Scuola tridimensionale.

Precari, dopo l’altezza (600 m.)

ecco la larghezza (30 km).

da La Gazzetta di Modena del 24 agosto 2005

pubblicato su www.vincenzobrancatisano.it

 

Altezza e larghezza. E’ una burocrazia ormai quasi tridimensionale quella che accompagna la vita dei precari della scuola che ieri si sono ritrovati a centinaia presso la sede di via Leonardo dell’Iti Corni di Modena per ricevere gli incarichi annuali per la copertura delle cattedre rimaste vacanti dopo le immissioni in ruolo. Dopo il pasticcio della montagna, con le polemiche suscitate dalla supervalutazione del servizio svolto nelle scuole situate sopra i 600 metri (e nelle isole e in carcere), ieri è andato in scena un nuovo capitolo dell’odissea dei supplenti, stavolta dedicato alla distanza chilometrica tra le scuole scelte dagli interessati qualora un unico istituto sia privo di ore sufficienti per la formazione di una cattedra intera. Sono diffusissime, da sempre e anche tra il personale di ruolo, le cattedre che coinvolgono due o tre scuole diverse e situate in comuni distanti, con annessa transumanza del docente che corre da una all’altra. I precari hanno il diritto di mettere insieme gli spezzoni orario fino a complessive 18 ore settimanali scegliendo nel ventaglio di offerte che già da qualche giorno il Csa ha reso noto anche on line. Molto apprezzata dai docenti è stata la trasparenza degli spezzoni che per la prima volta sono stati indicati in base alla quantità di quote non ulteriormente scomponibili, ciò che ha consentito agli interessati di soddisfare agevolmente il diritto al completamento orario (e di stipendio). La normativa impone che le scuole scelte non siano più di tre e che siano situate al massimo in due comuni. Richiede inoltre, ma in modo generico, che il completamento non produca difficoltà logistiche. Quest’ultima generica norma ha però trovato un’applicazione pratica, e secondo i sindacati tutta modenese, in base alla quale tali difficoltà inizierebbero a prodursi allo scoccar del trentesimo chilometro di distanza tra due comuni. In assenza di un distanziometro ufficiale (anche l’altimetro, sulle prime, non si trovava due anni or sono) ieri mattina s’è andato un po’ a naso: tra Pavullo e Modena quanti chilometri ci sono? E si contano da casa a scuola? Da centro a centro? Da casello a casello? Non si sa, almeno per ora.. Fatto sta che, essendo stata la nuova querelle sollevata due ore dopo l’avvio delle operazioni, a un certo punto alcune di queste ultime sono state sospese per alcune ore per consentire che fosse rintracciata una docente alla quale era stata poco prima conferita una cattedra troppo estesa. Insomma, la precaria si era allargata troppo, avrà spento il cellulare per brindare e, tornata telefonicamente raggiungibile, le è toccato pure tornare alla base, scomporre il puzzle e rifarne un altro. «Quella docente non ha alcun obbligo di restituire la cattedra perché nessuna norma vieta il superamento dei 30 chilometri», commenta Robertino Capponcelli della Gilda di Modena. Che ieri ha presentato a Modena il Libro Bianco sul precariato, con cifre a denunce su un fenomeno sociale sempre più preoccupante.

 

La Gazzetta di Modena 24 agosto 2005

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