Secondo ciclo.

10 anni e larghe intese per uscire dall’impasse.

 da Tuttoscuola di domenica 6 febbraio 2005

 

Come si uscirà dalla situazione di grande tensione e incertezza determinatasi nelle scuole coinvolte nell’operazione "secondo ciclo"? E fino a che punto il dibattito tra le forze politiche, all’interno e all’esterno della maggioranza, e quello in corso nel mondo della scuola, alimentato dai sindacati, potranno modificare le decisioni che il governo è chiamato a prendere in attuazione della legge 53/2003?

E’ difficile fare previsioni. Ma una cosa ci sembra di dover dire, anzi ripetere: una riforma di questa portata, come insegnano le esperienze di altri Paesi che hanno realizzato riforme generali (Spagna, Francia, Regno Unito, Svezia), ha bisogno di almeno 10-12 anni per andare a regime, e di un consenso sociale sufficientemente ampio, oltre che di regole istituzionali chiare. Occorrerebbe che anche in Italia si tentasse di avere condizioni simili, azzerando il confuso confronto-scontro in atto e ripartendo con una più lineare e condivisa successione delle fasi di attuazione della legge, che potrebbe essere così configurata:

  1. Ridisegno generale del secondo ciclo, da realizzare sulla base di una intesa strategica tra lo Stato, le Regioni e il mondo del lavoro, volta ad assicurare la competitività e la pari dignità (e consistenza) dei due sistemi. L’intesa dovrebbe prevedere la cogestione istituzionale per la durata di almeno 10 anni della fase di transizione al nuovo assetto del secondo ciclo.

  2. Definizione dei percorsi di entrambi i sistemi, per assicurare la trasparenza dell’offerta e la soddisfazione della domanda sociale di istruzione e formazione in tutte le sue articolazioni.

  3. Definizione dei piani di studio dei licei e dei livelli essenziali di prestazione per il sistema di istruzione e formazione, individuando un "nocciolo duro" (anche i francesi sono alla ricerca di un "socle dur") di conoscenze e abilità condivise dagli studenti dei due sistemi, almeno per quanto riguarda il biennio iniziale.

  4. Individuazione degli obiettivi di apprendimento disciplinari ("OSA"). Questa operazione dovrebbe porsi logicamente (ma non necessariamente anche cronologicamente) a conclusione del processo di implementazione della normativa che riguarda il secondo ciclo.

  5. Adozione contestuale del regolamento contenente i nuovi piani di studio dei licei e dei piani di studio del "sistema di istruzione e formazione", anche per consentire i passaggi tra i due sistemi.

  6. Accordi con i sindacati sulla posizione giuridica dei dirigenti scolastici e dei docenti che insegneranno nei percorsi del sistema di istruzione e formazione professionale (classi di concorso, mobilità verso e dai licei, contratto nazionale unico).

  7. Piano di formazione in servizio dei dirigenti e dei docenti sui nuovi contenuti e metodi.

  8. Predisposizione tempestiva dei nuovi libri di testo e di ambienti didattici (laboratori ecc.) idonei sia per i licei che per il sistema di istruzione e formazione.