Rimandate a ottobre le assegnazioni definitive,
nuova protesta contro il ministro Moratti .

Precari, slittano le graduatorie

"Alunni senza prof, noi senza soldi" .

"Più rispetto per la categoria. Entrare in ruolo? Forse solo se arrivo a cento anni"
"È come se ogni anno pagassimo una tassa sul precariato di oltre mille euro" .

di Lucio Fava Del Piano da la Repubblica ed. di Roma dell'11/9/2004

 

Continua tra ritardi e rabbia la lunga estate dei precari della scuola. Ieri era attesa la pubblicazione delle graduatorie definitive di III fascia, ma già giovedì all´ex provveditorato era stato esposto un avviso che informava che le graduatorie non saranno pronte prima di inizio ottobre. E ieri erano nuovamente in centinaia ad affollare gli uffici di via Pianciani, per cercare informazioni e, soprattutto, per manifestare la propria rabbia per una situazione che penalizza tanto i docenti quanto gli studenti. «Alunni senza professori, insegnanti senza stipendio»; quasi uno slogan quello di Aureliana Scotti, 44 anni, che insieme ad alcuni colleghi del Movimento interregionale precari espone cartelli contro il ministro Moratti e raccoglie firme in difesa della qualità nella scuola pubblica. Il Movimento è convinto che l´avvio dell´anno scolastico sarà caotico e la professoressa Scotti, precaria da circa 20 anni, insiste sul disagio per i ragazzi: «Inizieranno l´anno senza tutti gli insegnanti, oppure vedranno i docenti cambiare dopo un mese di scuola. Per questo - continua - vogliamo coinvolgere nella protesta anche i genitori e tutti i cittadini».

I numeri del problema sono impressionanti; nella provincia di Roma sono quasi 5.000 le cattedre da coprire. Di queste, un migliaio sono destinate a precari di I e II fascia, le restanti a quelli di III. In assenza di graduatorie definitive, i presidi sono stati autorizzati a nominare supplenti sulla base delle liste interne alle scuole, ma quando i punteggi definitivi saranno stati determinati, gran parte di queste assegnazioni potrebbe essere rivista, con cambiamenti per centinaia, se non migliaia, di cattedre e relativi danni per gli studenti.

Danni per gli alunni, ma soprattutto per i professori. Carlo Boumis, 42 anni, un dottorato di ricerca e tre abilitazioni, fa i conti così: «Un insegnante nominato dal preside a metà settembre ha un mancato guadagno di circa 600 euro, che diventano il doppio se la nomina arriva a ottobre. È come se pagassimo una tassa sulla precarietà». Con alcuni colleghi Boumis, che insegna italiano e latino alle superiori, ha avviato anche iniziative contro il caro libri, scrivendo un manuale di letteratura italiana che è disponibile gratuitamente in internet. Chiede «più rispetto per una categoria importante» Maria Concetta Piccolo, 52 anni e una vita di precariato. «Entrare in ruolo? Forse se riesco ad arrivare a 100 anni qualche speranza c´è...», prova a scherzarci su.