SCUOLA
Il sindacato autonomo si appella ai dirigenti scolastici affinché non ottemperino
alla nuova disposizione ministeriale che impone di far ricorso allo straordinario.

Precari "scippati" degli spezzoni di orario,

diffida dei Cobas.

da Il Gazzettino di Venezia di sabato, 27 Agosto 2005

 

C'erano supplenti, negli anni scorsi, che dividevano la loro settimana lavorativa anche tra più scuole diverse, e non necessariamente vicine tra loro. Poteva capitare che uno facesse alcune ore a Venezia, altre a Mestre, altre ancora a Chioggia, o a Portogruaro. Faticoso, ma pur sempre un lavoro al quale si aspirava un giorno di potersi dedicare con un ruolo definitivo e uno stipendio magro ma sicuro.

Da quest'anno una nota ministeriale invita i dirigenti scolastici "a tenere a disposizione" gli spezzoni di orario inferiori alle sette ore, assegnandoli possibilmente in straordinario, fino alla concorrenza delle 24 ore settimanali, a docenti di ruolo già in servizio.

Quegli spezzoni che costituivano delle preziosissime fonti per i supplenti sono stati "scippati" dal Ministero, per usare un termine utilizzato dai Cobas della Scuola, che hanno intenzione di non far passare liscio questo provvedimento, che si scontrerebbe con la legge 124 del 1999 "che prevede che le cattedre, i posti e le ore di insegnamento vacanti vengano coperti attraverso le graduatorie permanenti provinciali".

Lunedì e martedì prossimi nelle scuole di riferimento (che per la provincia di Venezia sono la scuola media Giuliani di Dolo, la scuola media Giulio Cesare di Mestre, l'Istituto Ponti di Mirano, l'istituto Gramsci Luzzatti di Mestre, l'istituto Gramsci di Campalto) saranno convocati i precari delle graduatorie permanenti per le nomine nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. I Cobas hanno quindi diffidato i dirigenti scolastici ad escludere gli spezzoni inferiori alle sette ore settimanali dall'elenco delle disponibilità e i precari che saranno presenti alle operazioni di nomina si faranno portavoce di questa istanza.

Secondo gli autonomi la logica del Ministero è chiara: "far lavorare di più e peggio i docenti in servizio, che magari si accollano una o due classi in più, in cambio della mancia dello straordinario; assumere meno precari i quali, accorpando due spezzoni di orario, potrebbero avere la loro cattedra annuale intera; e questo per un supposto risparmio di carattere finanziario sulla pelle dei più deboli, i precari e gli studenti". A livello nazionale i Cobas stanno valutando di presentare ricorso al Tar del Lazio contro questo provvedimento.