Le famiglie del Sud investono di più in istruzione

da Tuttoscuola del 7/8/2005

 

Spendono meno ma impegnano una quota maggiore del bilancio familiare per l’istruzione.

Sono le famiglie meridionali, in base alla annuale rilevazione dell’Istat (www.istat.it), ad impegnare più risorse per l’istruzione dei figli, rispetto alle famiglie del Nord che invece spendono complessivamente molto di più, ma riservano all’istruzione dei figli una quota minore di spese.

La rilevazione si riferisce al 2004 e ha accertato che mensilmente ogni famiglia ha speso, in valori correnti, 2.381 euro, cioè circa 70 euro al mese in più del 2003 con un incremento del 3,2%.

L’istruzione, con una media mensile di 28,60 euro (343 euro all’anno) è una delle spese che incidono di meno (1,2%) sul bilancio della famiglia italiana, anche se nell’ultimo triennio ha avuto una lieve tendenza all’aumento.

Nelle aree meridionali, dove mensilmente le famiglie spendono complessivamente molto meno che al nord, all’istruzione viene comunque riservata una quota percentuale più consistente.

In Abruzzo, ad esempio, dove le famiglie spendono mensilmente "solamente" 2.162 euro (le famiglie lombarde ne spendono 2.800) l’1,9% viene riservato all’istruzione (la percentuale più alta in assoluto in tutta Italia) per una spesa mensile che supera di poco i 41 euro (493 euro all’anno).

A spendere in assoluto più degli abruzzesi sono le famiglie di Trento e Bolzano con 44,73 al mese (quasi 537 all’anno).

Sempre al sud però le famiglie calabresi, con quasi 35 euro al mese, fanno registrare una delle quote percentuali (1,8%) di spesa per l’istruzione. Anche le famiglie lucane riservano l’1,8% della loro spesa mensile per l’istruzione.

Liguri e laziali riservano solamente lo 0,9% delle spese mensili per l’istruzione, impegnandovi in questo modo, come fanno anche i siciliani, poco più di 20 euro al mese.