Nel decreto l'abolizione delle rappresentanze sindacali nelle scuole,
la divisione dei prof in tre livelli e la loro valutazione da parte dei dirigenti scolastici

Cambia lo stato giuridico dei prof?

I Ds: "Così finisce il sistema pubblico".

Salvo Intravaia, la Repubblica del 13/12/2005

 

Al momento è ancora un disegno di legge, ma per i suoi contenuti lascia con il fiato sospeso 732 mila insegnanti e provoca mille polemiche. Si tratta della ormai famosa, o famigerata, proposta di legge Napoli-Santulli sullo "Stato giuridico degli insegnanti". Tradotto: abolizione dei rappresentanti sindacali all'interno delle scuole, suddivisione degli insegnanti in tre livelli, valutazione per accedere al livello superiore (e agli scatti di stipendio) da parte del dirigente scolastico che assumerebbe anche i neoimmessi in ruolo. Sono gli assi portanti della proposta riapparsa nell'ultima riunione della commissione Cultura della Camera dei Deputati.

Proviamo a riassumerne la storia che tanto agita il mondo della scuola. Nel futuro disegno della scuola italiana sarebbero tre, secondo le intenzioni dei rappresentanti della maggioranza, i livelli della docenza: docente, docente ordinario e docente esperto. Con incarichi e stipendi diversi, ovviamente. Il docente "semplice" sarà assunto da una commissione presieduta dal capo d'istituto attraverso concorso per soli titoli (graduatoria), tra coloro che sono in possesso della laurea specialistica e hanno già fatto il tirocinio biennale.
Per diventare docente ordinario occorre sottoporsi al giudizio di una commissione permanente - che valuterà 'l'efficacia dell'azione didattica e formativa; l'impegno professionale nella progettazione ed attuazione del piano dell'offerta formativa; il contributo fornito all'attività complessiva dell'istituzione scolastica e i titoli professionali acquisiti in servizio" - e da quello del preside.

Il passaggio a docente esperto sarà determinato da un concorso per esami e titoli cosi come quello a vicedirigente, nuova figura introdotta dal disegno di legge. "La valutazione non ha carattere sanzionatorio - si legge nel testo - salvo il caso di esito gravemente negativo ed adeguatamente documentato che costituisce motivo per la sospensione temporanea della progressione economica per anzianità". Tradotto: niente aumenti di stipendio per i disobbedienti che si ritroveranno a dovere dare conto delle propria azione didattica al dirigente scolastico, al suo vice e, in modo indiretto ai docenti esperti. Che in una scuola, assieme agli "ordinari'", saranno pochi perché il loro "contingente massimo sarà determinato annualmente dal Ministro dell'Istruzione di concerto con quello dell'Economia e delle Finanze".

Gli ultimi articoli prevedono l'abolizione di fatto delle rappresentanze sindacali unitarie e l'emanazione di un regolamento per stabilire con più precisione quanto rimane incerto. Per esempio la commissione permanente deputata alla valutazione degli insegnanti, che in una prima versione della proposta di legge prevedeva la presenza anche dei genitori. L'ultima curiosità è che il richiamo a una nuova etica, efficienza e efficacia professionale vale solo per gli insegnanti delle scuole statali. Quelli delle private non rientrano nella proposta di legge Napoli-Santulli. È un altro elemento che agita la discussione.

Angela Napoli (An) ricorda che "il Governo, in occasione dell'approvazione parlamentare della legge n. 53 del 2003 di riforma del sistema scolastico, aveva assunto l'impegno di intervenire tempestivamente sulla materia oggetto del provvedimento". In ogni caso, ritiene, "l'intervento legislativo è richiesto a gran forza dai dirigenti scolastici e anche da moltissimi docenti, che sempre più avvertono l'esigenza di una reale valorizzazione della loro professionalità, anche e soprattutto alla luce dei nuovi compiti e responsabilità ad essi affidati dalla recente riforma".

Posizione "condivisa" dal sottosegretario all'Istruzione, Valentina Aprea, che dal prossimo 20 dicembre - quando il ministro Letizia Moratti si dimetterà per lanciare la sua candidatura a sindaco di Milano - terrà le fila del dicastero di viale Trastevere. Ma completamente respinta da Giovanna Grignaffini (Ulivo), secondo la quale la proposta "non appare accettabile".

Le fa eco la parlamentare ds Alba Sasso, secondo cui "questo ddl è molto pericoloso perché è una legge delega, e quindi tutto quello che riguarda la normativa attinente al reclutamento, ai profili professionali, allo sviluppo di carriera non è definito né dal Parlamento né da un confronto con insegnanti e parti sociali. Inoltre è un ddl - continua - molto pericoloso, perché segnerebbe la fine del sistema pubblico dell'istruzione: l'insegnante, infatti, dovrebbe rendere conto non più al pubblico ma solo al dirigente scolastico". E sulla proposta di abolire dalle scuole le rappresentanze sindacali, che si sono sempre battute per migliorare la condizione dei docenti, Alba Sasso aggiunge: "In questo modo si mettono in discussione le Rsu e lo stesso ruolo del sindacato come strumento di rappresentanza e come agente contrattuale".