Il Portfolio di Letizia Moratti.
di Giuseppe Caliceti da
Liberazione del 9/2/2005
Il Portfolio dello Studente: una novità
annunciatissima della Riforma della Scuola Moratti. Dovrebbe essere
una specie di cartellina in cui si raccolgono alcuni materiali
significativi prodotti a scuola dallo studente, in grado di
descriverne le sue abilità e il suo percorso scolastico, sia dal punto
di vista dell'apprendimento che della socializzazione. Dovrebbe,
perché di certo c'è poco.
Per provare a capirci qualcosa occorre fare un tedioso flashback. Nel
1977, con la legge n.517, storica legge antesignana dell'innovazione
nella scuola di base, la tradizionale pagella viene abolita per
diventare "documento di valutazione dell'alunno", redatto dal
Ministero della Pubblica Istruzione. Si passa dai voti decimali
(10,9,8,7,6 e così via) ai giudizi verbali analitici e sintetici.
Nel 1993 avviene il primo cambiamento della scheda, dopo la stagione
dei nuovi programma e della programmazione curricolare: i genitori
degli alunni trovano delle lettere (A, B, C, D, E) per indicare il
livello di competenza raggiunto dai loro figli.
Nel 1996 - ministro dell'Istruzione Berlinguer, quello del Concorsone
poi ritirato per le proteste del corpo docente - dall'A-B-C si passa
ai giudizi di valore: Ottimo, Distinto, Sufficiente, Insufficiente… Le
vecchie schede vengono abrogate con i provvedimenti del 1999 (Dpr n.275)
e del 2003 (legge n.53). La scheda abrogata continua comunque ad
essere stampata dal Poligrafico dello Stato e distribuita alle scuole
fino allo scorso anno scolastico.
Anno scolastico 2004-2005. Inizia a girare la voce che il Portfolio
delle competenze degli alunni dovrebbe soppiantare la Scheda di
valutazione. Ma il Portfolio è ancora in alto mare. Non se ne parla né
nella legge n.53/2003, né nel Decr. Leg. n.59/2004, né nella Cm n.29/2004.
Esiste solo nelle Indicazioni nazionali, allegate al decreto
legislativo e aventi peraltro valore transitorio.
Tuttavia, l'ormai celeberrimo Corpo Docente, -
che a differenza del Corpo Operaio, del Corpo Autotrasportatori, del
Corpo degli Alpini e di tutti gli Altri Corpi d'Italia, rimane senza
dubbio uno dei più flessibili e pazienti Corpi Disarmati in
circolazione - comincia a darsi da fare. In queste settimane in tutta
Italia si organizzano corsi di aggiornamento sul Portfolio.
Rigorosamente NON on line - che invece piacevano tanto al ministro ma
che ora sembra voglia togliere. Cosa si scopre?
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Intanto, per quest'anno - ma i docenti fanno
della precarietà e della flessibilità il loro stile di vita, lo
ricordo… - il Portfolio non sostituisce affatto la Scheda, ma si
affianca ad essa. Per il futuro, si vedrà. Unica novità: la Scheda se
la pagano le scuole, in nome dell'autonomia.
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La responsabilità del Portfolio è
dell'insegnante "tutor". Ma oggi il "tutor" non c'è o c'è un "tutor
diffuso" - un modo elegante per dire che non c'è, perciò il Portfolio
lo realizzeranno tutti i docenti che lavorano su una classe. Senza
incentivi in più, come previsti per il "tutor".
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Sembra che il Portfolio debba raccogliere "il
meglio dello studente". Nessuno però spiega cosa sia questo "meglio".
Di fronte a uno studente - magari con inequivocabili problemi in
matematica - è il caso o no di mettere nel suo Portfolio una sua
verifica errata di matematica? O forse bisogna mettere solo l'unica
sua verifica non errata? Mistero.
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Alla realizzazione del Portfolio dell'alunno,
oltre ai suoi docenti, si dice che parteciperanno non solo l'alunno,
ma anche i suoi genitori. Ognuno è figlio della sua mamma, è noto.
Come ogni mamma e ogni papà sono genitori del proprio figlio, nella
migliore delle ipotesi. Si può supporre che la valutazione
dell'apprendimento di uno studente rischi di non essere del tutto
obiettiva e omogenea? O per mille e duecento euro al mese un
insegnante vorrà rischiare prevedibili contenziosi con almeno una
parte dei genitori dei suoi studenti? Più probabile che, pur lavorando
in una scuola pubblica, si comporti da docente di scuola privata:
visto che i genitori dell'alunno pagano - e anche la Riforma Moratti,
si veda la questione del Tempo Pieno, ha intenzione di farli pagare… -
è bene trovi comunque risultati e soddisfazioni. Veri o meno, in una
Scuola-Azienda è secondario.
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Infine, visto che ogni Riforma epocale (?) ha
bisogno di tempo, gli stessi dirigenti scolastici e/o esperti relatori
dei corsi di aggiornamento sul Portfolio, consigliano i docenti di
realizzarlo seguendo il loro proverbiale buon senso. Perché
l'importante è dire che si è fatto, non come.
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Si sente dire: un'idea che poteva avere un
senso, così rischia di perderlo. Ma un senso ce l'ha? Ce l'aveva? Per
me no. Anche se diligentemente realizzerò anche io uno spettacolare
Portfolio dei miei alunni. Per me non ce l'ha perché il Portfolio
degli studente va a braccetto con l'idea di una Scuola-Azienda che mi
preoccupa. Ricorda quell'insieme di prove di artista che un pittore
porta al suo gallerista per allestire la sua prima mostra - la parola
infondo nasce da lì. Si rischia di educare fin da piccoli alla
debordante e devastante Cultura dell'Immagine. Il Portfolio mi fa
venire in mente il famoso Book/Calendario delle aspiranti fotomodelle
o starlette tv. Il curriculum del giovane disoccupato fresco di studi
al suo primo colloquio di lavoro a tempo non determinato. La
schedatura o il sondaggio di mercato che si compila davanti alla cassa
dell'Ipercoop. Non a caso quella della Moratti è una scuola che oltre
a sfasciare - per esempio la scuola elementare italiana, che aveva
raggiunto altissimi livelli in tutto il mondo, - tende a dividere fin
da bambini gli Intelligenti dai Somari, i Buoni dai Cattivi, i Ricchi
dai Poverini, i già precettati Lavoratori del Terziario dagli altri. E
a formare una massa compatta di Cittadini Consumatori e poco più.
Ma gli esseri umani, almeno da giovani, non
possono essere trattati né solo come clienti né come piccoli adulti.
Meritano più dignità, rispetto, onestà, verità. Basterebbe leggere il
Portfolio della Moratti, per capire davvero a cosa serve il Portfolio
dello Studente. La vita scolastica di un alunno si documenta giorno
per giorno. Pazientemente. Osservando i suoi comportamenti, le sue
verifiche, i suoi quaderni, i suoi errori, i suoi progressi. Il
Portfolio invece è uno strumento che, al di là delle buone intenzioni,
pone soprattutto il problema di come rappresentare, di che immagine
dare allo studente di sé e della sua carriera scolastica. E della
Scuola-Azienda che frequenta. A partire da sei anni.
Tanto fumo, insomma. E poco altro.
Ma c'è da essere ottimisti. Perchè i bambini e i
ragazzi, a prescindere da quello che pensano o fanno gli adulti,
crescono comunque. Non è molto, ma neppure poco.
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