Fine d'anno amara per gli istituti:
stanno scontando minori risorse per il 2005 di 125 milioni di euro.

Il tagliaspese mette in rosso le scuole.

Dal 22 al 70% in meno i fondi per gestione e investimenti

ItaliaOggi del 13/12/2005

 

Fine d'anno amara per le scuole italiane. Che in questi giorni stanno facendo i conti con bilanci quasi in rosso. Gli accrediti per il funzionamento didattico e amministrativo che stanno arrivando dalle direzioni regionali sono infatti inferiori dal 22 al 70% rispetto all'anno precedente. Penalizzati sopra tutto gli istituti dislocati nelle regioni più lente nel trasferire le risorse: in primis il Lazio, che ha avuto un taglio di oltre 9 milioni di euro. Sono gli effetti del decreto tagliaspese, la manovrina d'urgenza del ministro dell'economia, Giulio Tremonti, varata dal consiglio dei ministri il 14 ottobre scorso. Una manovra che, fissato a 155 i milioni di euro di risparmio sulle unità previsionali di spesa 2005 del ministero dell'istruzione, ha prosciugato le risorse lì dove erano disponibili, senza nessun tetto o vincolo. E dunque se il Piemonte, per esempio, è riuscito a farla franca sul fronte dei fondi per gli interventi integrativi per i disabili, perché al momento dell'entrata in vigore del decreto legge aveva già impegnato tutto il relativo finanziamento attribuendolo alle scuole, il Veneto ha dovuto rinunciare a 115 mila euro su una disponibilità di 127 mila euro.
Con un taglio del 90%. Discorso analogo per il Lazio, che, sempre per gli interventi a favore dell'handicap, si è trovato con una minore disponibilità di 226 mila euro rispetto ai 296 mila preventivati. Ossia quasi il 65% in meno. Nessun taglio invece per Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Puglia, Sardegna e Sicilia. Che hanno però pagato pegno sul fronte della formazione del personale dipendente e del funzionamento didattico. Il taglio di 155 milioni incide su consumi intermedi e investimenti. Il primo capitolo va dall'acquisto del materiale di cancelleria alle spese per le pulizie. Il secondo mette in discussione i fondi per l'igiene e la sicurezza sul lavoro, per il funzionamento e l'operatività scolastica, compresi quelli previsti dalla legge per l'autonomia scolastica, la n. 440/1997, con particolare riguardo alle attività di formazione e aggiornamento di tutto il personale e all'integrazione del piano dell'offerta formativa. Per quest'ultimo capitolo, è lo stesso ministero ad aver stimato i tagli regione per regione. Si tratta di un minor finanziamento pari al 21,46% che si traduce nel 31% per Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Molise, Lazio, Calabria e Sicilia, a fronte dello 0% di Basilicata e Sardegna.

Nonostante il meccanismo accetta (ossia tagliare lì dove ci sono risorse disponibili), l'obiettivo finale non sarà comunque centrato. Dalle stime fatte, i trasferimenti dalle regioni sconteranno una riduzione di 74,587 milioni di euro e quelli di provenienza ministeriale di 50,860 mln. Insomma, 125,447 milioni di euro contro i 155 milioni preventivati.

Sul piede di guerra le direzioni scolastiche regionali, che materialmente stanno chiudendo i cordoni della borsa sul territorio, e i sindacati. ´Ci saranno effetti a cascata disastrosi', commenta il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini, ´altro che quanto affermato dal ministero. Secondo viale Trastevere il dl non doveva avere effetti per le scuole, e invece ci sono e sono del tutto indiscriminati'.´Si tratta di tagli cattivi, che penalizzano anche i disabili', aggiunge Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola. ´Avevamo chiesto al ministero un incontro urgente per esaminare appunto gli effetti del taglia spese e verificare eventuali spazi di modifica in Finanziaria, ma c'è stato solo silenzio', precisa Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. Il decreto tagliaspese scadrà dopodomani, se non sarà per quella data convertito. Occhi puntati al decreto milleproroghe, oggi al consiglio dei ministri, che reitera alcune scadenze. Tra queste, potrebbe esserci quella del tagliaspese.