Disabili e sperimentazione.

Gloria Panizzi da DocentINclasse, 27/11/2005

 

Nella Finanziaria 2006 sono previsti, nel Fondo per la famiglia, 1 miliardo e 140 milioni, fermi restando i tagli a Comuni, Province e Regioni per 1 miliardo e 480 milioni.

Lo stanziamento verrà inoltre polverizzato per destinazioni diverse. Una quota andrà a sostegno dell’inserimento dei ragazzi diversamente abili.

Questo stanziamento non varrà sicuramente a tamponare le necessità aperte dai tagli ai docenti di sostegno e dall’aumento delle presenze di questi giovani nelle nostre scuole.


Sono solidale con le famiglie della provincia di Reggio Emilia che hanno manifestato la profonda costernazione per le ore di appoggio insufficienti.

Non vale a confortarli il discorso che tali ore sono aumentate rispetto allo scorso anno, quando il numero di iscritti diversamente abili sono progressivamente aumentati ogni anno.


Invece di tutelare valori quale il diritto per tutti all’istruzione, il governo cerca di cavarsela facendo ballare i numeri: è incivile. Non credo che un bonus di 1.000 € per ogni bambino sia un riconoscimento utile se sostituisce una seria politica complessiva a favore delle famiglie, depauperate da mille voci di spesa per la casa e per i figli: tutto è aumentato.


Abbiamo visto i sostegni alle scuole private o alle famiglie che iscrivono i figli alle scuole confessionali sostituire i bonus che ogni anno potevano alleviare le spese per la frequenza scolastica e per l’acquisto dei libri.

Non è sicuramente questa una politica rivolta alle persone, bensì una scelta smaccatamente clientelare e elettoralistica.


Così come è indecoroso stimolare le scuole superiori all’avventura di una
sperimentazione dei nuovi indirizzi, senza chiare indicazioni sui mezzi economici a disposizione, sull’utilizzo dei docenti che risulteranno soprannumerari, sulle disponibilità di Province e Regioni, sull’effettiva possibilità di attuazione.


La sperimentazione vuole essere una testa d’ariete per fare passare nei fatti decreti approvati a suon di maggioranza senza la consultazione e la condivisione di chi è protagonista nella scuola e vede calare dall’alto e in fretta una progettualità che deve ancora conoscere.


La Finanziaria e la riforma scolastica della Scuola Secondaria e dell’Università segnano nel 2005 una tappa importante a dimostrare l’inettitudine e l’inefficacia del governo di centro-destra, che vuole testimoniare a tutti i costi operatività e decisionismo senza preoccuparsi delle aspettative della gente e delle conseguenze dei provvedimenti.