Bloccata la nuova figura professionale
prevista per elementari e secondarie.
Sul «tutor» trattativa sospesa.
Dal Governo fondi per 85 mln di euro ma
i sindacati attaccano:
somma irrisoria, solo 9,5 euro per
docente
di Luigi
Illiano da Il Sole 24 Ore del 7/9/2004
ROMA. Docente tutor: la trattati va non fa in
tempo a partire e già si arena. Dopo due incontri il confronto tra
Aran (Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego) e sindacati
ieri è stato sospeso. In discussione ci sono le nuove funzioni
professionali introdotte dalla riforma Moratti ma nel mirino c’è
soprattutto il docente tutor previsto, da quest’anno, per le cinque
classi dell’elementare e per quella iniziale della seconda ria di
primo grado (ex media). Si tratta di novità che comportano cambiamenti
sull’orario e sull’organizzazione del lavoro.
Nel contenzioso dovrebbero rientrare anche i nuovi compiti dei
collaboratori scolastici, chiamati in causa dall’anticipo delle
iscrizioni nella scuola dell’infanzia. Ma fin dal primo momento gli
85milioni di euro messi a disposizione dal Governo sono stati
interamente destinati ai docenti tutor. E’ un finanziamento biennale:
21,27 milioni di euro per il 2004 e 63,81 milioni di euro per il 2005.
Secondo i sindacati i conti non tornano: «Le somme di cui si parla
sono irrisorie — commenta Francesco Scrima (Cisl) — e sono anche
mortificanti per la professionalità dei docenti».
Insoddisfatto anche Massimo Di Menna (Uil) che invoca «un sostanziale,
concreto e ampio confronto politico tra Governo e sindacati, per
un’approfondita verifica su tutti gli aspetti di attuazione della
riforma. Il negoziato in atto all’Aran ha un senso solo in questo
contesto», conclude Di Menna. L’appello dei sindacati è indirizzato ai
ministri della Funzione pubblica e dell’Istruzione «per fare chiarezza
sulla materia». Intanto, il nuovo incontro è previsto per il prossimo
venerdì ma «potrebbe saltare in assenza di novità».
Alessandro Ameli, (Gilda degli insegnanti) sottolinea che «senza la
chiara conoscenza della disponibilità economica, non può esserci
alcuna trattativa».
«Aspettiamo la risposta di Aran e Governo alla richiesta del tavolo
politico — dice Fedele Ricciato (Snals-Confsal) perché la situazione è
complicata e diventa necessario conoscere le ricadute delle scelte
sulle politiche del personale e delle retribuzioni».
Secondo la Flc-Cgil, con le risorse messe a disposizione dal Governo,
l’incremento mensile per il tutor sarebbe di 9,5 euro pro capite. La
stessa Flc-Cgil ribadisce che le scuole non devono prendere iniziative
in merito finché è in in corso la trattativa.
Un punto sul quale non concordano tutti i sindacati. Infatti c’è chi
invita a confrontare i compiti per gli insegnanti già previsti dal
contratto vigente con quelli richiesti per il tutor: molte funzioni
sarebbero già svolte dai docenti, anche se con tempi e modi variabili.
E, di fatto, l’unica novità sarebbe legata al “portfolio delle
competenze”, cioè il fascicolo contenente la documentazione del
percorso didattico individuale dell’alunno. Due punti di vista che
proprio in questi giorni si stanno fronteggiando nelle scuole
italiane. Nelle riunioni dei colle gi dei docenti, non potendo mettere
in discussione quanto stabilito per legge dalla riforma, si
moltiplicano le prese di posizione. Da una parte ci sono coloro che
considerano gli incarichi previsti per i tutor già inseriti, di fatto,
nei piani dell’offerta formativa che gli istituti presentano ogni anno
e, quindi, compatibili con un’interpretazione ‘flessibile”
dell’attività di docente. Dall’altra parte c’è chi, invece, si appella
alla mancanza della prevista regola contrattuale per contestarne
l’applicabilità, in nome dell’autonomia. In questo scenario, il
pericolo concreto sarà quello di un debutto del tutor nelle scuole
secondo modalità differenti. Oppure in alcune scuole sì, e in altre
no.