Anche nella scuola leggi ad personam?

 da TuttoscuolaNews N. 187, 28 febbraio 2005

 

Pur tra distinguo e motivazioni  assai  "stravaganti"  -  si  veda  il resoconto sommario n.  363  del  22/2/2005  -  sembra  profilarsi  una soluzione legislativa per quei docenti che, senza aver fatto almeno un triennio di servizio di preside incaricato,  requisito  richiesto  per partecipare al concorso riservato, sono stati ammessi con riserva,  in forza di un provvedimento cautelare del giudice  amministrativo,  alla procedura selettiva, superandola.

Si sta dando soluzione  a  un  "caso"  che  poteva  essere  del  tutto marginale e contenuto, ma che  è  andato  crescendo  per  la  mancata indizione di  un  unico  concorso  per  dirigenti  scolastici  per  la copertura di tutti i posti che comunque si sarebbero resi vacanti  nel triennio di riferimento  ampiamente  superato  (2001-2003),  al  quale avrebbero avuto accesso tutti i docenti, con il  limite  del  50%  dei posti riservati ai presidi incaricati.

Viceversa, il Governo ha  scelto  di  adottare  procedure  separate  e differite, dando  la  precedenza,  come  da  promessa  elettorale,  al concorso riservato, mentre per l'ordinario ancora non è stata fissata la data di svolgimento della prova scritta e, cosa ancora più  grave, è stato messo a concorso un numero di posti determinato in  modo  del tutto arbitrario.

Una    situazione  non  chiara  che  peraltro  ha  generato  un  ricco contenzioso, le cui decisioni conclusive non sono mai allineate con  i contenuti del contendere.

Insomma, per rimuovere un problema certamente marginale, si  mette  in crisi un grande principio:  il  rispetto  delle  regole  che  dovrebbe essere   particolarmente  perseguito  nei  rapporti  tra  la  Pubblica Amministrazione ed i cittadini. A maggior ragione  il  rispetto  delle regole dovrebbe essere la base ed il fondamento di  comportamenti  che regolano    assunzioni  nella  Pubblica  Amministrazione,  ancor  più simbolicamente per coloro,  come  i  dirigenti  scolastici,  che  sono chiamati ad essere  i  garanti  del  diritto  e  della  cultura  della legalità nel settore formativo. E questo non è un  bell’esempio  per il Paese.