Unione: cancellare o no la legge 53?

Questo è il problema.

da Tuttoscuola del 29/6/2005

 

Quale sarà la linea di politica scolastica dell’Unione? In attesa che la "Fabbrica" di Prodi elabori una proposta condivisa dal variegato schieramento di forze politiche e sociali che convivono nella coalizione di centro-sinistra, si vanno delineando due diverse posizioni. La cartina al tornasole delle differenze è costituita dal diverso destino che viene riservato alla legge n. 53/2003: cancellarla (ossia fornire lo stesso trattamento riservato dall’attuale maggioranza alla riforma Berlinguer-De Mauro) oppure emendarla?

Su questo amletico interrogativo si stanno formando due partiti trasversali. Al primo appartengono i parlamentari di vari partiti (De Simone-Prc, Sasso-Ds, Colasio-Margherita, Bulgarelli-Verdi, Galante-Pdci, Villetti-Sdi, Grignaffini-Ds, Rusconi-Margherita) che hanno redatto una loro proposta programmatica "da sottoporre a un ampio dibattito perché sia condivisa da forze sociali e mondo della scuola". Nel documento si sostiene che la legge n. 53 "va cancellata" e sostituita con una serie di provvedimenti così sintetizzabili: obbligo solo nella scuola fino a 16 anni nei primi 100 giorni e a 18 nella legislatura; biennio unitario; espansione del tempo pieno e prolungato; innalzamento al 6% della quota del PIL da destinare alla scuola; eliminazione del precariato.

Diversa e più cauta sembra essere la posizione di Prodi, che ha più volte ribadito (lo ha fatto anche lo scorso 23 giugno in un dibattito con Epifani, segretario della CGIL) che "non si può fare che ogni anno il Paese riparta su tutto", e che è invece necessario "fare un esame della legislazione per essere pronti, se si vincono le elezioni, a dare chiara l’idea di cosa togliere e cosa cambiare". Anche Rutelli, e in precedenza D’Alema e Amato, si sono espressi in termini analoghi, mentre l’ex sottosegretaria Soliani della Margherita sostiene che occorre puntare, al di là delle questioni di ordinamento, su "alcune grandi finalità politiche quali la qualità del servizio e dei suoi risultati, l’uguaglianza delle opportunità, l’intesa con Regioni e autonomie locali, investimenti su autonomia scolastica e progettualità". Obiettivi, sembra di capire, non incompatibili con una rivisitazione, per quanto profonda, della legge n. 53, ma che non ne richiedono la "cancellazione".