Scuola, il ministro rilancia: figura obbligatoria.

«Tutor, trattiamo sugli orari ma garantiamoli».

Moratti ai sindacati: no allo scontro.

 

di G. Ben. da Il Corriere della Sera del 9/9/2004

 

ROMA - Primo giorno di scuola con la riforma Moratti. Ieri è toccato ai ragazzi della Lombardia. Lunedì sarà la volta di quelli del Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta, Bolzano e Trento. Poi la campanella suonerà nelle altre regioni.

Dalla prima elementare alle prima media cambiano programmi, orari e organizzazione.

Nel giorno in cui si inaugura il nuovo ordinamento dell’istruzione il ministro decide di mandare un messaggio sul tutor, una delle idee forza della riforma ma anche una delle novità più contestate. Si rivolge alle scuole, in particolare a quelle dove i docenti sono contrari all’introduzione di questa figura e non hanno ancora scelto chi dovrà ricoprire l’incarico.

Fa capire che si può discutere sugli orari e sui compensi, che il decreto di attuazione potrà essere rivisto e corretto, che nelle more della trattativa sulle ricadute contrattuali del tutor non verranno attuate sanzioni nei confronti dei collegi dei docenti che non hanno deliberato le nomine.

Ma appare ferma sulla nuova funzione. «E’ una legge dello Stato e va applicata - spiega -. Non è possibile ignorarla nemmeno facendo appello all'autonomia degli istituti». E ricorda che, se una scuola non garantisce alle famiglie il diritto di avere un tutor per i figli, queste possono rivolgersi al capo di istituto.

E’ una sorta di appello ai sindacati perché non scelgano la strada dello scontro, corredato da un lungo elenco di cifre che testimoniano l’investimento del governo di centrodestra sulla scuola. Per cominciare, contesta la principale accusa dei sindacati: poche assunzioni e pochi investimenti. Dal 2001 al 2004, il numero dei docenti precari, sempre uguale da 40 anni, è calato del 30 per cento. La spesa per l’istruzione, nel quadriennio 2001-2004, ricorda, è passata da 35 mila a 40 mila milioni di euro.

Ma sindacati e opposizione annunciano battaglia. «E’ inaccettabile che il ministro - dice il leader della Cgil Guglielmo Epifani, riferendosi alla polemica sul tutor - sia arrivato a permettere che vengano minacciati di sanzioni disciplinari dirigenti e docenti che scelgono di non ridurre la scuola pubblica, come vorrebbe la riforma, esercitando legittimamente una responsabilità che la Costituzione con l’autonomia scolastica riconosce loro». «La Finanziaria 2005 - sostiene Andrea Ranieri, responsabile scuola dei Ds - è l’ultima spiaggia, perchè finora non si è visto un euro per la riforma. Non sarebbe sgradito se la signora Moratti volesse prendersi una pausa di riflessione per rivedere un po’ le cose».

 

IL RUOLO

Le polemiche

LA RIFORMA La nuova figura ha il compito di gestire i rapporti con i genitori, di consigliare la scelta delle attività opzionali dello studente, di coordinare le attività didattiche. La nuova figura del tutor, prevista dalla riforma Moratti, sarà introdotta quest’anno sia alle primarie (le ex elementari) che alle secondarie di primo grado (ex medie)

 

GLI ISTITUTI

Le polemiche

Per i sindacati la novità mette gli insegnanti su piani differenti e limita la collegialità del consiglio di classe. Molti istituti hanno annunciato la volontà di non istituire il tutor, appellandosi all’autonomia scolastica. Ieri il ministro ha ribadito: «Il decreto di attuazione della riforma può essere rivisto, ma questa è una legge dello Stato e deve essere rispettata».