"La scuola della Moratti apre le porte al mobbing". Negli istituti-azienda forte competitività, frustrazione e gerarchie esasperate. I sindacati: ci sono tutti i presupposti per abusi conflitti e discriminazioni. di Sara Strippoli, da la Repubblica ed. di Torino del 12/8/2005
Effetti collaterali della scuola-azienda? Certo è che le scuole, poche risorse e molte perplessità nell´era Moratti, di recente di cambiamenti ne hanno dovuti affrontare parecchi, in velocissima sequenza. Come risultato, un clima sempre più teso che negli ultimi anni ha fatto aumentare il ritmo di lavoro degli uffici legali, privati e sindacali: si è infranto il tabù del mobbing, fino a dieci anni fa termine quasi sconosciuto dalle aule scolastiche, mentre i provvedimenti disciplinari si accumulano sulle scrivanie dei presidi e negli uffici della direzione regionale. Con risvolti al confine del comico, come la discussione sui tempi del panino a pranzo per l'operatore scolastico, cui si chiede di notificare la durata con una nota scritta. E altri più noti e risolti con la sentenza del Consiglio di stato sulla validità della bollatrice come sistema di controllo sugli orari. La denuncia arriva dai sindacati della scuola, Cgil, Cobas, Cub, Gilda, tutti concordi nel sostenere che l´aumento è esponenziale. I provvedimenti disciplinari negli ultimi tre anni sono raddoppiati, dice la Cgil: «Ma è una valutazione ottimistica - dice Luigi Saragnese, della segreteria - potrei dire che i numeri sono ancora più alti. Riceviamo un numero crescente di segnalazioni. A partire da quelle, nella scuola elementare, di insegnanti che hanno denunciato forti pressioni dopo il loro rifiuto a nominare i tutor previsti dalla riforma». «Sono presenti le condizioni di base, i presupposti, il clima necessario allo sviluppo di mobbing - spiega Alessio Ariotto, dell'ufficio legale dei Cobas - Forte competitività dei lavoratori per il mantenimento del posto, gerarchizzazione, frustrazione personale per mancanza di riconoscimenti professionali, indeterminatezza della direttive». Così il mobbing fa capolino, prosegue l´avvocato, in tutte le sue diverse tipologie: bossing quando è il capo d´istituto ad esercitarlo, discriminazioni per ragioni politiche, di vecchia data, ma adesso anche nei riguardi di chi è fuori dalla linea dominante anti-Moratti. E ancora l´abuso lavorativo, «sfruttando le non poche certezze contenute nelle norme». Elemento debole della catena gli insegnanti precari, che ad ogni cambio di scuola devono adeguarsi a nuove regole e il personale Ata, assistenti tecnico-amministrativi, come fa rilevare Wilma Cancanelli dei Cobas: «Spesso sono anche i meno informati e preparati, con maggiore difficoltà ad orientarsi e difendersi». |