Legge Biagi. Gli accordi regionali sull'apprendistato. La fotografia dell'attuazione della normativa nel dossier del Welfare. di Nicoletta Cottone, da Il Sole 24 Ore del 3 giugno 2005.
Un dossier del ministero del Welfare fa il punto sullo stato di attuazione dell’apprendistato a livello regionale. La legge Biagi prevede l’articolazione di questo istituto in tre tipologie di contratto: diritto-dovere di istruzione e formazione, professionalizzante e per l’acquisizione di un diploma o percorsi di alta formazione. Spetta alle regioni regolamentare i profili formativi, mentre ai contratti collettivi sono demandati alcuni adempimenti, dalla durata alla formazione esterna e interna, alla facoltà di derogare all’esclusione degli apprendisti dal computo dei limiti numerici per l’applicazione di particolari istituti. Fra le altre una delle modifiche di maggior rilievo nella conversione in legge del Dl competitività (Dl 35/2005, convertito dalla legge 80/2005) interessa i datori di lavoro, che potranno accedere al nuovo contratto di apprendistato professionalizzante anche se le Regioni non hanno emanato le disposizioni in ordine ai profili formativi.
Apprendistato di alto livello Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana hanno già firmato con il ministero del Welfare un protocollo d’intesa che rappresenta il via libera alle sperimentazioni. Il contratto consente di conseguire un titolo di studio secondario, universitario, di alta formazione e per la specializzazione tecnica superiore. Apripista è il Veneto, che ha sottoscritto il 29 luglio 2004 l’accordo che coinvolge sistema universitario e organizzazioni degli imprenditori. Riguarda 5 titoli di master che interessano 100 giovani laureati, corrispondenti a professionalità richieste nella Regione: esperti di pianificazione e controllo nelle aziende del terziario, ricerca e sviluppo di prodotto, produzione e logistica, gestori della commessa edile e meteorologi. Subito dopo l’Emilia Romagna, il 13 ottobre 2004 ha siglato un’intesa, definendo l’alto apprendistato e costituendo un Comitato regionale per l’attuazione della sperimentazione e la verifica delle opportune sinergie con le altre esperienze in corso in Italia. La delibera 14 febbraio 2005 n. 294 ha dato il via libera alla presentazione di progetti di alta formazione in apprendistato. L’accordo con la Lombardia è, invece, datato 3 novembre 2004 e prevede la sperimentazione di percorsi formativi per il conseguimento di un titolo di studio di specializzazione tecnica superiore o di master di primo e secondo livello per apprendisti da 18 a 29 anni, oltre a una prima regolamentazione dell’apprendistato per la sperimentazione. Istituita anche una cabina di regia nazionale per monitorare le esperienze regionali. Il Piemonte ha siglato l’intesa il 14 dicembre 2004. I percorsi formativi sperimentali prevedono una sinergia e una integrazione con atenei, scuole, istituti di formazione e imprese. Anche qui cabina di regia sulle sperimentazioni. La Toscana ha siglato l’accordo il 26 gennaio 2005. I percorsi formativi hanno come obiettivo il conseguimento di una laurea breve o di un master universitario di primo o secondo livello in discipline scientifiche ed economiche. La caratteristica è l’alternanza e l’integrazione fra il percorso in azienda e quello nell’istituzione formativa. Il progetto prevede l’assunzione di un centinaio di apprendisti.
Apprendistato professionalizzante Su questo fronte più regioni hanno risposto all’appello. La Liguria ha stipulato l’8 luglio 2004 un protocollo d’intesa, seguito da una delibera del 16 novembre 2004 che ha tracciato le linee guida dell’apprendistato professionalizzante. La base per l’autorizzazione del contratto è la previsione di un minimo di 120 ore di formazione formale, sia all’interno, sia all’esterno dell’azienda. La Regione Marche ha siglato l’accordo il 5 novembre 2004, che rende possibile l’attivazione immediata di questi contratti e disciplina questo tipo di apprendistato in via transitoria per il settore terziario, distribuzione e servizi, definendo i profili formativi per il settore della distribuzione cooperativa. Il 16 novembre 2004 la Regione ha approvato la delibera che definisce i profili formativi di questo contratto. Due anni di sperimentazione per la Lombardia che il 10 gennaio 2005 ha siglato l’intesa per terziario, distribuzione e servizi, con l’obiettivo di fissare i contenuti dei profili formativi, definire le modalità di certificazione delle competenze per l’apprendista, individuando gli standard di competenza dei tutor aziendali, nonché i criteri e i requisiti sulla capacità formativa delle imprese. In Veneto, che ha dettato i primi indirizzi operativi il 28 gennaio 2005, primi passi all’insegna della sperimentazione per rendere operativo questo particolare contratto di lavoro: la nuova regolamentazione è scattata dal 4 aprile 2005. In Abruzzo l’intesa del 10 febbraio 2005 consente alle aziende di assumere apprendisti da 2 a 6 anni in numero non superiore al 100% delle maestranze specializzate e qualificate in servizio. In Umbria lo schema di accordo, siglato il 24 febbraio 2005, consente la gestione transitoria fino al 31 dicembre 2005 tra vecchia e nuova normativa. E’ stato anche costituito un gruppo tecnico per definire, fra le altre, i profili formativi, il modello di piano formativo individuale, i criteri e i requisiti sulla capacità formativa delle aziende. Le prime linee guida sono state individuate in Puglia dalla delibera 2 marzo 2005 n. 184. Qui è stato istituito un tavolo di lavoro, presieduto dall’assessore al Lavoro che avvierà la concertazione per i nuovi provvedimenti da adottare in tema di apprendistato. Il Piemonte ha disciplinato il 30 marzo questo istituto, con una sperimentazione di due anni. Nel Lazio sperimentazione all’insegna del turismo, grazie all’accordo siglato il 1° aprile scorso, ratificato da una delibera che detta le regole sia per stipulare i contratti, sia sulle modalità dei percorsi formativi. In Toscana è partito dal 1° aprile l’apprendistato professionalizzante, definito dal regolamento regionale e dalla delibera approvata il 21 marzo 2005 n. 427 che ha fissato profili formativi, registrazione della formazione nel libretto formativo, regolamentando anche l’attività formativa esterna. |