Sta per uscire la terza edizione del dossier di Legambiente Scuola e Formazione su . “CIFRE, DATI, COMMENTI SUI TAGLI OPERATI DAL GOVERNO AI DANNI DELLA SCUOLA PUBBLICA”.
Indice
Stato giuridico degli insegnanti: tra novità e conferme Revisione delle classi di abilitazione Il decalogo del Ministro Nontiscordardimé: operazione scuole pulite 2005 Agenda
1. Ecosistema scuola 2005
Biella e Forlì sul podio per il
secondo anno consecutivo insieme a Vicenza, già seconda nel
2003. La città veneta torna in testa dopo un anno in panchina e con le
prime due si aggiudica la palma di comune dove migliore è la
situazione degli edifici scolastici. In difficoltà le città del
centro. La prima è Livorno, al 10° posto. Per trovare una città del
Sud si deve guardare oltre le prime 25 posizioni, la prima è Lecce al
27° posto. In perenne stallo si conferma la qualità delle strutture
della scuola dell’obbligo di Roma e Milano. La metà degli edifici scolastici italiani risulta essere stata costruita prima del 1965, non diminuisce la percentuale di scuole ospitate in edifici nati con altre destinazioni d’uso, circa l’11%. Aumenta ancora il numero di edifici in affitto, l’8,3%, ed in maggioranza si tratta di palazzine per abitazione, impropriamente adibite a scuole e che per questo non possono rispondere ai più semplici criteri di sicurezza per chi vi opera. Inoltre il 33,71% degli edifici scolastici è in zona a rischio sismico e solo il 57,54% possiede la certificazione completa di agibilità statica. Dato allarmante è quello dell’aumento dei casi di scuole troppo vicine ad aree industriali: sono il 9,74% (erano l’8,85% nel rapporto 2004) e le città più a rischio sono Parma, Modena e Prato. Il 13,39% degli edifici scolastici è troppo vicino ad antenne ed emittenti radio, infine raddoppiano i casi di scuole vicine a fonti di grave inquinamento acustico, sono il 4,29% (erano il 2,37% nel rapporto 2004). Spicca però il passo avanti fatto nella certificazione degli edifici in cui sono presenti strutture con amianto: raggiunge il 16,38%, i casi sospetti sono 3,33%, il dato relativo alle azioni di bonifica negli ultimi due anni è salito all’8,93% (era il 7% fino allo scorso anno). Cresce dunque, finalmente, il monitoraggio e la classificazione delle scuole in cui sono presenti strutture con amianto giudicate pericolose. E’ Venezia a detenere il triste primato con l’80% degli edifici scolastici riconosciuti pericolosi per la presenza di amianto, ma in tutti sono stati avviate le bonifiche. Segue Genova, con il 77% di scuole all’amianto, nel 31% delle quali è in itinere la bonifica, poi Torino (65%). Cresce il biologico e il risparmio energetico. I pasti parzialmente biologici salgono di quasi dieci punti percentuali e raggiungono l’84,43% (era al 77% lo scorso anno) e sono serviti per lo più nei grandi e medi centri del nord (Roma, Milano, Genova e Venezia). Cresce inaspettatamente anche la percentuale dei pasti interamente biologici che si attesta al 3,14% (nel rapporto 2004 erano il 2,77%). Anche in questo caso c’è una forte prevalenza delle grandi e medie città del nord (Ferrara e Udine) con la sorpresa Cagliari. Fronte risparmio energetico: salgono al 33% gli edifici in cui vengono utilizzate fonti di illuminazione a basso consumo (lo scorso anno erano appena il 28,63%). Le migliori sono Prato, Bologna e Torino. Ancora troppo bassa, anche se in crescita, la percentuale di edifici in cui si utilizzano fonti di energia rinnovabile (1,72% quest’anno, erano l’1,24% nel 2004) e altre forme di risparmio energetico (6,83% rispetto al 6,75% dell’edizione 2004). Segnali incoraggianti si notano anche nell’incremento degli edifici circondati da aree verdi: una crescita continua nelle ultime tre edizioni del rapporto di Legambiente (passando dal 74,5% nell’edizione 2004 al 79,9/% di quest’anno), spiccano in questo caso Firenze, Bari, Brescia dove la maggior parte delle scuole è dotata di giardini e aree all’aperto. Nella classifica dei “rimandati”, perché non hanno fornito tutti i dati, spiccano grandi città come Roma, Milano e Genova, che sono in compagnia di altre 8. Manifestano invece disinteresse totale e non rispondono due grandi: Palermo e Napoli, accompagnate da altre 12 città. (Tutto il dossier è consultabile nel sito http://www.legambiente.com )
