Il Consiglio dei Ministri
ha approvato il decreto legislativo
in attuazione della legge 53/2003
che disciplina l'accesso alla professione di docente.
della
Presidenza del Consiglio dei Ministri,
pubblicato su
Gilda Foggia il 25/2/2005
Cambia la formazione
iniziale dei docenti delle scuole italiane, in linea con le normative
europee che richiedono per la professione di insegnante una formazione
specifica di livello universitario. Il Consiglio dei Ministri ha
approvato stamani in prima lettura, su proposta del Ministro
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, lo
schema di decreto legislativo concernente la definizione delle norme
generali in materia di formazione degli insegnanti ai fini
dell'accesso all'insegnamento, in attuazione della legge 53/2003.
Il decreto prevede una
formazione di pari dignità per i docenti di tutti gli ordini e gradi
di scuola. I percorsi di formazione iniziale dei docenti della scuola
dell'infanzia, del primo ciclo e del secondo ciclo si svolgeranno
presso le università e le istituzioni di alta formazione artistica,
musicale e coreutica, rispettivamente nei corsi di laurea magistrale e
nei corsi accademici di secondo livello.
"Avremo insegnanti più
qualificati e più giovani", ha detto il Ministro Moratti, "e,
attraverso la programmazione, potremo dare loro certezza del posto di
lavoro, mentre nel sistema precedente si era creata una situazione
caratterizzata da aspiranti insegnanti anche non laureati e in numero
sovradimensionato. La nuova disciplina", ha aggiunto il Ministro
Moratti, "consentirà progressivamente di risolvere il problema del
precariato nelle scuole, perché a regime sarà possibile insegnare solo
con il livello più alto della formazione universitaria, e non con una
semplice formazione professionale. Per quanto riguarda il precariato
storico viene conservato il reclutamento dalle graduatorie permanenti
dei precari storici per il 50% dei posti da coprire, così come
previsto dalla disciplina attuale. Con il nuovo canale formativo verrà
coperto il restante 50% dei posti, che la disciplina previgente
riservava ad un concorso per titoli ed esami".
"Il Miur", ha concluso
il Ministro Moratti, "sta studiando con il Ministero dell'Economia e
con il Dipartimento della Funzione Pubblica misure che ci consentano
di assorbire nei prossimi cinque anni tutto il precariato storico. A
tale proposito stiamo avviando un confronto con le Organizzazioni
sindacali e già alcune proposte sono pervenute dallo Snals. Vorrei
ricordare che a partire dall'estate 2001 abbiamo assunto
complessivamente circa 90.000 docenti precari, riducendo il fenomeno
del precariato storico di circa il 30 per cento. Con le misure che
adotteremo potremo pianificare il riassorbimento degli altri 200.000
precari storici".
L'inizio dei nuovi corsi
è previsto dall'anno accademico 2006-2007, per cui i primi abilitati
potranno essere assegnati alle scuole dall'anno scolastico 2008-2009.
Ma ecco, in sintesi,
altri punti qualificanti della nuova normativa.
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I nuovi percorsi sono
programmati dalle Università nella loro autonomia in conformità a
criteri definiti con decreto del Ministro, assicurando
l'approfondimento disciplinare, i contenuti pedagogico-professionali
e periodi di tirocinio nelle scuole, oltre ad eventuali stage
all'estero. I corsi sono finalizzati all'acquisizione di
quell'insieme di competenze che caratterizzano il profilo culturale
e professionale del docente.
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I nuovi percorsi
formativi sono a numero programmato e sono ripartiti tra le
Università di ciascuna Regione in misura pari al numero dei posti
che si prevede di coprire per concorso nelle scuole statali della
Regione stessa. Ai corsi si accede previa selezione nazionale che si
svolge presso le università, dopo aver conseguito la laurea di primo
livello o il diploma accademico di primo livello.
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Un ruolo essenziale
nella formazione dei docenti hanno i Centri di ateneo o di
interateneo, che verranno realizzati con compiti di organizzazione
del tutorato, svolgimento delle prove d'accesso, coordinamento delle
lezioni teoriche con i laboratori e i tirocini, raccordo con le
scuole e con le altre istituzioni formative del territorio. Tale
raccordo verrà assicurato anche da professori della scuola,
comandati presso i Centri con compiti di supervisione e
coordinamento dei tirocini. I Centri realizzeranno specifiche intese
con le scuole o con reti di scuole, con le associazioni
professionali e disciplinari, gli Irre, l'Indire e l'Invalsi per
assicurare una migliore integrazione e sinergia tra i contenuti
teorici curati dalle Università e la riflessione sulla pratica
professionale svolta nelle scuole.
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Alla fine del corso,
dopo la laurea magistrale o il diploma accademico di secondo
livello, è previsto un esame di Stato con valore abilitante, che
vale anche come prova concorsuale e garantisce quindi a coloro che
lo superano la certezza dell'assunzione nelle scuole statali sui
posti messi a concorso.
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La programmazione dei
posti avviene a cadenza triennale in base a stime previsionali che
tengono conto del numero dei posti di insegnamento, del numero degli
alunni, anche disabili e del turn-over del personale docente. Il
Ministero ripartisce poi anno per anno tra le università funzionanti
nelle singole Regioni un numero di posti pari a quelli che si
prevede di coprire nelle scuole della Regione maggiorato del 10%.
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I vincitori del
concorso sono assegnati, nell'ordine della graduatoria del concorso
e tenendo conto delle loro preferenze, alle scuole della Regione,
nelle quali svolgono un periodo di applicazione della durata di un
anno tramite un apposito contratto di inserimento formativo al
lavoro, con assunzione di responsabilità di insegnamento sotto la
supervisione di un tutor e svolgimento di attività formative
connesse all'esperienza didattica, coordinate dal Centro di ateneo,
sulla base delle indicazioni del tutor.
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Al termine dell'anno
di applicazione ed in seguito a valutazione positiva espressa dal
comitato per la valutazione del servizio, i docenti stipulano con i
dirigenti scolastici un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
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Il nuovo canale
formativo potrà essere utilizzato anche dalle Regioni per assumere
gli insegnanti delle loro istituzioni formative sulla base di
un'intesa in Conferenza Unificata.