Istruzione tecnica e professionale:

un singolare invito ai docenti


da TuttoscuolaFOCUS N. 165, 20 settembre 2004

 

 

Perché brancolare nel buio, attendendo decisioni dall’alto che vengono continuamente rinviate? Intanto il destino dei docenti di materie tecniche è segnato, ed è quello di collocarsi nel sistema regionale di istruzione e formazione professionale: perciò essi si rimbocchino le maniche e "prendano parte attiva alla costruzione del nuovo sistema per i giovani di 14 ai 23 anni (...) immaginando dal proprio punto di vista curricoli, percorsi formativi, metodologie didattiche, contenuti curricolari e così via, da sottoporre al legislatore", e lasciando ai "saggi" delle Commissioni ministeriali e regionali di disegnare solo gli schemi-quadro del nuovo sistema di istruzione e formazione.

Questo invito "ai colleghi" a rompere gli indugi viene da un ispettore di lungo corso, Pietro Ernesto De Felice, che lo formula in un articolo pubblicato nel numero di settembre della rivista "Nuova Secondaria". De Felice è stato membro della commissione Brocca e ha partecipato da protagonista a tutte le più importanti sperimentazioni assistite realizzate dal Ministero negli ultimi 15 anni sul versante dell’istruzione tecnica e professionale. Come si spiega questa sua decisa presa di posizione in favore dell’esodo volontario e preventivo dei docenti tecnici verso il sistema regionale, in un momento in cui si va rafforzando l’ipotesi di mantenere all’interno del sistema di istruzione (liceale) una forte e ramificata presenza di indirizzi a carattere tecnologico ed economico?

Probabilmente De Felice, in questa fase di incertezza e contrasti, ha voluto manifestare la sua adesione alla linea della rivista (il cui caporedattore è Giuseppe Bertagna), che non si nasconde la difficoltà di garantire i passaggi tra licei e istituti dell’istruzione professionale in assenza di piani di studio dei licei e degli istituti di pari dignità. Condizione questa che induce a preferire l’articolazione del 4+1 per entrambi i percorsi rispetto ai 5 per i licei ed ai 3/4+1 dell’istruzione/formazione professionale.
I giochi istituzionali e politici, però, sono ancora del tutto aperti, se anche il ministro Moratti ha sentito il bisogno di assicurare che "la riforma della scuola secondaria sarà varata soltanto dopo un approfondito dibattito con tutti i soggetti interessati... Non vogliamo tempi stretti ...l’importante è che ci sia un’ampia discussione che coinvolga professori studenti, genitori e le altre categorie in questione".