Da Bruxelles un pressante appello

del commissario Ue per l'educazione:

"L'Europa ha bisogno di insegnanti".

di Jan Figel, da ScuolaOggi del 27/1/2005

 

E' un tema importante per tutti ed è comune in tutta l’Europa la preoccupazione di attrarre, formare e mantenere in servizio docenti altamente qualificati.

Gli obiettivi definiti nel 2000 a Lisbona costituiscono una priorità della Commissione, affinché l’Unione Europea diventi, entro i 2010, la più dinamica economia mondiale basata sulla conoscenza e siamo consapevoli che dobbiamo fare molto di più se vogliamo raggiungere tali obiettivi entro la data prefissata, come reso evidente dal Rapporto intermedio congiunto del Consiglio e della Commissione, pubblicato l’anno passato. Lo stesso messaggio è uscito dalla relazione del gruppo di esperti, guidato da Mr Kok, “ Affrontare la sfida”.

E’ quindi evidente che dobbiamo fare di più, focalizzare la nostra attenzione sugli obiettivi di Lisbona e lavorare più duramente per la loro acquisizione.

La domanda chiave è “qual è il contributo dell’istruzione e della formazione al raggiungimento di tali obiettivi?”. Economisti, decisori e leader politici sono ampiamente d’accordo sulla risposta: l’economia basata sulla conoscenza dipende dall’allargamento delle conoscenze attraverso l’educazione. E’, inoltre, necessario creare nuove conoscenze attraverso la ricerca e lo sviluppo ed occorre che tale conoscenza sia applicata alla vita quotidiana per mezzo della tecnologia.

Occorre perciò focalizzare maggiormente l’attenzione sulle abilità e la formazione in tutta Europa, e quest’attenzione deve avere continuità nel tempo. Di conseguenza, dobbiamo essere sicuri che ci siano, in tutta Europa, docenti altamente qualificati. Come affermate oggi: l’Europa ha bisogno d’insegnanti.

Allo stesso tempo, dobbiamo tenere presente che oggi ai nostri insegnanti si richiede molto di più. Dato che la società continua a modificarsi, continuano a crescere le aspettative riposte nei docenti che si devono confrontare, come professionisti e a livello individuale, con sfide sempre più complesse.

Le risorse umane costituiscono il vantaggio principale dell’unione Europea e l'Europa sarà come la faranno gli europei. Gli insegnanti hanno un ruolo non sostituibile in tale processo e noi dobbiamo esser sicuri che i nostri insegnanti siano in grado, e vogliano affrontare, le sfide della società della conoscenza. Di conseguenza, dobbiamo investire negli insegnanti, che devono essere motivati ed avere fiducia nelle loro competenze. Ciò significa che dovrebbero anche essere aiutati in modo adeguato a livello nazionale e locale.

 

Il ruolo degli Stakeholders e dell’ETUCE

Il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, richiede un lavoro congiunto. Hanno successo le politiche definite tra tutte le parti interessate attraverso la consultazione ed il dibattito. E’ d’importanza vitale che noi ascoltiamo le voci di coloro che subiranno l’impatto delle politiche.

In termini di politiche educative, è evidente che il successo di qualsiasi nuova politica o delle riforme deve avere il sostegno e la conoscenza degli insegnanti. Nessun cambiamento può essere fatto senza di loro. In questo quadro, apprezzo molto il ruolo che l’ETUCE gioca nell’assicurare che la voce degli insegnanti sia ascoltata e abbia ricadute nel lavoro della commissione.

 

Sfide ed opportunità

Gli studi internazionali sull’educazione, come PISA, sono centrali per la ricaduta degli obiettivi di Lisbona. I dati comparativi forniti ci consentono di individuare il progresso dei paesi europei su scala globale. I risultati della ricerca PISA 2003 danno alcune buone notizie per l’Europa, in quanto, in media, i paesi che fanno parte dell’UE hanno migliorato le loro performance in matematica e scienze rispetto alla ricerca precedente del 2000, anche nel confronto con Stati Uniti e Giappone, che hanno subito un declino.

E’ Europeo il paese leader a livello mondiale – la Finlandia - e anche i Paesi Bassi raggiungono ottime prestazioni. Mentre la Polonia è uno tra i paesi che hanno ottenuto i progressi più elevati rispetto alla ricerca del 2000. Questi esempi stanno a dimostrare che le riforme possono avere un impatto positivo sui risultati degli alunni.

Ma rimangono le sfide e c'è ancora molto lavoro da fare. Gli esiti dimostrano che non c’è stato alcun miglioramento nelle capacità di lettura. Anzi. Ci sono alcuni paesi europei i cui risultati sono inferiori alla media. Né c’è stata, in questa abilità strategica, una riduzione della percentuale degli studenti con le performance più basse. Si tratta di aree importanti e dimostra che bisogna darsi da fare se l’Unione Europea vuole raggiungere l’obiettivo di ridurre del 20% il tasso delle prestazioni più basse nella lettura, tra il 2000 e il 2010.

