Elezioni o governo di fine legislatura:

conseguenze sulla riforma.

da Tuttoscuola del 20 aprile 2005

 

A seconda di come si sviluppa la crisi di Governo si capirà il futuro della riforma della scuola.

Se l’attuale crisi della maggioranza si dovesse concludere con un Berlusconi-bis che rinnova parte del programma e della squadra dei ministri per completare la legislatura, potrebbe essere virtualmente confermato l’intero quadro delle norme di attuazione, compreso il decreto sul secondo ciclo, ancora fermo ai blocchi di partenza, e il decreto sull’art. 5 relativo alla formazione e al reclutamento dei docenti. Una possibilità del tutto virtuale, perché i segni di discontinuità richiesti dall’Udc e attesi dalla stessa opposizione potrebbero consigliare un percorso più soft, alla ricerca di un più ampio consenso (un cenno in merito è venuto dal sottosegretario Aprea al convegno Docet di Bologna) con possibilità di attivare sperimentazioni e percorsi preparatori. Percorso che potrebbe portare alla rinuncia dell’approvazione immediata del decreto sul secondo ciclo (atteso peraltro alle forche caudine della Conferenza unificata dove si sono ribaltati i rapporti di forza tra le Regioni).

Se invece si dovesse andare alle elezioni anticipate, vi sarebbe la certezza di perdere per strada i decreti sul secondo ciclo e sulla formazione-reclutamento dei docenti, mentre dovrebbero essere al sicuro, ma tutti da applicare con adeguate norme di accompagnamento gli altri due decreti sul diritto-dovere e sull’alternanza scuola lavoro, già approvati dal Consiglio dei Ministri e prossimi alla promulgazione da parte del Presidente della Repubblica.

E nel caso l’attuale opposizione dovesse diventare maggioranza le applicazioni parziali di decreti attuativi che non cambiano sostanzialmente la scuola, basti pensare a quello sul diritto-dovere con una seconda gamba tutta da costruire, determineranno uno sfondo di ulteriore incertezza che potrebbe essere arginato solo da una nuova strategia politica capace di rimettere in moto il sistema scolastico, completando e correggendo le riforme in atto.

Con le elezioni anticipate inoltre si perderebbe quasi sicuramente la possibilità di integrare e modificare il decreto legislativo sul primo ciclo di istruzione, vanificando la possibilità offerta dalla stessa legge di riforma di intervenire con emendamenti entro il 3 settembre prossimo, scadenza dei 18 mesi per approvare interventi emendativi.