2. Stato giuridico degli insegnanti: tra novità e conferme E’ ricominciato il 15 febbraio scorso in Commissione Cultura della Camera il dibattito interrotto tre mesi fa sulle “Norme generali sullo stato giuridico degli insegnanti delle istituzioni scolastiche” (vedi Legambiente Scuola News n. 31). Il dibattito riparte da un nuovo testo, presentato dalla maggioranza, che ripropone i contenuti essenziali del precedente con alcune novità. Viene riconfermato che “la professione docente si articola nei tre livelli di docente, docente ordinario e docente esperto” ma si aggiunge che “non implicano sovraordinazione gerarchica”. Si ribadisce che i docenti saranno “assunti con contratto a tempo indeterminato a seguito di procedure concorsuali per soli titoli, indette dalle singole istituzioni scolastiche…” ignorando quanto scritto nello schema di decreto in applicazione dell’art. 5 L. 53/03 “…Formazione degli insegnanti ai fini dell’accesso all’insegnamento” che prevede sia l’Ufficio Scolastico Regionale ad assegnare i docenti alle scuole nell’ordine delle graduatorie. Ministro e alleati di governo in Parlamento sembrano procedere su strade separate! Si riconferma che viene “istituita l’area contrattuale della professione docente come articolazione autonoma del comparto scuola”. E, nell’intento di “rabbonire i sindacati” si aggiunge che ad essa sarà affidata la definizione del “trattamento economico differenziato da attribuire a ciascuna delle articolazioni di carriera e le modalità di passaggio ai livelli superiori nonché le modalità per la valutazione delle prestazioni di ogni docente ai fini della progressione economica di carriera”. Questa è la terza versione presentata dalla maggioranza attorno ad un unico tema: lo sviluppo di una carriera che mette in ombra il lavoro d’aula e si focalizza su un lavoro organizzativo che si svolge fuori dalla classe, fa passare l’idea di un lavoro individuale cancellando il principio di scuola come comunità professionale che, insieme, progetta, ricerca, sperimenta, valuta, si confronta, si assume responsabilità. E’ fortemente a rischio la libertà di insegnamento intesa come facoltà di agire e di operare, di ideare e intraprendere efficaci e personali iniziative capaci di migliorare l’insegnamento/apprendimento.
3. Revisione delle classi di abilitazione E’ questo l’oggetto della comunicazione mandata il 25 gennaio scorso dal MIUR al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) per il prescritto parere. Inizia quindi il percorso per dar seguito a quanto previsto dall’art. 14 del D.L. 59/04 “Entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, sono ridefinite le classi di abilitazione all’insegnamento, in coerenza con i nuovi Piani di studio della scuola secondaria di primo grado”. Dalla classe di concorso 43/A sparisce Educazione Civica trasformandosi così in italiano, storia e geografia. L’insegnamento delle lingue sarà affidato ad un unico docente che insegnerà inglese e la seconda lingua comunitaria. Per accedere ai corsi di abilitazione i candidati dovranno frequentare un corso quadriennale per l’insegnamento dell’inglese e uno triennale per la seconda lingua. Sparisce la cattedra 33/A educazione tecnica e la 59/A, Scienze matematiche chimiche fisiche e naturali dà origine a una nuova classe della sola matematica e a quella di scienze e tecnologia. Educazione artistica (28/A), educazione musicale (32/A), educazione fisica (30/A) diventano rispettivamente arte e immagine, musica, scienze motorie e sportive. In una nota successiva, del 2 febbraio, si affaccia anche l’ipotesi che, “tenuto conto di quanto previsto dalle Indicazioni Nazionali in ordine alle discipline dell’area scientifica, sembrerebbe anche possibile la configurazione di un’unica classe di abilitazione comprendente gli insegnamenti di matematica, scienze e tecnologia”. Comunque vada, appare chiaro il ruolo di cenerentola della tecnologia che va a rimorchio di altre aree disciplinari. Si precisa anche che “nell’attuale fase transitoria… le classi di abilitazione e di concorso attualmente vigenti mantengono la loro piena validità” fino “all’anno scolastico successivo alla conclusione dei primi percorsi di formazione iniziale realizzati in ambito universitario ai sensi dell’art. 5 della L. 53/03”. L’intento di tutta l’operazione appare chiaro: la revisione delle classi di concorso ha un peso determinante non solo per l’offerta formativa ma anche per gli organici: eliminare alcune discipline, avere insegnanti pluricompetenti significa avere insegnanti flessibili ma consente, soprattutto, di ridurre il numero dei docenti necessari a coprire le cattedre!
