UNIONE EUROPEA

Richiamo al rispetto degli obiettivi fissati dal vertice di Lisbona per il 2010.

è sos diplomati e laureati scientifici.

Allarme dispersione scolastica: da ridurre dal 24 al 10%

da ItaliaOggi del 9/8//2005

 

L'Europa rivede i patti economici, patisce la difficile congiuntura storica e la sofferta ratifica costituzionale. Riemergono divisioni e chiusure, ma una cosa è certa: mentre si fa l'Europa, bisogna fare anche gli europei ed è, questa, una partita che si giocherà soprattutto nella scuola. Oggi solo il 15% degli europei occupati svolge una professione ad alto profilo formativo. Si stima, per altro, che soltanto nei prossimi 5 anni questa quota dovrà crescere fino al 50%. Ma non c'è solo un problema di formazione professionale a breve termine. La società della conoscenza dovrà costituire la casa delle nuove generazioni. La nuova fase delle sovvenzioni comunitarie, prevista per il sessennio 2007-2013 servirà soprattutto a questo: preparare i cittadini alla sfida della competitività in una società dei saperi. L'Europa dunque svolta con decisione verso l'obiettivo condiviso ed espresso dai capi di governo di tutti gli stati membri dell'Unione, durante il consiglio europeo tenutosi il 23 e 24 marzo del 2000 a Lisbona, e cioè diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.

A cinque anni dallo storico vertice, il Consiglio europeo si dà un progetto e una scadenza: il programma istruzione e formazione 2010, che fa di Lisbona 2000 qualcosa di fattibile, un progetto con più di una chance di successo.


Per il 2010 è necessario diminuire il tasso degli abbandoni scolastici, tenendo il fenomeno sotto la soglia del 10%. Attualmente il tasso medio europeo di abbandono scolastico è del 24%. L'Italia, in proposito, è in linea con la media Ue. Se alle primarie è piena scolarizzazione e alle medie si arriva a un tasso di abbandono dello 0,77%, alle superiori non arriva al diploma il 27% degli iscritti, vale a dire 1 studente su 4 non termina gli studi. Ma non solo. Servono più laureati in matematica, scienze e tecnologia in tutta Europa. Solo in Italia, dal 1989 al 2000 i laureati in matematica sono calati del 66,3%. C'è poi da migliorare le capacità di lettura dei quindicenni, come dimostrano le rilevazioni Ocse Pisa 2000 e 2003 e infine incrementare i programmi di educazione agli adulti. Ma non solo. Servono più laureati in matematica, scienze e tecnologia, è necessario arrivare almeno all'85% dei diplomati sul totale degli iscritti alle secondarie, migliorare le capacità di lettura dei quindicenni e incrementare i programmi di educazione agli adulti. Come fare tutto questo? Da una parte, afferma il Consiglio, è necessario indirizzare gli investimenti per sostenere la scuola nella realizzazione delle proprie finalità e per restituirle una cornice pubblica riconosciuta e condivisa, dall'altra mantenere un controllo capillare vigile e attento sull'utilizzo delle sovvenzioni e sulle strategie utili a un'istruzione coerente con un modello di società giusta per l'Europa.

 

Più soldi alla scuola

Concentrare le riforme e gli investimenti sui punti cardine per la società dei saperi, scuola, alta formazione e accesso alle tecnologie in primo luogo. Il consiglio chiede formalmente un aumento sostanziale degli investimenti pubblici e privati per l'istruzione e la formazione. Ma non si tratterà di finanziamenti a pioggia: è necessario dimostrare disponibilità all'innovazione e a investire sul capitale umano, l'attivo più importante per l'Europa.

 

Spazio Europeo per l'istruzione

L'Europa ha bisogno che tutti i sistemi di istruzione dei paesi membri convergano verso quella casa comune sotto l'egida di Lisbona 2000. Servirà definire standard di competenza sia per gli studenti sia per gli insegnanti e i formatori. È necessario arrivare a un quadro europeo delle qualifiche dell'istruzione e della formazione entro il 2006. Ad oggi è già in piedi il progetto Europass per il riconoscimento dei crediti formativi tra i diversi paesi membri. Ma quello a cui si punta è qualcosa di più ambizioso: realizzare un curricolo dell'istruzione e della formazione europeo.