Icf, un parametro importante per la qualità dell’istruzione . L’Istituto nazionale per la valutazione del sistema d’istruzione, dal 2005, avrà il compito di esaminare i dati forniti dai dirigenti scolastici e di valutare anche il livello di integrazione dei ragazzi con disabilità. Sarebbe importante che venissero avviati nelle scuole autonome, corsi di formazione su questi nuovi criteri di valutazione per garantire a tutti gli studenti, con o senza disabilità, una formazione di qualità. di Salvatore Nocera, da Superabile del 4/1/2005
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo n. 286/04, l’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema d’istruzione, può ormai svolgere le proprie funzioni istituzionali con riguardo alla riforma-Moratti. Come è già noto, esso valuterà nel 2005 la qualità anche dell’integrazione scolastica. A questo punto sarà opportuno che i dirigenti e gli insegnanti italiani, che dovranno raccogliere i dati da fornire all’Invalsi, prendano in mano un importante libro di Dario Ianes, pubblicato dalla Erickson, intitolato ‘La diagnosi funzionale e l’ICF’, che permetterà di comprendere l’aspetto fondamentale della qualità dell’integrazione. Infatti, la qualità dell’integrazione consiste nell’insieme di interventi didattici, di risorse umane qualificate e di servizi coordinati per rispondere agli effettivi bisogni educativi e potenziare le capacità dei singoli alunni con disabilità. Ora, tali bisogni e capacità emergono in modo esauriente dalla diagnosi funzionale , come descritta secondo la Classificazione internazionale del funzionamento (ICF) della salute e del corpo umano, i cui criteri sono stati definiti dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità. La pubblicazione è importante perché vengono classificate in correlazione reciproca, sia la salute, che le funzioni e le strutture dell’essere umano, nonché le sue attività, che possono essere facilitate o ostacolate dal contesto ambientale e dalle proprie condizioni esistenziali personali. Così si potranno classificare e valutare le attività di apprendimento di un alunno con disabilità, tenendo conto sia delle sue minorazioni, ma anche, ad esempio, delle facilitazioni apportate dalla tecnologia e dalle buone prassi didattiche maturate con la ricerca pedagogica nonché degli ostacoli costituiti dagli atteggiamenti mentali di sfiducia dei docenti o dalla loro mancata formazione o dalle barriere architettoniche. Il testo di Ianes di oltre 300 pagine, edito nel 2004 al prezzo di euro 19,80, analizza, in modo sistematico, i singoli aspetti della classificazione, corredandoli di ampia documentazione di bibliografia ragionata e di schede e test psicologici, psicopedagogici e psicosociali. Ciò rende la lettura estremamente interessante e fortemente agganciata alla realtà Il volume si avvale della traduzione italiana degli Icf, curata da Matilde Leonardi, pure pubblicata dalla Erickson in due versioni una integrale ed una semplificata, contribuendo così alla diffusione di questo nuovo sistema di classificazione che anche l’Italia ha adottato e che quindi diverrà ufficiale fra non molto. E’ importante tener presente che la nuova classificazione non riguarda solo le persone con disabilità, come avviene negli ICD10 dell’Oms, ma riguardando il funzionamento dell’essere umano nel contesto socio ambientale, è applicabile a qualunque persona. Sarebbe importante che le scuole autonome, possibilmente in rete, cominciassero a programmare corsi di formazione su questi nuovi criteri di classificazione, perché il futuro della qualità dell’istruzione di tutti gli alunni passerà necessariamente per una corretta applicazione degli Icf. |