilanciare il processo di riforma e di innovazione del sistema formativo italiano, nel quadro degli obiettivi indicati dalla Conferenza di Lisbona.

In questo quadro obiettivi decisivi sono:

- la concreta attuazione del dettato costituzionale per quanto riguarda l’autonomia scolastica e la funzione delle Regioni e delle autonomie locali nella programmazione dell’insieme dell’offerta formativa sul territorio;

- investire con forza sulla qualità delle esperienze formative nella fascia 0-3, ampliando e qualificando l’offerta degli asili nido e facendo uscire questo settore dalla condizione di servizio a domanda individuale di tipo assistenziale per affermare il diritto di ogni bambino/a a una esperienza educativa fin dai primi mesi di vita;

- generalizzazione della scuola per l’infanzia, da realizzare investendo le risorse necessarie, come completamento dell’asse educativo 0-6 anni;

- rafforzare il valore educativo della “comprensività” nella scuola primaria; riportare in vigore l’articolo 130 del Testo unico che regolamenta il tempo pieno e il tempo prolungato, nella prospettiva della loro estensione;

- riaffermare il valore dell’obbligo scolastico, con il suo immediato innalzamento al biennio della superiore, attraverso una profonda riforma che permetta di accogliere e valorizzare le intelligenze diverse, nel quadro di un processo di affermazione del diritto all’educazione per tutti fino ai 18 anni;

- promuovere la spendibilità a livello europeo di diplomi e lauree conseguiti nel sistema di istruzione del nostro Paese;

- investire su un sistema integrato di formazione permanente da definire organicamente, a partire dall’affermazione legislativa del diritto alla formazione per tutto l’arco della vita come nuovo diritto di cittadinanza, per contrastare anche per questa via l’obsolescenza dei saperi professionali e i fenomeni di analfabetismo di ritorno;

- riprendere gli investimenti nel sistema formativo e nella valorizzazione sociale e professionale degli insegnanti; definire nel quadro della eliminazione del lavoro precario, percorsi formativi e nuove forme di reclutamento pubblico, nel rispetto della libertà di insegnamento e nella unicità e specificità della funzione docente come elemento portante dell’autonomia scolastica;

- definire sedi di partecipazione democratica dei genitori, degli studenti, degli insegnanti e del personale della scuola alla vita e alle attività del sistema scolastico e formativo in rapporto con il territorio e con tutte le sue espressioni sociali e istituzionali.