Secondo ciclo.

Il centralismo si ritira?

No, avanza.

da Tuttoscuola di sabato 29 gennaio 2005

 

L’art. 8 del Dpr 275/99 impone al Ministero dell’istruzione di dettare l’orario annuale delle lezioni per la quota nazionale di competenza dello Stato e per la quota obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche (co. 1, lettera d), nonché di dettare (lettera e) i limiti di flessibilità temporale per realizzare compensazioni tra le discipline dei piani di studio. Rispettare queste indicazioni è molto importante perché, come è noto (art. 12, co. 2 del Dpr citato), il famoso 15% di flessibilità ora goduto dalle scuole, andando a regime la riforma, non esiste più.

Nel dlgs 59/04 sul primo ciclo queste disposizioni sono state rispettate. Nei quadri orari presentati dal Ministero sul secondo ciclo, tuttavia, no. Si è tornati infatti all’orario settimanale delle lezioni di centralistica memoria, con le discipline rigidamente distribuite, senza compensazioni possibili tra esse, come se l’autonomia delle scuole non esistesse. Si era fatta così tanta fatica ad abituare la scuola a ragionare per moduli orari non necessariamente settimanali, a distribuire l’orario annuale, a seconda delle esigenze del territorio, su 35 piuttosto che su 33 settimane di scuola, a compensare gli orari tra le discipline, a sfruttare in questo modo tutti gli spazi per organizzare compresenze e recuperi: che adesso si voglia tornare al passato? E del resto sarebbe ancora più grave se si lasciasse pensare che queste progettualità vanno bene per il primo ciclo, ma non per i licei.