Secondo ciclo.

La licealizzazione dei tecnici sacrifica il latino.

 da Tuttoscuola del 27/1/2005

 

Il "Profilo educativo, culturale e professionale dello studente liceale" approvato, oltre un anno fa, dalla Commissione presieduta dal Prof. Bertagna richiede allo studente di «riconoscere in tratti e dimensioni specifiche della cultura e del vivere sociale contemporanei radici storico-giuridiche, linguistico-letterarie e artistiche che li legano al mondo classico». Una competenza di questa natura è molto difficile che, in un liceo, possa maturare senza incontrare la lingua e la civiltà latina.

La circostanza era così condivisa che le commissioni di esperti incaricate di elaborare le prime proposte di piani di studio avevano previsto la presenza della lingua e della civiltà classica in tutti i licei. Ma la struttura tecnica, composta da dirigenti e ispettori del MIUR, incaricati dal ministro Moratti di proseguire il lavoro ha cassato la lingua e la civiltà classica da ben quattro licei. Confindustria e molti siti sindacali e parasindacali di sinistra hanno condiviso la scelta degli ispettori. Non sono mancati tuttavia i contrari (a partire dal noto filologo di Rifondazione comunista, Luciano Canfora) che hanno fatto notare come, per poter licealizzare i tecnici, si sia finito per impedire ai licei di essere licei, per di più non guadagnando, ma distruggendo, anche gli istituti tecnici.