La formazione diventa la chiave per guadagnare competitività. Riforma della scuola in stile Lisbona. Gli artigiani hanno inviato al governo un documento unitario sulle modifiche dei cicli educativi. da ItaliaOggi dell'11/2/2005
Orientare la riforma del sistema scolastico italiano verso gli obiettivi di Lisbona. E considerare il tema scuola come uno dei nodi cruciali della politica economica volta alla competitività del nostro sistema produttivo. È questo l'appello del mondo dell'artigianato che, proprio sulla riforma del secondo ciclo di istruzione e formazione, ha inviato un documento congiunto al governo. Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai, infatti, hanno chiesto all'esecutivo di alzare la qualità della scuola e orientare le politiche e i percorsi di istruzione verso le figure professionali che il mercato richiede nei prossimi anni. SISTEMA SCOLASTICO unico Secondo le associazioni artigiane il principio cardine dell'intera riforma del secondo ciclo riguarda l'articolazione unitaria del sistema scolastico, comprendente il sistema dei licei e quello dell'istruzione e formazione professionale. L'obiettivo, condiviso, sarebbe quello di assicurare competenze di base comuni. La riforma, chiedono le rappresentanze artigiane, deve però restituire la piena dignità al percorso della formazione professionale attualmente considerato strumento di recupero di situazioni difficili. Occorre quindi facilitare questo passaggio magari con azioni specifiche di orientamento e di supporto alle scelte delle famiglie. Ma andrebbero anche individuate risorse economiche idonee e create le condizioni per un reale rapporto di collaborazione tra i diversi livelli. E soprattutto dovrà essere garantita, dicono, la possibilità di passaggi tra tutti i percorsi attraverso un sistema di crediti e di certificazioni per qualsiasi segmento frequentato con esito positivo. Occorre per questo, insistono le rappresentanze artigiane, stabilire una serie di regole per la costruzione di un sistema di standard nazionali delle competenze e di certificazione, da articolare nei diversi settori formativi. Lo scopo è quello di garantire, in ambito nazionale ma anche e soprattutto in prospettiva europeo, il diritto alla formazione permanente che presuppone il riconoscimento dei crediti formativi, ovunque acquisiti, e la loro certificazione nel libretto formativo personale. INTEGRAZIONE TEORIA E PRATICA La previsione di una integrazione fra teoria e pratica (laboratori, alternanza-scuola lavoro), lo sviluppo delle conoscenze relative all'uso di nuove tecnologie, il potenziamento dello studio della lingua inglese e di una seconda lingua comunitaria, dicono gli artigiani, dovranno essere specificatamente sostenuti con la messa in campo di strumenti, anche economici, tali da non vanificare nei fatti o sminuire la portata innovatrice della riforma. Si pensi soprattutto all'uso dei laboratori per il sistema dei licei o allo svolgimento dell'apprendimento nei contesti di lavoro per la formazione professionale, strumenti che debbono essere resi effettivi e garantiti dalla presenza di strutture idonee e di figure docenti con preparazione adeguata. SISTEMA DEI LICEI Secondo le associazioni artigiane nei licei con indirizzi dovranno essere ricompresi anche tutti i percorsi tecnici e professionali di durata quinquennale attualmente esistenti (per esempio ottico, odontotecnico, installatore di impianti, automotive). Nell'ambito del liceo tecnologico, dovranno poi essere inseriti anche gli istituti nautici che, negli ultimi anni, hanno formato migliaia di giovani inseriti in un settore che conta una crescita ininterrotta nell'ultimo quadriennio. Si tratta di un comparto caratterizzato da una forte specializzazione ed alto valore aggiunto che ha consentito alle sue aziende il superamento del limite della ditta individuale, dando così origine ad una filiera che conta 55 attività diverse, con una media di 11 addetti per impresa. APPRENDISTATO La riforma prevede, in riferimento all'apprendistato previsto dalla legge Biagi, di ottenere crediti formativi spendibili all'interno del sistema di istruzione. Ne consegue, secondo le associazioni artigiane, una fortissima responsabilizzazione delle imprese nel percorso formativo degli apprendisti. In sostanza nel documento si chiede un affiancamento costante delle istituzioni scolastiche alle imprese nel corso dell'iter formativo dell'apprendistato, anche con la formazione di tutor il cui costo non dovrà ricadere sulle aziende. È chiaro, sottolinea il documento, che questa nuova sfida impone necessariamente l'assunzione da parte di tutti i soggetti coinvolti (istituzioni, scuole, enti di formazione ecc.), e dunque, non solo da parte delle imprese, di un ruolo attivo e di collaborazione reciproca senza il quale la riforma è destinata a fallire gli obiettivi che si prefigge. |