4. Il decalogo del Ministro “Dieci punti per migliorare le competenze in italiano, matematica, scienze”. E’ questo il decalogo presentato dal Ministro Moratti al termine della Conferenza nazionale sugli apprendimenti di base tenutasi a Roma il 9 e 10 febbraio scorsi, convocata per fronteggiare gli sconfortanti risultati dell’indagine PISA 2003 (Programme for International Student Assessment) promossa dall’OCSE. Dalle rilevazioni emergono infatti difficoltà in ogni area monitorata (competenze di lettura, matematica, scienze e problem solving). In tutti e quattro i campi di indagine i nostri studenti sono ampiamente sotto la media internazionale (valore 500). Questi infatti i punteggi raggiunti: 466 per la matematica, 476 per la capacità di lettura, 486 per le scienze (il punteggio più alto per gli studenti italiani ma comunque inferiore di 62 punti rispetto ai primi in classifica), 469 per il problem solving, differenziati per ordine di scuola (meglio i licei dei professionali) e per aree geografiche (meglio il nord del sud). Ecco allora il decalogo per prepararsi a ottenere migliori risultati nell’indagine PISA 2006. 1. Dal sapere astratto alle competenzeNella tradizione scolastica italiana è prevalente il fine della trasmissione di conoscenze ed abilità disciplinari.… L'indagine Pisa, in linea con la più recente legislazione scolastica dal Dpr 275/99 alla Legge di Riforma 53/2003, conferma l'esigenza di trasformare la scuola da "sistema organizzato per l'insegnamento" ad "ambiente di apprendimento"… 2. Puntare sulla formazione dei docentiI docenti vanno sostenuti rispetto alle nuove modalità di insegnamento-apprendimento. Occorre una diversa "formazione iniziale", come sarà presto indicato nel decreto attuativo dell'art. 5 della Legge 53/2003.. Occorre, contestualmente, una diversa "formazione in servizio" che, come è emerso, metta i docenti in grado di progettare percorsi di formazione e auto-formazione, anche utilizzando le nuove tecniche di e-learning… 3. Rafforzare le conoscenze, abilità e competenze in italiano, matematica, scienzePer rafforzare le conoscenze e le competenze degli studenti in italiano, matematica e scienze sono necessarie le seguenti azioni:
4. Aumentare le sinergie e le opportunità di educazione informale
Le migliori pratiche ci indicano che una sicura qualificazione della
didattica degli insegnamenti linguistici, matematici e scientifici
proviene dall'attuazione di un rapporto sistematico tra scuola e
università. 5. Scambio delle migliori praticheDalle rilevazioni Pisa emergono scuole più "indietro" di altre insieme a punte di "eccellenza". Negli Istituti Professionali gli studenti che non posseggono il livello più elementare delle competenze sono il doppio di quelli che si riscontrano negli Istituti Tecnici e il triplo di quelli dei Licei.