Abbiamo bisogno di capire che cosa possiamo imparare dai paesi che hanno buoni esiti. Per questo motivo, è fondamentale la cooperazione a livello europeo. Gli stati membri dovrebbero essere in grado di condividere e imparare gli uni dagli altri. Queste ricerche sono essenziali perché la cooperazione abbia luogo e la Commissione ha pubblicato una relazione sui nuovi indicatori nel campo dell'istruzione e della formazione.

Come sapete, la professione docente in Europa sta entrando in un periodo di grandi sfide. In molti paesi, un ampio numero di docenti è prossimo alla pensione e dobbiamo essere sicuri che la loro esperienza sia rimpiazzata.

Non si tratta di un problema solo europeo. L’OECD ha calcolato che nei prossimi 5-10 anni dovrà essere assunto un numero di docenti molto più ampio che nei passati venti. Per l’Europa, significa che, nel periodo 2000-2015, dovrà essere assunto un milione di docenti.

Si tratta di una sfida che spaventa, ma anche di un’occasione. Se saremo in grado di assumere e mantenere in servizio docenti altamente qualificati, avremo la possibilità di formare la professione insegnante per il 21° secolo. Gli insegnanti hanno bisogno di sentirsi rassicurati sulla loro importanza nelle nostre società e valorizzati. Occorre chiarire che insegnamento ed educazione sono elementi prioritari per l’Europa e che dobbiamo trasformare queste idee in impegni precisi per le riforme e gli investimenti in educazione.

Fatemelo dire chiaramente: non dovrebbe mai esserci uno scambio tra l’aumento del numero dei docenti e il mantenimento degli standard di qualità dei nostri sistemi educativi. L’Europa ha bisogno di docenti qualificati e motivati e noi possiamo ottenerlo solo se investiamo nella loro formazione.

 

Il sostegno ai docenti e alla loro formazione continua

Come ho detto, i docenti giocano un ruolo vitale nella nostra società, un ruolo che tende ad espandersi per venire incontro a bisogni in continuo cambiamento. I docenti preparano i giovani a diventare cittadini attivi, motivati ad apprendere per la vita, e questo è cruciale per le loro opportunità di lavoro. Gli insegnanti valorizzano ed educano il potenziale che c’è in ogni persona che apprende. Noi chiediamo loro di andare incontro alle sfide derivate dal crescente multiculturalismo nelle classi e, allo steso tempo, ci aspettiamo che si adeguino alle nuove tecnologie.

Non ci si può aspettare che tutto ciò sia fatto dai docenti, per conto proprio, senza il supporto necessario. Dobbiamo far sì che la formazione dei docenti dia loro tutte le competenze e le qualificazioni di cui avranno bisogno durante la loro carriera. Faccio riferimento sia alla formazione in ingresso sia allo sviluppo professionale. Dovrebbero essere messe in atto strategie consistenti di formazione continua per i docenti, per mantenere le loro conoscenze aggiornate e farle progredire lungo tutto il loro percorso professionale.

I programmi europei, soprattutto Comenius e Erasmus, hanno già fornito molte occasioni interessanti al fine di promuovere la mobilità dei docenti e lo sviluppo delle competenze. C'è un ampio consenso che, all’interno degli obiettivi della Commissione, queste opportunità debbano essere moltiplicate e siano incluse in quanto parte del futuro Programma integrato di apprendimento nell’arco della vita.

Un’educazione degli insegnanti di alta qualità richiede coordinate politiche e risorse adeguate a livello nazionale. Come i docenti preparano i nostri giovani a diventare persone in grado d'apprendere per tutta la vita, così gli insegnanti devono avere un’ampia gamma di opportunità formative a loro disposizione.

Opportunità che devono essere disponibili nel corso della loro carriera per consentire la motivazione e l’efficacia. In questo modo, si sentiranno fiduciosi ed in grado di rispondere al loro ruolo, in continua modificazione, nella società.

 

Sostenere le riforme nel settore educativo

Il Rapporto congiunto intermedio del Consiglio e della Commissione sui progressi compiuti rispetto agli obiettivi di Lisbona ha fatto una serie di raccomandazioni, una delle quali consisteva nello sviluppo di riferimenti e principi comuni in un certo numero di aree dell’istruzione e della formazione.

In termini sociali, questi principi comuni contribuiranno a crescere la fiducia reciproca e il riconoscimento delle qualifiche tra gli Stati membri. Questo consentirebbe anche la promozione di uguali opportunità nel mercato del lavoro Europeo e lo sviluppo della cittadinanza europea.

In termini educativi, questi principi comuni dovrebbero stimolare lo sviluppo delle politiche nazionali e territoriali.

All’interno della Commissione, esistono gruppi di esperti che stanno lavorando all'identificazione dei metodi più efficienti per sviluppare questi principi comuni, inclusa l’attenzione alle abilità e alle qualificazioni che docenti e formatori debbono possedere per soddisfare i loro nuovi compiti.

La discussione a livello europeo ha già stimolato riflessioni nazionali sulle riforme dei sistemi educativi. Ciò è stato particolarmente vero per i nuovi paesi membri.

Lo scopo ultimo è creare un circolo virtuoso: da un alto, i nostri principi comuni a livello europeo vorrebbero stimolare le riforme nazionali; dall’altra queste riforme dovrebbero contribuire a migliorare la qualità della formazione dei docenti in tutta l’Europa.