Il nuovo percorso per il reclutamento

nel decreto legislativo attuativo della riforma Moratti.

Concorso addio per diventare prof.

Laurea specialistica, contratto di formazione e assunzione.

da ItaliaOggi del 25/1/2005

 

Dall'università all'insegnamento, senza passare per il concorso a cattedra. È questa la novità più importante contenuta nella bozza di decreto legislativo sul reclutamento, varata in questi giorni dal ministero dell'istruzione (si veda ItaliaOggi di martedì scorso). Il dispositivo prevede che il reclutamento passi attraverso il conseguimento della laurea magistrale per le primarie e il titolo accademico di secondo livello per le secondarie. I corsi si svolgeranno presso le università e gli istituti di alta cultura. E saranno a numero chiuso. In pratica, saranno ammessi a partecipare ai corsi solo coloro che potranno essere immessi in ruolo. Al termine del corso di studi gli aspiranti docenti saranno inseriti in una graduatoria regionale e l'ufficio scolastico provvederà alla loro assegnazione alle scuole.

Il primo anno di insegnamento sarà prestato con un contratto di formazione-lavoro. E terminerà con la discussione di una relazione davanti al comitato di valutazione della scuola. Se il comitato darà l'ok il docente sarà assunto con contratto a tempo indeterminato.

Qualora il giudizio del comitato dovesse essere negativo sarà comunque possibile una proroga. Proroga che sarà concessa in ogni caso se l'interessato non avrà effettuato almeno 180 giorni di lezione durante l'anno di formazione. Ecco qualche dettaglio sulle procedure preliminari alle assunzioni definitive.

Il calcolo dei posti

Prima di mettere a concorso i posti nelle università e negli istituti di alta cultura, destinati alla formazione degli insegnanti, il ministero effettuerà delle stime sul fabbisogno di docenti previsto nel triennio di riferimento. Stime che saranno basate principalmente sui pensionamenti.

I posti saranno calcolati tenendo presente il 50% delle disponibilità. In buona sostanza, con lo stesso meccanismo che prima veniva utilizzato per il concorso ordinario. Dopo la fase della ricognizione dei posti il ministero dell'istruzione provvederà a suddividere i posti nelle università e negli istituti di alta cultura, secondo il fabbisogno. In ogni caso, le stime e le assegnazioni dei posti saranno effettuate su base regionale.

La selezione

L'accesso ai corsi di laurea magistrale e ai corsi accademici di secondo livello avverrà a seguito del superamento di specifiche prove selettive di ammissione.

Il tutto secondo modalità e contenuti stabiliti a livello nazionale, volte ad accertare il possesso dei requisiti minimi curriculari e l'adeguatezza della preparazione dei candidati. Le prove saranno individuate attraverso l'emanazione di un decreto ministeriale. Le commissioni preposte all'accertamento dei requisiti saranno nominate dalle università e dagli istituti di alta cultura, secondo modalità stabilite per decreto. E saranno composte da docenti universitari o da docenti delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e da docenti titolari nelle istituzioni scolastiche e formative.

Il decreto ministeriale regolerà anche le modalità e i criteri per l'accesso ai corsi da parte di coloro che risultino in possesso di titoli di studio universitario acquisiti in base al previgente ordinamento.

I titoli

La laurea magistrale e il diploma accademico di secondo livello si conseguiranno, insieme all'abilitazione all'insegnamento, a seguito della valutazione positiva anche di un periodo di tirocinio. Fermo restando, però, che bisognerà discutere una tesi e bisognerà superare un esame di stato.

Le prove d'esame avverranno secondo modalità definite con un decreto del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. La commissione d'esame sarà composta da docenti universitari o da docenti delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e da docenti titolari nelle istituzioni scolastiche e formative, designati dal dirigente dell'ufficio scolastico regionale. La laurea e il diploma daranno titolo all'insegnamento nella scuola dell'infanzia, nella scuola primaria o nella scuola secondaria di primo grado. E nel secondo ciclo, all'insegnamento delle discipline comprese nelle classi di abilitazione che saranno rideterminate dal ministero. La laurea magistrale e il diploma accademico di secondo livello, unicamente al superamento dell'esame di stato abilitante, daranno titolo all'accesso ai ruoli.

Assunzioni

I laureati e i diplomati abilitati saranno collocati, a cura degli uffici scolastici regionali, sulla base del voto conseguito nell'esame di stato abilitante, in apposite graduatorie, distinte per la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e per la scuola secondaria di primo e di secondo grado per ciascuna classe di abilitazione.

L'ufficio scolastico regionale provvederà all'assegnazione alle scuole degli aspiranti docenti, nel limite dei posti messi a concorso e nell'ordine delle graduatorie, per lo svolgimento di un anno di applicazione all'insegnamento. A questo proposito, il dirigente scolastico della scuola cui l'aspirante sarà assegnato stipulerà con lo stesso un contratto di formazione-lavoro (si veda l'articolo 5, comma 4, lettera e, della legge 28 marzo 2003, n. 53).