RIFORMA
Come per le elementari, scatta l'obbligo di ridefinire il numero reale delle cattedre.

Organici: scure Moratti alle medie.

Le ore opzionali non attivate spariranno con i relativi posti

ItaliaOggi del 13/12/2005

 

Le ore opzionali non attivate nelle scuole medie spariranno dall'organico di diritto. Già dal prossimo anno scolastico. Dopo la scuola elementare (si veda la nota del 3 ottobre scorso) la scure della riforma Moratti sta per abbattersi anche sulla scuola media. L'amministrazione centrale, infatti, il 28 novembre scorso ha inviato una nota a tutte le scuole secondarie di primo grado, con una serie di istruzioni per rilevare le attività che sono state realmente attivate (prot. n. 2271/DIP/UO4).

 

NUOVE REGOLE PER GLI ORGANICI

Dal prossimo anno, infatti, la riforma Moratti dovrebbe andare definitivamente a regime anche alle medie. E ciò comporterà una rivisitazione dei criteri che vengono attualmente utilizzati per calcolare gli organici. In buona sostanza, la novità consiste nel fatto che, laddove le attività opzionali non sono state richieste dai genitori, le relative ore saranno cancellate dall'organico di diritto. E ciò determinerà la cancellazione di un numero imprecisato di cattedre.

 

MENO ORE, MENO CATTEDRE

Per avere un'idea approssimativa dell'entità dei tagli che si profilano all'orizzonte basta confrontare i nuovi orari con quelli del precedente ordinamento. Partiamo dal tempo prolungato. La precedente disciplina prevedeva due possibilità: la prima, di 36 ore settimanali, comprensive delle compresenze, alle quali si aggiungevano le ore destinate alla mensa; la seconda, di 40 ore, senza compresenze, oltre le ore di mensa. Con il nuovo ordinamento, invece, il numero massimo di ore di lezione non potrà eccedere le 33 ore settimanali. Di queste, sei ore saranno destinate alle attività opzionali. Che potranno essere introdotte solo se vi è il consenso dei genitori. Ferme restando le ore della mensa e della ricreazione.

 

IL VULNUS DELLE ORE FACOLTATIVE

Ciò vuol dire che, se saranno state attivate tutte le ore opzionali, nel tempo prolungato vi sarà una riduzione di ore di lezione quantificabile da un minimo di tre a un massimo di nove ore settimanali.

Se, invece, le ore non saranno state attivate, il calo delle ore di lezione andrà da un minimo di nove a un massimo di 13 ore di lezione settimanali. Insomma, una vera e propria ecatombe, che rischia di falcidiare gli organici creando situazioni di esubero strutturale di proporzioni imponenti.

 

MENO TAGLI NEL TEMPO NORMALE

Nel tempo normale la mannaia della riforma Moratti dovrebbe avere effetti meno devastanti, ma comunque notevoli. L'orario settimanale delle scuole che non hanno il tempo prolungato, infatti, è attualmente di 30 ore, che diventano 33 nelle scuole dove è stato attivato il bilinguismo.

La nuova disciplina prevede invece 27 ore frontali, alle quali possono aggiungersi tre ore settimanali di attività opzionali.

 

LE INTENZIONI DEL MIUR

È ragionevole ritenere, peraltro, che l'amministrazione centrale non abbia interesse a cancellare migliaia di posti di lavoro alla vigilia delle elezioni. Resta il fatto, però, che nella nota destinata alle scuole elementari tale volontà è stata esplicitata nel seguente passaggio: "Al fine di poter programmare le scelte che le famiglie effettueranno per l'anno 2006/2007", si legge nella nota per le scuole elementari, "e quantificare i presumibili fabbisogni orari, si rende necessario che codesti uffici effettuino una compiuta e puntuale ricognizione delle scelte operate dalle famiglie nell'anno 2005/2006". Nella nota destinata alle scuole medie, invece, pur essendo riferita a una situazione in tutto simile a quella delle scuole elementari, l'amministrazione ha preferito esprimersi usando toni più morbidi, facendo riferimento a una semplice ricognizione delle attività realmente poste in essere. Ma il senso è chiaro lo stesso.

 

IL RISCHIO DEI LICENZIAMENTI

Resta il fatto che, nonostante le ristrettezze di bilancio, la Finanziaria di quest'anno non prevede i consueti tagli al personale scolastico. E ciò potrebbe essere dovuto al fatto che le riduzioni di organico discenderanno direttamente dall'entrata a regime della riforma. Di qui l'inutilità di una esplicita previsione.

E ad aggravare lo stato di tensione dei diretti interessati si aggiunge l'espresso riferimento alla disciplina del trattamento degli esuberi contenuta nel decreto legge 212/2002, uno dei primi provvedimenti sulla scuola del governo Berlusconi. Il dispositivo richiama espressamente la disciplina contenuta nel decreto legislativo 165/2001, uno degli ultimi provvedimenti del precedente governo di centro-sinistra. Che prevede la messa in disponibilità, per 24 mesi a stipendio ridotto, per i docenti incollocabili (articolo 33). E una volta trascorsi i 24 mesi, il licenziamento in tronco (articolo 34).