P a v o n e R i s o r s e

Portfolio e problemi di privacy

di Piero Cattaneo*, da Pavone Risorse del 17/8/2005

 

Al professore Piero Cattaneo, docente all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano e dirigente scolastico presso la Scuola media "Griffini" di Casalpusterlengo (Lo), abbiamo posto alcune domande sui problemi posti dalla recente pronuncia del Garante per la Privacy.

Ci sembra che la pronuncia del Garante per la Privacy rischi di rallentare ulteriormente il percorso delle scuole verso la produzione di un portfolio attendibile, utile e rispettoso delle prerogative delle famiglie; lei cosa ne pensa?

Tanto rumore per nulla!

Mi viene di reagire in questo modo dopo la lettura del provvedimento del Garante per la privacy in merito al trattamento dei dati sensibili inseriti nel Portfolio. Dicevo tanto rumore per nulla in quanto il buon senso, l’intelligenza e… una certa esperienza nell’uso dei dati da parte dei dirigenti, docenti e personale ATA di fatto ha permesso di tutelare, anche con l’introduzione e la realizzazione del Portfolio, i diritti dell’allievo e i doveri professionali nell’attuazione della riforma.

Il Portfolio è stato ed è tuttora l’innovazione introdotta nel sistema scolastico italiano nel modo più diffuso. L’assenza tuttavia di uno schema di riferimento a cui attenersi, ha permesso la proliferazione di una gamma molto ampia di modelli di Portfolio. Alcuni estremamente sintetici, più vicini all’idea di "contenitore" della produzione degli allievi, altri molto più analitici con la raccolta di molti dati cosiddetti " sesnsibili" (composizione familiare, professione dei genitori, eventuali confessioni religiose di appartenenza dell’alunno e della famiglia, profilo psicologico, interessi extrascolastici, tipologia di vacanze, rapporti interpersonali tra i membri della famiglia ecc.).

Quindi torno a dire che, coniugando buon senso, intelligenza ed … esperienza professionale, il Portfolio può tranquillamente essere utilizzato come "strumento didattico" per illustrare "la formazione, l’orientamento e i progressi educativi" di ogni allievo.

Sono convinto che il provvedimento del Garante possa essere utile a che tale "sintesi" possa essere di fatto compiuta nelle varie sedi scolastiche.

I problemi relativi all’attuazione del Portfolio, secondo il mio parere, sono altri!

 

Ma le scuole sono pronte a districarsi fra i "meandri" delle disposizioni non certamente semplici della legge sulla tutela della privacy?

Sulla base dell’esperienza personale ritengo che la legge sulla tutela della privacy sia abbastanza nota e seguita dagli "addetti ai lavori" nella scuola. Da alcuni anni i dirigenti scolastici sono impegnati a creare nella scuola le "condizioni" strumentali, operative, professionali e culturali" circa il trattamento dei dati sensibili, la loro gestione e conservazione.

Quindi anche verso il Portfolio c’è attenzione all’inserimento dei dati e alla garanzia della tutela della loro privacy. Tuttavia il confine tra il dato sensibile e il dato che non lo è, non è sempre così definito e chiaro.

Lo sarebbe se, a monte in merito al Portfolio, il d.lgs. n. 59/2004 definisse in termini più puntuali: perché in Italia viene introdotto il Portfolio? Che cos’è il Portfolio? Chi è (o chi sono) il titolare (o i titolari) del Portfolio? Chi e dove si conserva il Portfolio? Come lo si trasferisce da una scuola all’altra? Quale rapporto c’è tra Portfolio e gli altri documenti valutativi? Ecc.

Il provvedimento del Garante del 26/07/2005 dà alcune risposte o per lo meno fornisce agli istituti scolastici delle "istruzioni per l’uso" del Portfolio, formula delle prescrizioni da osservare, suggerisce elementi per la predisposizione del modello di Portfolio (il d.lgs. non parla di modello unico, ma lascia libere le scuole di darsi il modello ritenuto più opportuno per il singolo specifico contesto).

Non ritengo,quindi, questo provvedimento "riduttivo" o di "ostacolo"per la collaborazione scuola famiglia. Forse, nella maggioranza dei casi, potrebbe risultare ovvio o superfluo, proprio per il buon senso rivelato dagli "addetti ai lavori" che hanno elaborato il Portfolio nei loro istituti. Anche se non si possono escludere casi di Portfolio in cui c’è una eccessiva e non sempre giustificata raccolta di dati, il cui impiego poi risulta estremamente poco attinente alle funzioni attribuite allo strumento stesso dalle norme.

 

E' banale affermare che forse bisognerebbe affidarsi anche un po' al buon senso e cercare comunque di condividere il più possibile tutto il percorso con le famiglie?

Pienamente d’accordo. Ribadisco, buon senso, intelligenza ed esperienza professionale sono il mix necessario per rendere il Portfolio un’opportunità ulteriore di collaborazione e di condivisione nella realizzazione del percorso formativo degli allievi.

I problemi di fondo si possono ricollegare al senso e al significato del Portfolio nel processo di formazione dell’allievo.

Senso e significato non sempre chiari ai dirigenti scolastici e ai docenti, circa l’utilità di questo strumento accanto agli altri strumenti di valutazione degli apprendimenti. E ancor di più il Portfolio spesso risulta incomprensibile ai genitori circa la sua funzione e la finalizzazione dei dati da fornire, compilando le parti del Portfolio di competenza della famiglia.

Al riguardo occorre prevedere un’informazione attenta, mirata, diffusa e funzionale a prevedere una collaborazione tra famiglia e scuola.

 

Quali suggerimenti concreti si sente di dare agli insegnanti per il prossimo anno scolastico?

Mi permetto di riprendere, in questa sede, quanto sostenuto e detto sia nel Collegio dei Docenti con cui lavoro sia negli incontri con altri dirigenti e docenti, sia nelle assemblee con i genitori:

  1. il Portfolio è strumento agile, facile da compilare e da leggere

  2. pochi ed essenziali i dati da inserire: il "cuore" del Portfolio è la parte dedicata all’ autovalutazione di ciascun allievo, alla sua riflessione circa il percorso che sta facendo e i progressi che nota; i docenti non devono confondere il Portfolio con la scheda di valutazione, quindi il loro intervento è mirato ad evidenziare le evoluzioni, i successi, i miglioramenti rilevati nel processi di apprendimento

  3. il Portfolio sarà sempre meno, nel tempo, il raccoglitore ad anelli con buste di plastica entro cui ciascun allievo inserisce i suoi lavori;  la documentazione selezionata delle prove e dei prodotti sarà presente, ma non è la parte fondamentale del Portfolio

  4. concordare tra colleghi la modalità e i tempi per la gestione e l’uso del Portfolio (e qui ci vuole molto buon senso e disponibilità di tutti verso … tutti, alunni e famiglie comprese)

  5. coinvolgere responsabilmente le famiglie degli allievi senza abusare e approfittare della loro disponibilità, garantendo sempre la massima informazione sul senso delle richieste e sull’uso dei dati

  6. e infine … non fare del Portfolio l’incubo per gli allievi e … un ulteriore motivo di lamentela per i docenti.

 

(*) docente all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano e dirigente scolastico presso la Scuola media "Griffini" di Casalpusterlengo (Lo)