Insegnanti in crisi: un fenomeno epocale da Tuttoscuola di mercoledì 6 aprile 2005
In Italia stanno male, ma all’estero a quanto pare stanno anche peggio. Da qualche tempo si parla molto in Italia, di insegnanti "burn out": fusi, bruciati, scoppiati, e i sindacati prestano ora maggiore attenzione alla dimensione psicologica, immateriale, della condizione professionale dei docenti (si veda, per esempio, la voce "burn out" nel sito Internet della Gilda).
Alla caduta del prestigio sociale e dell’autostima degli insegnanti italiani, fotografata da certo cinema e letteratura (da Moretti a Starnone a Mastrocola), hanno contribuito vari fattori: dalla mancata valorizzazione della professione all’incertezza degli orizzonti riformatori. In minore misura hanno invece inciso, almeno da noi, le minacce, gli insulti, addirittura le aggressioni denunciate dagli insegnanti delle scuole di altri Paesi come gli USA, la Francia, e in maniera clamorosa la Gran Bretagna. Si è appreso nei giorni scorsi, da un’indagine nazionale svolta da un sindacato inglese, che ben il 72% dei 300 docenti di scuola secondaria interpellati (il campione, per la verità, non sembra adeguatamente rappresentativo) lascerebbe volentieri l’insegnamento se avesse un’altra opportunità professionale, e ciò proprio a causa delle condizioni ambientali fattesi insostenibili.
Anche in Francia il recente rapporto Thelot, steso a conclusione di un dibattito che ha coinvolto attivamente oltre due milioni e mezzo di francesi, ha individuato nella scarsa "motivazione" degli studenti l’origine di molti comportamenti anomali, da quelli violenti a quelli apatici. E nelle scuole di alcune grandi città americane stazionano in permanenza poliziotti armati, a difesa dell’incolumità dei docenti.
In Italia non siamo a questo punto, anche perché non sono mancate iniziative nel campo dell’orientamento e dell’integrazione degli allievi "difficili". La strada intrapresa sembra quella di un’offerta formativa più flessibile e personalizzata, già a partire dal primo ciclo, e poi nella fascia 14-18 anni. Aiuterà gli insegnanti a riguadagnare attenzione e rispetto da parte degli allievi? |