Ma Letizia Moratti resta saldamente all’Istruzione.

Una new entry possibile: Brunetta in quota azzurra. Per l’Udc diversa composizione.

 da La Stampa  del 16/4/2005

 

ROMA
Dall’ora del caffè all’ora del tè, dalle 14 alle 17, quando la crisi di governo sembrava vicina ad una soluzione è ripartito all’impazzata il gioco del toto-ministri. Che non si è fermato neppure quando la crisi è tornata in alto mare, neppure quando il Presidente del Consiglio ha proposto a Marco Follini di sottoscrivere la lista dei ministri del futuro governo, una sostanziale fotocopia dell’attuale e il leader dell’Udc ha risposto che no, lui non ci stava. A quel punto - era metà pomeriggio - il totoministri è ripartito perché proprio un forte rinnovamento nella squadra di governo potrebbe consentire ad un Berlusconi-ter di prendere quota.

I cambi di casella corrispondono, per il momento, ai desideri incrociati dei partiti. Alleanza nazionale ha chiesto, sia pure informalmente, la sostituzione di quattro ministri tecnici: quello dell’Economia Domenico Siniscalco, quello della Salute Girolamo Sirchia, quello delle Infrastrutture Pietro Lunardi, quello dell’Innovazione Lucio Stanca. Pressioni anche per la sostituzione del ministro delle Attività produttive Antonio Marzano che sebbene sia un tecnico, è un quota “azzurri”, essendo uno dei fondatori di Forza Italia. Salda invece Letizia Moratti al ministero dell’Istruzione.

Un rinnovamento così radicale è stato invocato da Alleanza nazionale allo scopo di immettere nel governo politici “puri”, capaci di una presenza più attiva sul territorio nell’anno che manca alle elezioni. Per quanto riguarda An, nel caso in cui la delegazione della destra dovesse rafforzarsi, in pole position per una promozione da viceministro a ministro c’è Adolfo Urso, che a parere pressoché unanime ha ben operato al Commercio Estero. In caso di uscita di uno o più ministri tecnici quasi certo l’ingresso nel governo di Roberto Brunetta in quota Forza Italia. Molto più velleitario appare invece il tentativo di defenestrare il ministro dell’Economia e non soltanto per la stima che Siniscalco gode al Quirinale, ma anche perché la situazione dei conti pubblici, i possibili “avvisi” in arrivo da Bruxelles dovrebbero consigliare una continuità nella conduzione del ministero.

Nella nuova squadra di governo, se mai ci sarà, l’Udc potrebbe essere assente, ovvero rinnovare significativamente la propria delegazione. In questo secondo caso è possibile che il presidente dei senatori Francesco D’Onofrio, uno dei “saggi” di Lorenzago, possa andare alle Riforme, un ministero al quale la Lega non intende certo rinunciare, anche se un nuovo patto di governo potrebbe rimescolare gli incarichi. Dall’Udc fanno sapere che anche in caso di ritorno al governo, molto difficilmente Marco Follini tornerà a fare il vicepresidente del Consiglio, così come molto difficile appare l’ingresso al governo come ministro delle Attività produttive di Bruno Tabacci, quotato nei precedenti toto-ministri, ma che Berlusconi ha definito «una spina nel fianco».