In una delle trasmissioni
radiofoniche estive, improntate "apparentemente" al massimo disimpegno
e alla … leggerezza, i due conduttori di "Aria Condizionata" (Radio2,
ore 18-19.30 tutti i pomeriggi, sabato escluso) hanno fatto giorni fa
alcune considerazioni sulla "notizie" che … come "rondini a primavera"
ritornano ogni anno sui giornali quotidiani e non solo. Ad esempio a
maggio compaiono articoli sulle diete, sulle prove … costume, sugli
abbronzanti ecc. A giugno, le "paure" dei candidati per le prove
d’esame di Stato, a luglio le notizie sugli "esodi" dalle città, sui
flussi turistici o sui "cali" delle presenze degli italiani in
vacanza:
E così via, ad agosto … il
caro-libri, il caro-scuola ecc.
Quest’anno ci si mette anche
Altroconsumo con una ricerca che è stata ripresa in numerosi articoli
sui quotidiani circa il mancato rispetto del tetto fissato dal MIUR
per il costo dei libri, nelle classi di scuola primaria e secondaria
di primo grado.
Legittimo il controllo sulle
scelte delle scuole da parte di Altroconsumo, sugli importi totali
relativi alle classi; altrettanto legittimo e opportuno informare i
genitori e l’opinione pubblica sui dati relativi alla spesa per i
libri di testo.
Ma … perché la "notizia" appare solo ora? Perché del problema
caro-libri i giornali si occupano solo ad agosto? Forse hanno ragione
i due conduttori di Aria Condizionata? Anche il problema caro libri
segue lo stesso trattamento giornalistico…… delle creme abbronzanti o
delle diete dimagranti o degli alimenti … funzionali alla preparazione
degli studenti agli esami di Stato?
Il Corriere della Sera ha dedicato nientemeno che il "paginone" a
colori del Corriere Milanese (giovedì 25 agosto 2005) al problema
caro-libri, con tanto di tabelle, di grafici sulle percentuali delle
scuole che hanno trasgredito…. le regole, ricorrendo a titoli quali:
"SCUOLA, NESSUN CONTROLLO SUI PREZZI DEI LIBRI" oppure :CARO-LIBRI,
STANGATA IN UNA CLASSE SU TRE". Per fortuna figura tra i commenti
l’intervista alla collega Francesca Altomare Lavizzari dell’IC
Cavalieri di Milano che, con tanto buon senso e …concretezza, ha detto
quanto la stragrande maggioranza dei dirigenti scolastici pensa e
attua. In sintesi, la scuola non ha alcun interesse "privato" a
superare il tetto della spesa per i libri, la scuola mira a scegliere
quei testi che i docenti ritengono funzionali e utili per far
apprendere e far conseguire agli allievi i risultati in termini di
conoscenze, abilità, competenze come previsto dagli ordinamenti della
Riforma scolastica.
In questi due ultimi anni le scuole si sono trovate in difficoltà
proprio perché, prima, in attesa delle Indicazioni Nazionali per i
Piani di Studio Personalizzati e poi, a seguito della loro
pubblicazione, le Case editrici non sono state pronte a presentare
alle scuole testi idonei. In molte scuole è scattato un atteggiamento
di prudenza circa le proposte metodologiche e didattiche. Non ci si
voleva trovare di fronte a proposte "rinnovate" solo da un leggero
maquillage o da un ridottissimo lifting alle copertine dei libri
proprio per la mancanza di tempo per predisporre testi più
approfonditi e meditati, meglio calibrati sulle innovazioni introdotte
dai nuovi ordinamenti. Sarebbe stato facile infatti ritrovare testi
sui cui non compeggiava più "didattica modulare" o "unità didattica"
ma "Unità di Apprendimento" o schede didattiche con Portfolio, ma con
quali cambiamenti di metodi e di contenuti? Inoltre la prudenza era
dettata, e lo è tutt’ora, dalla necessità di adottare testi sia per le
materie che si sono aggiunte alle precedenti, sia per le attività
opzionali aggiuntive facoltative che si potrebbero differenziare da
quelle obbligatorie.
Ecco allora che soprattutto nella scelta dei libri per l’a.s.
2004-2005 (1° anno di attuazione della riforma") e per l’a.s.
2005-2006 (2° anno della riforma) è stato molto difficile per le
scuole rispettare il tetto dei costi (€ 280; € 108; € 124 se facciamo
riferimento alle scuole secondarie di primo grado, limiti comunque
fissati prima dell’avvento della riforma) proprio per i cambiamenti
introdotti dalla legge di riforma.
Condivido tuttavia che queste "innovazioni" non debbano diventare gli
alibi per il mancato rispetto dei vincoli, ma sono dell’avviso che il
controllo e il monitoraggio di Altroconsumo debba essere collocato nel
"momento storico" attuale e comprendere le difficoltà delle scuole.Non
c’è malafede né superficialità,ma difficoltà oggettive di limiti forse
troppo stretti, dato anche il rincaro dei libri di testo.
Non è casuale quindi, né senza significato il fatto che, a Milano, in
85 istituti (il 75% del totale) risultano 111 classi su 353 in "over
spesa" , magari per pochi euro rispetto ai massimali.
Personalmente, vista la difficoltà a rimanere al di sotto del tetto
fissato annualmente (antecedente alla Riforma), esaminata la struttura
del segmento scolastico in cui opero (biennio+monoennio), a livello di
Collegio dei Docenti prima e di Consiglio di Istituto poi, si è
deliberato per i primi tre anni di attuazione della riforma di
considerare vincolante l’importo totale triennale (€ 280 + 108 + 124 =
€ 512) usando il criterio di compensazione tra i vari anni.
In tal modo ci si impegna a non gravare ulteriormente sulle famiglie
con un’aggiunta di spesa … e soprattutto nell’arco dei tre anni il
Consiglio di Classe potrà orientarsi nel contenere e ridurre
eventualmente i costi, cercando altre soluzioni per diminuire il
caro-scuola. Per effetto dell’autonomia di ogni singolo istituto, il
Collegio dei docenti e il Consiglio di istituto, ascoltando e
coinvolgendo i genitori, potrebbero individuare altre formule per la
riduzione dei costi: dal contenimento delle spese per uscite e viaggi
di istruzione, per materiali di consumo, per quote assicurative, per
costi relativi alla mensa, ecc. Ogni realtà scolastica potrebbe
infatti esaminare le varie voci del bilancio relativo al caro-scuola e
adottare soluzioni di riduzione dei costi del tutto differenti da
istituto a istituto.
Tuttavia, e concludo, il problema va rivisto al tavolo di Editori,
MIUR, Altroconsumo, genitori e anche ….addetti ai lavori (dirigenti
scolastici e docenti) per calibrare il "tetto" del caro libri sui
costi attuali e sulle innovazioni metodologiche e didattiche della
scuola, così come richiede la legge di riforma.
Dimenticavo: nell’istituto scolastico in cui opero come dirigente su
25 classi, 7 classi hanno superato il tetto fissato (6 classi prime e
una classe seconda, alcune per pochi euro!). In queste classi
scatterà, come deliberato dagli organi collegiali competenti, il
criterio della compensazione nel prossimo anno scolastico e nessuna
classe avrà una maggiorazione di costo rispetto al totale fissato nel
triennio.