Dimissioni Moratti:

quasi un giallo sui tempi.

da TuttoscuolaNews , N. 224, 12 dicembre 2005

 

C'è chi dice che le dimissioni di Letizia  Moratti  dall'incarico  di ministro,  per  candidarsi  a  sindaco  di  Milano,  siano  imminenti: questione di pochi giorni.

Chiusi i contratti della scuola e dei dirigenti scolastici, completata l'adozione dei sei decreti legislativi attuativi della legge  53/2003, ottenute alcune disponibilità  nella  Finanziaria  2006,  la  Moratti coglierebbe l'occasione  per  interrompere  l'esperienza  governativa, anche perchè il suo pressochè  certo  avversario  nella  corsa  alla guida del comune di Milano, Bruno  Ferrante,  le  sue  dimissioni  (da prefetto) le ha già date,  e  ha  in  pratica  già  avviato  la  sua campagna elettorale.

Altre voci spostano la data in avanti: le dimissioni non arriverebbero prima    di  marzo  2006.  Nel  primo  caso  potrebbe  anche  prendere consistenza l'ipotesi della nomina di un nuovo ministro che, sia  pure di "fine legislatura",  potrebbe  cercare  di  caratterizzare  la  sua azione, magari in vista di  una  conferma  nel  futuro  nuovo  governo (sempre che venga  premiata  l'attuale  coalizione).  Molto  probabili sarebbero, in questo scenario, alcuni cambiamenti nel  top  management del MIUR, a partire dalla composizione del Gabinetto del ministro.

Sembra però più realistico che in  caso  di  dimissioni  di  Letizia Moratti  sia  il  presidente  del  Consiglio  Berlusconi  ad  assumere l'interim del ministero di viale Trastevere, come avvenuto  per  altre dimissioni di ministri dell'attuale Governo.

In tal caso molti danno per certo l'affidamento di fatto del ministero all'attuale sottosegretario Valentina  Aprea.  Sarà  interessante  in questo caso osservare se ci sarà un  cambiamento  di  rotta  a  viale Trastevere.

È noto, infatti, che da diverso tempo l'on. Aprea, che pur  ha  avuto un ruolo decisivo nell'attuazione della prima parte della riforma, non si trovi sempre in sintonia con il suo ministro (e viceversa).

In particolare, nella definizione del decreto legislativo  per  il  2° ciclo,    ben    altra   era   la  linea  politica  dell'Aprea  sulla sperimentazione, sui tempi di attuazione della riforma,  sui  rapporti con le regioni.

I pieni poteri affidati al  sottosegretario  potrebbero  rimettere  in discussione alcune scelte della Moratti proprio  nel  momento  in  cui quest'ultima ritiene di aver completato il proprio progetto?