La Cassazione: giuste le richieste dei bidelli provenienti dalle altre amministrazioni.

Scuola, ricorsi da 700 milioni.

Anzianità: sentenza sul nuovo personale, si rischia una spesa record.

di G. Ben. da Il Corriere della Sera del 28/2/2005

 

ROMA - Il ministero dell’Istruzione dovrà ricostruire la carriera dei circa 80 mila bidelli che nel 2000 sono passati dagli enti locali allo stato, con una spesa valutata intorno a 700 milioni di euro, mettendo in conto anche gli arretrati. Una somma considerevole che rischia di creare un buco nei bilanci di viale Trastevere, destinati per oltre il 95 per cento agli stipendi, con possibili contraccolpi sulle iniziative in atto. Settecento milioni di euro in meno, nell’economia dell’Istruzione, significano pezzi di riforma che potrebbero rallentare, difficoltà nei contratti ancora aperti, problemi nei finanziamenti alle scuole e nella pianificazione delle assunzioni in ruolo. La Corte di Cassazione ha dato definitivamente torto al ministero che fino all’ultimo ha tentato di opporsi ai ricorsi vinti dai bidelli transitati in massa da Comuni e Province nei ruoli dello stato con la legge 124 del ’99. La ragione del contenzioso? I contratti degli enti locali non prevedevano gli scatti di anzianità, quelli dello stato sì. E la differenza non è cosa trascurabile. Una volta diventati dipendenti del ministero dell’Istruzione i bidelli si sono rivolti ai sindacati per ottenere i vantaggi del nuovo inquadramento. Solo la Cgil scuola ha promosso circa 20 mila ricorsi. Nei prossimi giorni, dopo la sentenza della Cassazione, presenterà altre richieste.

Un passo indietro. La legge 124 si proponeva di mettere ordine nel caos dell’inquadramento dei bidelli dipendenti dalle Province (scientifici, magistrali, tecnici), dai Comuni (elementari) e dallo Stato (classici, professionali e medie). La Legge, varata quando era ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, stava per essere applicata dal successore Tullio De Mauro. A seguito del cambio del governo viene ereditata da Letizia Moratti che contesta il provvedimento. Il testo appare contraddittorio: da una parte non prevede oneri aggiuntivi, ma dall’altra riconosce l’anzianità maturata dal personale venuto dagli enti locali.

Nel 2000 i dirigenti del ministero fanno due conti: il costo della ricostruzione delle carriere si aggira sui 2-300 miliardi di vecchie lire. I sindacati promuovono i ricorsi, il ministero di oppone. La legge 124, ricorda un ex dirigente del personale, creava delle difficoltà. Doveva essere a costo zero. Ma, come primo effetto, c’è una sorta di moltiplicazione degli organici: nel passaggio allo stato cambia anche il rapporto bidelli-ragazzi. I 42 mila ausiliari, grazie ai nuovi parametri statali, diventano 80 mila, attingendo alle graduatorie. Senza copertura di spesa. L’aggravio è di circa 1000 miliardi di vecchie lire l’anno. La Moratti protesta e continua ad opporsi anche quando le prime sentenze danno ragione ai sindacati. E i costi continuano a lievitare.