Occorre ridurre il "gap" tra i risultati delle scuole, potenziando ed
innalzando i livelli di apprendimento per assicurare a tutti le
competenze di base e diffondere l'eccellenza. Vanno a questo scopo
monitorati costantemente (in ingresso ed in uscita) i livelli in
italiano, matematica e scienze, nei diversi ordini di scuola. 6. Dispersione scolastica: azioni di contrasto
Nei rendimenti degli studenti nelle diverse aree geografiche del Paese
si registrano differenze marcate. Nel Nord la percentuale di studenti
con "scarse" competenze in italiano è molto contenuta e in linea con
quella dei Paesi con i risultati migliori. Viceversa, nel Sud la quota
di studenti al di sotto della media è circa il triplo. 7. Rapporto tra educazione e valutazioneL'educazione non è valutazione. Deve però essere vero il contrario: bisogna saper cogliere dalla valutazione, a tutti i livelli, un'opportunità molto importante per crescere, per essere più colti, più formati… 8. Servizio Nazionale di ValutazioneCi siamo dotati del Servizio nazionale di valutazione… È indubbio che un monitoraggio sistematico dei livelli di apprendimento nazionali sulle abilità in italiano, matematica e scienze da parte del Servizio Nazionale contribuirà a migliorare l'efficacia sia del sistema, sia della didattica dei singoli docenti, che saranno così incentivati a valutare non solo le conoscenze ma anche le abilità degli studenti… 9. Preparazione al 2006: simulazioni
L'edizione 2006 Pisa-Ocse si concentrerà in modo particolare sulle
scienze… Occorre arrivare preparati a questi appuntamenti. Il punto di
partenza deve essere la diffusione e riflessione nelle scuole
dell'indagine Pisa. 10. Strutture operative regionali a supporto di una migliore qualità degli apprendimentiPer sostenere la scuola italiana in un'azione straordinaria per il miglioramento degli apprendimenti in italiano, matematica e scienze, variamo strutture operative nazionali e regionali a supporto delle scuole autonome (Task force nazionale e regionali) per incrementare la qualità complessiva del sistema…
La diagnosi alla scuola italiana è fatta, la cura trovata. E’ quella coerente con le scelte di politica scolastica sinora attuate o programmate: meno tempo scuola per tutti e poi canalizzazione precoce nonostante ciò che dicono le ricerche internazionali: i sistemi “comprensivi” cioè quei sistemi che non incanalano gli alunni in scuole con obiettivi e curricoli diversi prima dei 15-16 anni sembrano avere risultati migliori dal punto di vista dell’efficacia misurata in termini di profitto medio.
6. Nontiscordardimé - Operazione Scuole Pulite 2005 Nontiscordardimé - Operazione scuole pulite, la giornata di volontariato organizzata da Legambiente che punta a rendere più vivibili gli edifici scolastici, torna il 19 marzo 2005.Come ogni anno bambini, ragazzi, giovani, insegnanti e genitori si dedicheranno a compiere piccoli interventi mirati a migliorare le condizioni dell'edificio scolastico, del suo cortile o dell'area immediatamente antistante la scuola. Potranno svolgere piccoli lavori per rendere più bella la scuola, come pulire spazi, verniciare aule, costruire aiuole, ecc. Inoltre si potranno organizzare momenti di aggregazione per socializzare e conoscere la comunità locale. Si potranno organizzare iniziative di comunicazione coinvolgendo stampa nazionale e locale, TV e radio per dare ampio risalto alla giornata. Quest'anno Nontiscordardimé avrà come tema l'energia e il risparmio energetico e si svolgerà in collaborazione con Edison, la società di energia più antica d'Italia. Le scuole che aderiranno riceveranno gratuitamente il materiale utile alla promozione e all'organizzazione della giornata, composto da un opuscolo contenente indicazioni su come organizzare Nontiscordardimé - Operazione scuole pulite, un vademecum sull'energia con relative schede di valutazione per rilevare i possibili sprechi energetici e l'impiego di fonti di energia alternativa, un attestato di partecipazione e gli adesivi della campagna. Inoltre tutte le scuole che hanno realizzato e progettato azioni finalizzate al risparmio energetico, potranno partecipare al Concorso nazionale "La Scuola Amica del Clima", promosso da Legambiente in collaborazione con Edison. Per qualsiasi informazione potete contattare Legambiente Scuola e Formazione, tel. 0686268425, m.pergoloni@mail.legambiente.com.
7. Agenda Seminario Nazionale a Roma l’ 1 e 2 aprileItalia Nostra, Legambiente, TCI, Terra Nostra, VAS, WWF, a partire dall’esperienza condotta insieme nel Gruppo di Alimentazione Culturale, promuovono un seminario nazionale sull’educazione ambientale per l’ 1 e 2 aprile 2005, a Roma.
Obiettivo del
seminario: avviare un percorso di riflessione sull’educazione
ambientale condivisa dai numerosi e diversificati soggetti,
istituzionali e non, che in questi anni hanno operato in questo campo
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