Istruzione . Riforma dei licei, critiche bipartisan. Il rischio della «serie B» per il percorso tecnico-professionale. di Luigi Illiano, da Il Sole 24 Ore del 26/1/2005.
Pioggia di critiche sui nuovi licei: maggioranza e opposizione si ritrovano dalla stessa parte della barricata, contro il riordino ipotizzato dalla bozza di decreto attuativo per la riforma del secondo ciclo dell'istruzione, proposta dal ministro Letizia Moratti. Sono bastati pochi giorni dalla diffusione online del documento (www.istruzione.it) per compattare gli schieramenti nel dissenso contro il modello elaborato da viale Trastevere. Tra l'altro un testo, «aperto al contributo di tutti» come dichiarato dallo stesso ministro, che ha attivato anche un Forum telematico (secondociclo@istruzione.it) per raccogliere pareri e consigli. Il ministro si trova di fronte a una sorta di rompicapo: deve mettere a posto tutti i tasselli del puzzle e non sarà impresa facile. D'altra parte il secondo ciclo è il cuore della riforma. Una missione rivelatasi proibitiva, e persino fatale, per la carriera politica di molti ministri dell'Istruzione negli ultimi cinquant'anni. In particolare, il tema mai sciolto, sempre discusso e che ha fatto fallire tutti i progetti di riforma è sempre stato quello dell'equilibrio tra percorsi liceali e il sistema di Ifp (Istruzione e formazione professionale). Cioè il rapporto con la fase di apprendimento che dovrebbe accompagnare lo studente verso il mondo del lavoro. Poi c'è la discussione intorno alla natura del liceo, tra conservazione dell'identità classica e sfida della modernità. Secondo alcuni esperti il modello proposto è la razionalizzazione dell'esistente, fatta di sperimentazioni attuate tutte per via amministrativa. Sono i nodi che partiti di governo e di opposizione chiedono di sciogliere. Le critiche. Dallo schieramento di maggioranza è arrivato lo stop dell'Udc, direttamente dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi: «La bozza di decreto non corrisponde neanche lontanamente agli orientamenti in materia dell'Udc». Sbarramento ribadito anche da un documento di Forza Italia sottoscritto dai responsabili dei dipartimento Istruzione e Università (Mario Mauro), del dipartimento Formazione professionale (Alberto Guglielmo) e dai parlamentari delle Commissioni cultura e istruzione di Camera e Senato. Per i licei le critiche riguardano «il numero complessivo delle discipline all'interno del quadro orario». Inoltre la quantità «elevata di indirizzi previsti per alcuni licei - in particolare quello tecnologico - rischia di snaturare le finalità proprie del liceo». Secondo Fi c'è poi «eccessiva omogeneità tra i sistemi (licei e istruzione e formazione professionale)». Stato e Regioni. Sul rapporto tra Stato e Regioni, Forza Italia chiede una «più puntuale distinzione tra piano degli ordinamenti e piano gestionale» introducendo il tema della riforma del Titolo V della Costituzione che affida alle Regioni la competenza sui percorsi tecnico-professionali, sull'organizzazione scolastica e sulla gestione del personale. Secondo Franco Asciutti (Fi), presidente della commissione Istruzione del Senato, «si tratta di riequilibrare il rapporto tra sistema dei licei e Ifp. Il decreto sembra troppo spostato verso il primato dei licei». Alle critiche si aggiunge anche la voce del senatore Giuseppe Valditara, responsabile scuola di An: «Questa bozza non riceverà l'ok di Alleanza nazionale nelle sedi istituzionali». La questione politica che sta più a cuore ai partiti della Cdl risiede nel timore di far passare nell'opinione pubblica che la "vera scuola" sia soltanto quella dei licei che portano all'università. Mentre l'Ifp, rischia di essere intesa come una scelta di serie B. E non è un caso che l'opposizione batta molto su questo. Il secondo ciclo obbliga a fare i conti con i poteri concessi alle Regioni dalla riforma del Titolo V della Costituzione. E c'è una spinta delle regioni del Centro-Nord che hanno necessità di rispondere a un sistema produttivo più avanzato e non vogliono rinunciare all'apporto dell'attuale istruzione tecnica. «Chiedo una seduta urgente della Conferenza Stato Regioni dedicata al tema del Titolo V della Costituzione, per fare chiarezza, una volta per tutte sulle competenze - dice Andrea Ranieri, responsabile scuola dei Ds - e questo dovrebbe avvenire prima di qualsiasi decreto sulla scuola». L'esponente della Quercia lancia anche l'allarme per l'istruzione tecnica «che, dopo essere stata per decenni la leva dello sviluppo del Pese, resta in mezzo al guado».
Tutte le novità del decreto Pari dignità.
Il secondo ciclo dell'istruzione, nello schema
messo a punto dal Miur, è costituito dai licei e dall'istruzione e
formazione professionale: hanno pari dignità e sono dotati di
autonomia didattica, organizzativa e finanziaria. Stage e passerelle.
Gli studenti di entrambi i percorsi avranno la
possibilità di effettuare stage e tirocini in modo da confrontarsi con
il mondo del lavoro. Otto licei.
Sono previsti otto licei classico, scientifico,,
artistico, musicale, e coreutico, scienze umane, economico,
linguistico e tecnologico) ma con i vari indirizzi il numero supera
quota venti. Istruzione e formazione professionale.
Dall'anno scolastico 2006/2007 le competenze
relative a questo tipo di percorso sono gradualmente trasferite alle
Regioni. |