RITORNO IN CLASSE MAI COME QUEST’ANNO I CALENDARI SI DIFFERENZIANO
DA ISTITUTO A ISTITUTO: C’È CHI COMINCIA GIOVEDÌ E CHI IL 12 SETTEMBRE

Scuola al via, la Regione contro la Moratti.

 Dal Piemonte la rivolta per boicottare la sperimentazione:
«Costosa, inutile e inapplicabile»

di Maria Teresa Martinengo, da La Stampa  del 30/8/2005.

 

Nell’era delle scuole autonome, mai il via alle lezioni si è presentato in ordine tanto sparso. Complice la chiusura degli istituti superiori sollecitata da enti locali e Toroc nelle due settimane dei Giochi Olimpici Invernali, il nuovo anno scolastico decollerà infatti nell’arco di due settimane: tra il primo e il 12 settembre (data indicata dal calendario regionale). Un anno, il 2005-2006, che sembra partire con un ragionevole margine di certezze in tema di organizzazione, con docenti in cattedra fin dai primi giorni, ma, per ora, anche con profondissime incertezze sul fronte della riforma.

I presidi delle superiori - a scuole ancora chiuse - già pensano agli incontri con i genitori, programmati tra fine novembre e Natale, momenti in cui si presentano programmi e pregi dei vari istituti: se avvenissero oggi, non si saprebbe che dire, né dei futuri licei né dei tecnici e dei professionali. E contro la riforma del secondo ciclo c’è da registrare la delibera regionale che nei prossimi giorni raggiungerà tutte le superiori, in cui l’assessore all’Istruzione Gianna Pentenero invita a non aderire alle proposte di sperimentazione fatte circolare dal Miur. Il Piemonte è una tra le prime regioni - con Toscana, Emilia e Marche - ad aver messo nero su bianco la propria posizione sui contenuti e sulle modalità di entrata in vigore della riforma: un netto «no» in linea con il parere negativo espresso dalla conferenza Stato-Regioni.

Partenza in ordine sparso, dunque. Un nucleo forte di licei e istituti aprirà lunedì 5 e chiuderà nelle due settimane olimpiche, un’avanguardia anticipa addirittura al 1 settembre, la scuola dell’obbligo (in maggioranza) e un piccolo gruppo di superiori «ritardatarie» apriranno le aule il 12 settembre. «Abbiamo verificato che iniziando il 12, i giorni di lezione sono sufficienti pur chiudendo una settimana in febbraio», spiega il preside dello scientifico Giordano Bruno, Riccardo Gallarà. «Se poi il prefetto dovesse ordinare la chiusura per tutto il periodo olimpico, abbiamo pronto un piano d’emergenza: cancelleremo i ponti».

Sul fronte del primo settembre, invece, il preside dell’istituto Boselli (operatori e tecnici per il commercio e turismo) non ha dubbi: «Cosa fanno a casa i ragazzi? E i docenti? Noi abbiamo sempre cominciato presto». Il professor Giorgio Maccagno ritiene che il tradizionale collegio docenti del primo settembre non abbia senso. «E’ il collegio “della tintarella”: una perdita di tempo. Meglio andare subito in classe. Noi ci riuniremo per preparare il pof, il piano dell’offerta formativa, nei pomeriggi di settembre.