L'INTERVENTO

Alunni disabili,

meno chiacchiere e più fatti per l' integrazione.

di Davide Cervellin* da Il Gazzettino di Venezia del 19/8/2005

 

Nonostante il dibattito molto vivo da anni, i lavori dell'Osservatorio e del Comitato Tecnico del MIUR, si stentano a definire indirizzi e orientamenti chiari sulle modalità di realizzare l'integrazione scolastica degli alunni disabili. Dal mio osservatorio risulta evidente una realtà molto variegata con punte di eccellenza e situazioni di assoluto abbandono dove, più che di integrazione scolastica, si può parlare semplicemente degli alunni disabili a scuola; e tutto questo in ragione dell'assoluto e imprevedibile atteggiamento di disimpegno e di poco interesse degli insegnanti e dei dirigenti scolastici.Il quadro normativo, con tutti i limiti della legislazione italiana, mi sembra sufficientemente chiaro e idoneo ad intraprendere percorsi adeguati a supporto e in risposta dei bisogni formativi degli alunni disabili. Quello che invece risulta carente è la formazione degli insegnanti, curriculari come di sostegno, e la difficoltà di sistematizzare le esperienze e di mettere in rete le buone prassi.
Vanno pertanto precisati ancora una volta alcuni aspetti basilari per realizzare un'efficace scolarizzazione degli alunni con deficit. Bisogna adeguare i programmi formativi degli insegnanti di sostegno e degli insegnanti curriculari con introduzione nel piano formativo dell'informatica e della conoscenza delle tecnologie compensative. Vanno messe in rete delle scuole dove sono inseriti alunni disabili con centri di competenza territoriali al fine di supplire alle difficoltà formative, manutentive e sulla didattica speciale in relazione alle tecnologie compensative e agli strumenti informatici.

Bisogna poi determinare le condizioni per cui tutti gli alunni con deficit compensabili dalle tecnologie, possano disporre delle stesse fin dal primo giorno di scuola. Si intendono tecnologie compensative quelle che permettono un autonomo svolgimento delle attività di comunicazione e letto-scrittura. A tal fine ogni dirigente scolastico dovrebbe aver ben chiaro il quadro degli alunni disabili presenti nella sua scuola fotografando la situazione in maniera semplice, senza rinviare alle Asl o a chissà chi per le certificazioni. Ci sono degli aspetti chiave facilmente rilevabili anche da personale non medico o non specialista, quali sono i dirigenti scolastici e gli insegnanti, che permettono in maniera inequivocabile di operare da subito delle scelte didattiche e metodologiche come riscontrare la presenza di alunni che presentano: cecità assoluta, rilevanti riduzioni visive, sordità totale, significative compromissioni uditive, mancanza della voce, rilevanti difficoltà della comunicazione, mancanza del movimento degli arti superiori, rilevanti compromissioni nel movimento degli arti superiori, molteplici deficit motori-sensoriali, rilevanti deficit intellettivi, rilevanti disturbi del comportamento e nelle relazioni interpersonali, alunni con plurihandicap fisico-sensoriale, cognitivo e relazionale.

Al fine di realizzare un'economia di spesa delle tecnologie compensative e dei software, le scuole dovrebbero programmare gli acquisti tramite CTI centri territoriali per l'integrazione, in questo modo possono ad esempio acquistare i software utilizzando gli sconti delle multilicenze e ottenere anche significativi sconti per l'acquisto dell'hardware. L'apprendimento base all'uso delle tecnologie compensative da parte degli alunni disabili deve avvenire di concerto coi centri di competenza territoriali in orario extra-scolastico o durante il periodo estivo, così da non sovrapporre questa fatica al normale impegno scolastico.

Per i soggetti con deficit intellettivo, disturbi del comportamento e per gli alunni plurihandiccapati vanno messi a punto dei programmi differenziati che possono favorire l'uso di tecnologie informatiche e multimediali come elementi rafforzativi della didattica. Questa attività di programmazione va realizzata di concerto con le famiglie e con i centri che hanno competenza nel settore presenti sul territorio.

Se non si interviene con quest'ottica, gli alunni disabili sconteranno sulla loro pelle gli effetti nefasti della disabilità organizzativa della scuola perdendo l'occasione di valorizzare i propri potenziali, di rendere spendibili le proprie abilità, di acquisire dei saperi, di avere insomma gli strumenti per entrare a pieno titolo nel contesto sociale anziché di restare parcheggiati per il resto della loro esistenza nei luoghi dell'assistenza e della marginalità sociale.
 

 

* già Presidente Commissione Handicap Confindustria