Il diritto alla formazione professionale e le Regioni.
La Regione Sardegna ha stabilito che la
frequenza ai corsi di formazione professionale sarà a numero chiuso e
che per accedervi sarà necessaria la licenza media. Purtroppo ancora
alcuni alunni con disabilità non conseguono tale diploma e quindi,
essi sarebbero esclusi dall’esercizio. Occorre quindi una
chiarificazione.
di Salvatore Nocera da
Superabile del
22/8/2005
In periodi di vacanze, l’informazione sulla
normativa diviene difficile, anche per la difficoltà di consultazione
diretta delle fonti. Pare comunque che la Regione Sardegna abbia
stabilito proprio in questi giorni che la frequenza dei corsi di
formazione professionale sarà a numero chiuso, oltre il quale per il
prossimo anno non vi saranno ulteriori accessi. La notizia
richiederebbe di essere maggiormente circostanziata. Però sarà
comunque bene fare subito qualche riflessione.
La L.n. 53/03 di riforma dell’istruzione e il decreto delegato
relativo al diritto-dovere di istruzione e formazione professionale
stabiliscono che tutti i cittadini sono tenuti ad adempiere, pena
sanzioni, sino al 14.mo anno di età il dovere di istruzione e sino al
18.mo anno di età o il dovere di istruzione nei licei o quello di
istruzione e formazione professionale. Questo dovere alternativo, dopo
il 14.mo anno rafforza il diritto di scelta degli studenti fra il
sistema dei licei, posto a carico dello Stato, e quello
dell’istruzione e formazione professionale che è a carico delle
regioni.
Ci si chiede a questo punto come possa essere esercitata la scelta
degli studenti se le regioni stabiliscono unilateralmente ed
aprioristicamente un numero massimo di allievi che potranno essere
accolti nei corsi di formazione professionale. Potrebbe verificarsi
così che alunni che non intendano adire il sistema dei licei non
possano frequentare il sistema della formazione professionale, se non
riescono a rientrare nel numero massimo fissato dalle regioni.
La cosa diviene ancora più grave per gli alunni con disabilità, che
normalmente trovano nella formazione professionale un buon canale di
sbocco successivo alla scuola dell’obbligo. Per loro la situazione è
ancora più aggravata dalla circostanza che la Regione Sardegna in
questa sua recente decisione (seguita pare anche da altre regioni),
abbia stabilito che per l’accesso ai corsi di formazione professionale
sia indispensabile il diploma di licenza media. Purtroppo ancora
alcuni alunni con disabilità non conseguono tale diploma e quindi, se
la norma della Regione Sardegna è come riferitami, essi sarebbero
esclusi dall’esercizio del diritto di formazione professionale, contro
la volontà del parlamento che pretende la frequenza sino al 18.mo anno
di età di uno dei due sistemi.
A questo punto, onde evitare l’immediato formarsi di un duro
contenzioso, gravoso per le famiglie e politicamente squalificante per
le regioni, occorre una chiarificazione nella normativa regionale nel
senso di adeguarla all’esercizio del diritto dovere di istruzione e
formazione professionale assicurato come “livello essenziale” dalla
legge dello Stato e quindi non modificabile dalle regioni in forza
dell’art 117 della Costituzione. Occorre altresì che il ministero
dell’Istruzione stipuli con le singole regioni, tramite gli Uffici
scolastici regionali, accordi di programma regionali sull’integrazione
degli alunni con disabilità nella scuola superiore e nella formazione
professionale, come chiedono da tempo le associazioni aderenti alla
Fish, senza che però il ministero abbia preso in considerazione tale
ed altre richieste delle associazioni. In mancanza di tempestivi
interventi di ministero e regioni, col primo settembre il caos per le
famiglie sarà grande ed il contenzioso giurisdizionale e politico
diverrà inevitabile.