Indagine sui ragazzi extracomunitari.

Hanno problemi di studio anche se un terzo è nato in Italia.

Aumentano gli studenti stranieri,

difficile l’integrazione.

di A. Sac. da Il Corriere della Sera del 18/1/2005

 

MILANO - Sono in costante aumento, continuano ad avere problemi con gli studi nonostante un terzo di loro sia nato in Italia, provengono da 165 Paesi diversi, alle superiori scelgono istituti tecnici e professionali. Sono i ragazzi stranieri che studiano in Lombardia, fotografati dall’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità. Nello scorso anno scolastico erano oltre 71 mila, circa il 25 per cento di tutti gli alunni con cittadinanza non italiana presenti nel nostro Paese. Raddoppiati negli ultimi 5 anni, si concentrano soprattutto a Milano, Brescia e Bergamo. Dell’indagine, realizzata grazie a un accordo tra Fondazione Ismu e Ufficio scolastico lombardo, si è parlato ieri durante il convegno «Scuola multiculturale in Lombardia». Ecco, allora, i risultati: dal 1995 a oggi in Lombardia gli alunni stranieri sono aumentati di sei volte, passando da 11.235 a 71.114. Il 41,4 per cento è iscritto alle elementari, seguono le materne (23,2%), le medie (22,8%) e le superiori (12,6%). La provincia di Milano mantiene il record di alunni stranieri: sono 29.065, anche se in calo rispetto al 1996.

«Milano - spiegano i ricercatori dell’Ismu - è la realtà in cui gli immigrati sperimentano maggiori situazioni di disoccupazione. Al contrario altre province, prima fra tutte Mantova (dove si registra la più alta incidenza di alunni stranieri: 9,7 ogni 100), si sono distinte per la larga diffusione dei processi di regolarizzazione».

Tra le 165 cittadinanze presenti nella Regione, Marocco e Albania sono le prevalenti. Seguono Romania, Ecuador, Cina. A Pavia un alunno straniero su quattro è albanese. Aumentano i figli di coppie miste: erano 9.344 nel ’96, oggi sono 18.072.

Ma i problemi rimangono. Secondo l’Osservatorio, il 30,8 per cento degli alunni stranieri frequenta una classe inferiore rispetto a quella della sua età. Mario Giacomo Dutto, direttore scolastico lombardo, commenta: «Dobbiamo rafforzare gli interventi. La gestione del problema è difficile, soprattutto se pensiamo che l’organico è lo stesso di tre anni fa».