Allarme negli istituti:

sono in aumento le patologie psicosomatiche negli studenti tra i 6 e i 14 anni.

Gli insegnanti: questi ragazzi bisogna saperli ascoltare.

Alunni sotto stress, così arriva il «mal di scuola».

I pediatri: 72 mila bambini lombardi accusano disturbi alla pancia o alla testa.

Farnetani: lezioni troppo impegnative

di Annachiara Sacchi, da Il Corriere della Sera del 26 febbraio 2005

 

Di solito è un forte mal di pancia, che dura anche mezz’ora. Ma può essere anche un fastidioso mal di testa che si presenta di pomeriggio e di sera. O, più raramente, vomito, mal di gambe, insonnia. Si chiama «mal di scuola», una serie di disturbi psicosomatici che colpiscono i bambini tra i sei e i quattordici anni. Una vera e propria epidemia, dicono gli esperti, visto che solo il mal di pancia colpisce almeno 48 mila bambini lombardi che frequentano elementari e medie (24 mila soffrono di mal di testa). E i numeri sono in aumento di anno in anno. Almeno due bambini per classe hanno qualche patologia legata al «mal di scuola». Lo spiega Italo Farnetani, pediatra dell’Università di Milano e coordinatore della ricerca realizzata durante i lavori del ventisettesimo convegno europeo «Giornate pediatriche invernali» che si è svolto a febbraio a Madonna di Campiglio. «I medici - dice Farnetani - hanno riscontrato un forte aumento, rispetto allo scorso anno, dei disturbi da mal di scuola». Ecco i numeri: l’8 per cento degli studenti accusa mal di pancia (forti contrazioni del ventre che durano mezz’ora, provocando anche sudori freddi), il 4 mal di testa (frontale). Tutti sintomi che che spariscono inesorabilmente il sabato per ripresentarsi, puntuali, il lunedì.

Le cause? «L’aumento delle materie insegnate in seguito alla riforma, dai laboratori al bilinguismo, e la tensione dei docenti che devono affrontare le novità della nuova scuola», prosegue Farnetani.

«È vero - commenta Serena Foti, insegnante di lettere alla scuola media di via dei Salici, al quartiere Olmi, e in piazza Axum -: molti ragazzi sono più deboli fisicamente e stanno male sul serio. C’è da dire che la società chiede molto ai giovani: scuola fino alle quattro, pianoforte, catechismo, danza, nuoto. Risultato: gli studenti sono stressati e lo manifestano in questo modo».

Qualcuno si sente male durante le verifiche. E non è un problema di rendimento: anche i migliori possono avere il mal di scuola. «Ma le soluzioni - continua la professoressa Foti - ci sono: fondamentale è capire che il problema esiste. Nella mia classe, per esempio, durante l’ultima ora del venerdì i ragazzi scrivono i loro malesseri in forma anonima. Aspettano questo appuntamento per tutta la settimana. Vogliono essere ascoltati. Anche perché le famiglie, purtroppo, non sempre ci sono».

Ma proprio i genitori sono chiamati a creare un clima sereno in casa, là dove la scuola produce ansia e stress: «La famiglia - prosegue Farnetani - deve garantire un ambiente rilassato dove si possa assorbire il "danno" prodotto dalla scuola».

Secondo Anna Ortelli, insegnante all’elementare di via Clericetti, i bambini di oggi sono troppo impegnati. «Non c’è un pomeriggio libero. Hanno giornate da adulti, mentre a quell’età i ragazzini dovrebbero avere più tempo da gestire. Che poi tutti questi disturbi siano legati all’ansia, questo non lo so».

Precisa Laura Fassitelli, maestra all’elementare di viale Mugello: «Anche prima della riforma, in classe, c’era chi accusava disturbi psicosomatici. Ma non sempre c’entra la scuola. Ci sono anche problemi personali».

Conclude Farnetani: «Serve una maggiore collaborazione tra pediatri, insegnanti e genitori. Come in Francia, dove in ogni scuola ci sono un medico e uno psicologo. Solo così si può raccogliere il maggior numero di informazioni sui bambini e, a quel punto, intervenire».

asacchi@corriere.it
Annachiara Sacchi