Vincenzo Brancatisano

Prodi contesta la Riforma Moratti ma annuncia che non la abrogherà .

“Non voglio distruggere.

Quello che si salva si salva”.

Sconcerto e rassegnazione nel mondo nella scuola per le dichiarazioni del Professore

da vincenzobrancatisano.it, 19/12/2005

 

Non si facciano illusioni i docenti, Prodi non abrogherà la Riforma Moratti. Stanno creando disappunto nel mondo della scuola le dichiarazioni di Romano Prodi rilasciate l’altra sera a Modena.

Con una risposta prevedibilmentre arzigogolata, il Professore, dopo avere sparato a zero contro due o tre aspetti della Riforma Moratti, ha spiazzato l’intervistatrice con una brusca frenata. Quando il direttore di Teleradiocittà Roberta Vandini gli ha chiesto se la Riforma Moratti sarebbe a questo punto (e di conseguenza a quanto detto) la prima a cadere in caso di vittoria del centrosinistra, il candidato ha risposto: “Decada tutta o no, io non ho l’idea di distruggere. Gli aspetti che si salvano, si salvano. Gli altri li tiriamo via”.

E’ il tipo di risposta che centinaia di migliaia di docenti temono dal centrosinistra, ma scatta lo stesso un applauso in sala, e non se ne parla più, si passa ad altro. Ad esempio agli aiuti economici che il nuovo governo darà agli studenti che si iscriveranno a Ingegneria (“non mi vergogno di dirlo”) e alla Riforma Costituzionale. Quella sì, si deve abrogare totalmente e non c’è neppure il rischio che ciò non avvenga, assicura Prodi, visto che il referendum costituzionale non richiede un quorum per la propria validità.

Dunque, quando Prodi vuole essere chiaro la sa essere. Di conseguenza, se non usa analoga nettezza verso la Riforma Moratti, vuol dire che le intenzioni sono ben diverse, analoghe a quelle della Margherita, che non vuole abrogare la riforma. Solo parlar male, non abrogare e i docenti che da mesi si dicono sicuri che il centrosinistra abrogherà la legge Moratti non dovrebbero farsi tante illusioni. La Riforma sarà solo limata in opposizione all’ala abrogazionista che si sta coalizzando a sinistra con comitati promotori per l’eliminazione della normativa.

Ma i docenti (un elettorato determinante) chiedono: Quali aspetti si salvano? Quali invece saranno aboliti? Il portfolio rimarrà? Saranno resuscitate le materie importanti appena abolite? E l’alternanza scuola-lavoro? L’entrata a gamba tesa nelle scuole da parte degli enti di formazione? L’obbligo scolastico? La devoluzione alle Regioni della futura istruzione professionale? La divisione della scuola in licei e scuole professionali? E il nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti? Il ruolo delle lingue? Il tempo pieno e prolungato? La valutazione Invalsi? Le competenze dei dirigenti? E tutto il resto?

“Perché Prodi non parla chiaro?”, si stanno chiedendo docenti di tutta Italia, che dicono di avere il diritto di sapere prima del voto le sue reali intenzioni.

E tra i precari della scuola torna l’incubo della legge sul contestato superpunteggio della montagna. Contestato dalla sinistra sui giornali, ma approvato insieme alla destra in Parlamento.